Porta News del 30.03.2023 Stampa
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Notizie - Brasile
Martedì 21 Febbraio 2023 16:04



PORTA (PD): UNA PROPOSTA DI LEGGE PER RIDURRE LA TARI A TUTTI GLI ISCRITTI ALL’AIRE


Convinto che gli italiani all’estero proprietari di immobili in Italia non debbano pagare le tasse per i rifiuti che essi non producono (o producono in maniera trascurabile) ho presentato una proposta di legge che prevede la riduzione della TARI (la tassa sui rifiuti) di due terzi per coloro i quali sono iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) da almeno tre anni.

La proposta di legge (cofirmata dai miei colleghi Carè, Di Sanzo e Ricciardi) prendendo quindi atto che i cittadini italiani residenti all’estero proprietari di abitazioni in Italia non locate o date in comodato d’uso e iscritti all’AIRE, non producono rifiuti o al massimo li producono in maniera irrilevante durante i loro brevi soggiorni in Italia, vuole tradurre in legge i principi di equità e giustizia in merito al pagamento della TARI affermati dalle numerose sentenze dei vari tribunali e intende perciò introdurre per tali soggetti una giusta e ragionevole riduzione del pagamento della TARI.

La normativa in vigore per i soggetti residenti all’estero proprietari di immobili in Italia attualmente prevede il pagamento dell’imposta comunale TARI in misura ridotta di due terzi se tali soggetti sono titolari di pensione in regime di convenzione internazionale con l’Italia.

Tutti gli altri soggetti residenti all’estero proprietari di immobili in Italia, e cioè la maggioranza, sono esclusi da tale agevolazione e devono quindi pagare le tariffe ordinarie a meno che il comune dove è locato l’immobile – in virtù della normativa disciplinante la TARI - non preveda riduzioni o esenzioni tariffarie per le abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero.

Si tratta di un pesante e ingiustificato balzello considerato dai nostri connazionali come una ingiusta vessazione fiscale nei confronti di chi con tanti sacrifici è riuscito comunque a mantenere un forte legame con la terra d’origine dopo essere emigrato.

Come anche per l’IMU, e prima per la Tasi, questa tassa per la sua parzialità, ha acuito, anziché limitare, il senso di iniquità avvertito dagli italiani all’estero. È noto, infatti, che le case possedute in Italia dagli italiani residenti all’estero generano un consistente indotto economico e in molti piccoli comuni contribuiscono a contrastare i diffusi fenomeni di degrado architettonico e di abbandono degli immobili. Come è noto numerose Commissioni regionali tributarie e anche il Consiglio di Stato hanno più volte affermato che è illegittimo il regolamento comunale che non rispetti il principio di proporzionalità perché la tassa non può gravare in misura eccessiva e irrazionale su coloro che producono meno rifiuti. Ritengo quindi giusto e opportuno che lo Stato italiano finalmente intervenga con un atto legislativo (tramite la mia proposta di legge) che impegni e vincoli i comuni a ridurre di due terzi la tassa sui rifiuti TARI attualmente imposta ai cittadini italiani residenti all’estero proprietari di immobili in Italia.

 
ON. FABIO PORTA
CAMERA DEI DEPUTATI
Ufficio: Palazzo Valdina
Piazza Campo Marzio, 42 - 00186 Roma
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FABIO PORTA

DALL’OSPEDALE DI CARACAS AL CONSOLATO DI MONTEVIDEO: SPRECHI E MISTERI TARGATI

MAECI (E MAIE)

 

È passato inosservato ai più il comunicato con il quale l’Ambasciata e il Consolato italiano in Venezuela prendono formalmente e definitivamente le distanze dall’Ospedale italiano, inaugurato poco più di un anno fa sotto la solita fanfara di comunicati roboanti del MAIE e del suo Presidente Riccardo Merlo: “Sembrava fantascienza, invece è realtà!”, “Ce l’abbiamo fatta, tutti insieme!”, erano queste alcune delle dichiarazioni trionfanti e soddisfatti di quei giorni. Non c’è voluto molto tempo, a quanto pare, a scoprire che quella era stata soltanto una operazione di facciata e di propaganda, o forse ancora peggio, una iniziativa che invece di beneficiare i nostri connazionali bisognosi di assistenza finiva con il favorire i “soliti noti” della nostra collettività, alla ricerca di un’ulteriore occasione per aumentare traffici e influenze personali.


Non ci meraviglieremmo se tra qualche tempo, magari quando l’attuale ambasciatore d’Italia in Uruguay sarà andato in pensione, un analogo comunicato di Ambasciata e Consolato italiano prendessero le distanze dall’operazione che, in maniera affrettata e poco trasparente (come denunciato da una mia interrogazione parlamentare) ha portato alla costruzione della nuova cancelleria consolare a Montevideo. Operazione che, sia detto per inciso, ad oggi non ha migliorato in nulla i servizi consolari e la lunga attesa dei connazionali relativamente alle pratiche di passaporti e cittadinanze.


Eppure il MAIE e i suoi parlamentari non manifestano più davanti all’Ambasciata di Montevideo ma preannunciano, più comodamente,  manifestazioni davanti al consolato italiano di… La Plata, contro un console che tra pochi mesi andrà via, aizzando “i connazionali imbestialiti” contro gli impiegati consolari (oggi presi di mira da attentati e minacce) e rievocando nostalgicamente diplomatici che avevano esercitato la stessa funzione del Console in epoche ben diversa dall’attuale (nel secolo scorso) o soltanto per pochi mesi qualche anno fa.


“Doppiopesismo”, si direbbe in Italia, o più facilmente ipocrisia strumentale e qualunquista.


Sarebbe invece più interessante chiedere ai “veri rappresentanti degli italiani all’estero” (così si definisce il MAIE) cosa ne pensano della chiusura dell’unico quotidiano degli italiani in America Latina, “Gente d’Italia”, voluta dal Comites dell’Uruguay con la complicità della nostra ambasciata, oppure cosa rispondono al recente attacco della Farnesina alla nostra legge sulla cittadinanza e all’invasione degli oriundi preannunciata dall’ufficio stampa del Ministero degli Esteri.   Una tempesta perfetta che potrebbe avere come conclusione la fine delle politiche di valorizzazione per gli italiani all’estero, alla faccia di chi in campagna elettorale prometteva il Ministro per gli italiani nel mondo e in contraddizione palese con le tante parole e i milioni di euro sventolati per preannunciare il prossimo anno internazionale delle radici italiane nel mondo.


Qualcosa non va, evidentemente.   E vorrei rivolgere questa domanda non soltanto al MAIE, che continua a sostenere l’attuale governo italiano che fino ad oggi non ha certo brillato per attenzione nei confronti degli italiani all’estero (a proposito, che fine ha fatto il CGIE, che a oltre un anno dalla sua elezione il Ministro degli Esteri non ha ancora convocato?); la domanda va rivolta a tutti i partiti di maggioranza, che dovrebbero spiegarci perché non si riesce a rafforzare i consolati con il personale già in forza presso la Farnesina, o perché non si trovano i soldi per consentire l’adeguamento dei contratti degli impiegati locali, o perché ancora è così difficile approvare un mini-concorso interno che in pochi mesi potrebbe fare entrare in ruolo alcune centinaia di contrattisti locali con un immediato beneficio delle sedi più critiche. E potremmo continuare, per esempio ricordando che i milioni di euro per il miglioramento consolare già esistono, se soltanto fossero utilizzati in maniera attenta e oculata i “fondi per la cittadinanza” trasferiti da cinque anni ai consolati grazie alla mia legge.


Ossia, concludendo: ancora una volta si dimostra che il vero problema non sono le risorse ma l’utilizzo di queste, come la vicenda dell’ospedale di Caracas e del Consolato di Montevideo insegnano; e che di tutto questo si parla poco, anzi si preferisce spesso non parlare quando non addirittura zittire chi lo fa, come confermato dalla censura e dalla sospensione dei contributi a “Gente d’Italia”.

 

Articolo pubblicato da « La Gente d'Italia » (26 marzo, 2023)


 



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FABIO PORTA (PD): “QUOTA 103”, L’INPS SI DIMENTICA (DI NUOVO) DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO

 

Non è la prima volta, anzi succede sistematicamente. L’Inps pubblica un’importante circolare sulle pensioni che teoricamente potrebbe interessare anche gli italiani all’estero ma si dimentica di menzionare i nostri connazionali, i loro diritti e come usufruirne.

È successo di nuovo con la recente Circolare n. 27 – condivisa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - che fornisce istruzioni sul pensionamento anticipato cd. “Quota 103”, norma che riconosce, in via sperimentale per il 2023, il diritto alla pensione anticipata flessibile al raggiungimento, entro il 31 dicembre 2023, di un’età anagrafica di almeno 62 anni e di un’anzianità contributiva minima di 41 anni (perfezionabile anche con i contributi versati all’estero).

“Quota 103”, ancorché con molte problematicità e ostacoli normativi e applicativi, potrebbe essere richiesta dagli italiani all’estero i quali pertanto vorrebbero capire cosa prevedono le norme e le regole per poterne usufruire. Ebbene nella circolare summenzionata non si riesce a trovare, neanche con il telescopio, un singolo riferimento alla sua applicabilità agli italiani all’estero, al perfezionamento dell’eventuale diritto, alle modalità di domanda. Niente, l’oblio assoluto. Eppure i nostri connazionali avrebbero diritto a essere informati sul meccanismo di cumulo con i periodi esteri di assicurazione, su come debba essere gestita all’estero la regola dell’incumulabilità della pensione anticipata flessibile con i redditi da lavoro dipendente e autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi, sulla cessazione del divieto di cumulo, sulla decorrenza della pensione, su come dimostrare di non superare all’estero l’importo massimo mensile corrispondente a cinque volte il trattamento minimo stabilito per ciascun anno, etc, etc.

In questo modo si scoraggiano i nostri connazionali dal richiedere un pro-rata di pensione che magari gli spetta anticipatamente e anche il lavoro dei patronati che dovrebbero interpretare (e magari contestare) il lavoro dell’Inps. L’ìgnavia rischia di diventare  quindi la negazione di un diritto.



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FABIO PORTA (PD) – IL GOVERNO RISPONDA POSITIVAMENTE

ALLA RICHIESTA BIPARTISAN DI SOSTEGNO AI CONTRATISTI LOCALI DEL MAECI

 

(Roma, 16 marzo 2023) - “Alle ripetute interrogazioni e agli emendamenti presentati dal Partito Democratico si sono aggiunte nelle ultime settimane analoghe iniziative parlamentari dei colleghi dei partiti di maggioranza.

A margine della discussione avvenuta oggi in Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati sulla interrogazione presentata dall’On. Caiata (FdI), sono intervenuto per chiedere al governo di sostenere convintamente la richiesta di finanziamento ulteriore del fondo per l’adeguamento delle retribuzioni dei contrattisti proveniente tanto dalla maggioranza quanto dall’opposizione.

L’approvazione degli emendamenti presentati in questi giorni al Senato al decreto sul PNRR costituirebbe una concreta opportunità per dare seguito all’apertura manifestata questa mattina dal Sottosegretario agli Esteri, Silli.

Ai noti problemi della nostra rete consolare vanno date risposte urgenti, a partire dalla valorizzazione del maggiore contingente di personale costituito proprio dagli impiegati a contratto. Aumentare il fondo per l’adeguamento dei contratti e favorire il concorso interno al MAECI per il passaggio nei ruoli di parte di questo personale sono due passaggi semplici ma efficaci per intervenire in maniera intelligente ed incisiva nel potenziamento di una rete consolare che in alcuni casi si trova sull’orlo del collasso.

In caso contrario rischieremmo di mortificare qualsiasi iniziativa destinata alle nostre collettività, a partire dal “turismo delle radici” al quale abbiamo dedicato oggi alla Camera una importante iniziativa”.

 

On. Fabio Porta


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Turismo delle radici: i Deputati del PD, Fabio Porta, Toni Ricciardi, Christian Di Sanzo e Nicola Carè, organizzano la presentazione del libro "Scoprirsi italiani - I viaggi delle radici in Italia".

Si svolgerà il 16 marzo prossimo dalle 10 alle 14, nella Sala Matteotti della Camera dei Deputati, la presentazione del libro "Scoprirsi italiani - I viaggi delle radici in Italia" di Marina Gabrieli, Riccardo Giumelli, Delfina Licata e Giuseppe Sommario, patrocinato dal Maeci.

All'incontro promosso dall'on. Fabio Porta e dai colleghi eletti all'estero del Pd, Toni Ricciardi, Christian Di Sanzo e Nicola Carè, interverranno assieme ai Deputati organizzatori, il Responsabile del Progetto " Turismo delle radici" del Maeci, Cons. Giovanni Maria De Vita, Il Direttore Rai Italia, Fabrizio Ferragni, il Coordinatore delle Consulte regionali presso ii CGIE, Luigi Scaglione, Sindaci, Rappresentanti dell'associazionismo e degli operatori del settore e gli autori del libro.

Sarà una occasione importante per riflettere insieme su come implementare le politiche concernenti il Turismo delle radici coinvolgendo anche le organizzazioni degli italiani all'estero.

 



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ON. FABIO PORTA (PD): INTERROGATO IL GOVERNO IN MATERIA DI VISTI PERMANENTI PER I CONNAZIONALI RESIDENTI IN COLOMBIA.

 

L'interrogazione dell'on. Porta chiede al Governo di avviare interlocuzioni con la controparte colombiana al fine di verificare ipotesi di modifica delle disposizioni in materia di visti permanenti per i cittadini italiani e UE residenti in Colombia. La sollecitazione ha l’obiettivo di garantire l'effettiva reciprocità di trattamento tra cittadini italiani e cittadini colombiani residenti nei due Paesi e di rafforzare, nel contempo, la cooperazione tra Italia e Colombia.  

«Ho ritenuto opportuno presentare questa interrogazione – ha dichiarato l’on. Fabio Porta, eletto per il PD nella Ripartizione America Latina – per dare voce alla preoccupazione dei connazionali residenti in Colombia in seguito all'approvazione della “Resolución 5477” del 22 luglio 2022 del Ministerio de Relaciones Exteriores in materia di visti che stabilisce che il titolare  di un visto di tipo Residente Permanente (R) dovrà richiederne il rinnovo ogni cinque anni attraverso una specifica piattaforma digitale (Articolo 86 del Capitolo 4)”.

Gli italiani iscritti all’AIRE nel paese latinoamericano sono oltre 29.000 e, insieme agli italo-discendenti, costituiscono una vivace, ben integrata e stimata comunità con un forte radicamento culturale ed economico.

“Le nuove norme, che si applicano a tutti gli stranieri, hanno suscitato un forte disagio tra i nostri connazionali i quali temono una ingiustificata precarizzazione della sfera lavorativa, professionale e familiare. La situazione è stata segnalata anche dal Comites locale con un recente appello indirizzato alle autorità italiane”, ha sottolineato il deputato democratico.

“Gli ottimi rapporti tra Italia e Colombia caratterizzati da comuni interessi geopolitici, da una significativa dimensione dell'interscambio e da forti affinità culturali, indurrebbero a sperare nel superamento delle nuove limitazioni a carico dei cittadini italiani e a percorrere la strada intrapresa dall’Italia e dall’UE in materia di visti permanenti. I cittadini colombiani in Italia (oltre 19.000 nel 2022), infatti, come altri cittadini extracomunitari, a parità di condizioni, ossia con permanenza da oltre cinque anni in Italia per lavoro, oppure coniugi di cittadini italiani con o senza figli, al secondo rinnovo del permesso di soggiorno possono ricevere un permesso a tempo illimitato che necessita soltanto di un rinnovo formale ogni dieci anni”, ha ricordato il deputato democratico.

“Mi auguro che il governo intraprenda tutte le iniziative necessarie per dare una risposta alla richiesta di maggiore tutela avanzata dagli italiani che in Colombia vivono e lavorano, contribuendo alla crescita delle comunità di residenza e al rafforzamento dei legami che storicamente uniscono i nostri due paesi” – ha dichiarato l’on. Porta a margine della presentazione dell’interrogazione.



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BRASILE. FABIO PORTA (PD) PARTECIPA ALL'INSEDIAMENTO DEL "FRENTE PARLAMENTARE ITALIA-SANTA CATARINA"

 

Su iniziativa del deputato dell'assemblea legislativa dello Stato brasiliano di Santa Catarina, Vicente Caropreso, è stata istituita nel corso di una cerimonia solenne svoltasi a Florianopolis la "Frente parlamentar Italia-Santa Catarina".   

Insieme allo Stato di Espirito Santo, Santa Catarina è l'unità della Repubblica Federale del Brasile con la maggiore percentuale di popolazione di origine italiana.   

Pochi mesi fa a Roma, il deputato catarinense Caropreso (la cui famiglia emigrò dalla Calabria) era stato ricevuto a Roma dal deputato del PD eletto in Sudamerica Fabio Porta; nel corso di quell'incontro i due parlamentari avevano auspicato un'intensificazione dei rapporti tra lo Stato di Santa Catarina e l'Italia e la stipula di un accordo tra lo Stato brasiliano e la Regione Calabria.   

Nel corso della cerimonia è stata confermata l'intenzione di procedere in questo senso, alla presenza di un rappresentante del Consiglio regionale della Calabria.   

La sessione solenne dell'assemblea legislativa ha visto la partecipazione di importanti autorità italiane e brasiliane, nonché di rappresentanti della grande collettività italiana in Brasile: il Console Generale italiano negli Stati di Santa Catarina e Paranà Salvatore Di Venezia, il Presidente del Comites Edoardo Bonetti, il Presidente della Camera di Commercio italiana a Santa Catarina Tullo Cavallari, il Vice Console italiano a Florianopolis Attilio Colitti, il corrispondente consolare italiano a Nova Veneza Aroldo Frigo Junior e diversi deputati statali.

 


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PORTA (PD) - IMPATRIATI: AGEVOLAZIONI NEGATE SE SI RITORNA ALLO STESSO LAVORO


Per chi rientra dall’estero e va a prestare la propria attività dal datore di lavoro per cui lavorava prima del trasferimento è precluso il regime di agevolazioni fiscali previsto dalla legge a favore degli “impatriati”.

Lo sottolinea l’Agenzia delle Entrate nel suo recente “Principio di diritto n. 6/2023” dove viene ribadito quello che già era stato stabilito dalle importanti circolari n. 17/2017 e n. 33/2020, e cioè che si ritiene non in linea con la vis attrattiva sottesa alla normativa agevolativa, la posizione lavorativa assunta dal lavoratore al rientro in Italia che si pone in “continuità” con quella precedente al trasferimento all’estero.

Certamente se da una parte la questione di principio sembra avere una sua logica di carattere generale ( l’Agenzia ritiene che quando il lavoro del soggetto impatriato sia una prosecuzione dell’attività svolta prima del suo trasferimento viene meno quella capacità di attrarre lavoro richiesta dalla norma e di fatto preclude la fruizione del regime di favore), dall’altra parte non sarà semplice per l’Agenzia dover determinare se esiste tale continuità ogni qualvolta il lavoratore dovesse svolgere al rientro una attività in qualche modo “collegata” a quella che svolgeva prima del trasferimento. L’Agenzia dovrebbe forse fornire una interpretazione più precisa e circostanziata del concetto di “continuità”.

Detto ciò, vogliamo comunque ricordare che per fruire del regime speciale di agevolazioni fiscali introdotte dall’articolo 16 del decreto legislativo in. 147 del 2014 (e successive modifiche) è necessario che il lavoratore: a) trasferisca dall’estero la residenza in Italia ai sensi dell’articolo 2 del TUIR; b) non sia stato residente in Italia nei due periodi d’imposta antecedenti al trasferimento e si impegni a risiedere in Italia per almeno 2 anni; c) svolga l’attività lavorativa prevalentemente nel territorio italiano.

Sono destinatari del beneficio fiscale i cittadini dell’Unione europea o di uno Stato extra UE con il quale risulti in vigore una Convenzione contro le doppie imposizioni o un accordo sullo scambio di informazioni in materia fiscale i quali: a) sono in possesso di un titolo di laurea e abbiano svolto “continuativamente” un’attività di lavoro dipendente, di lavoro autonomo o di impresa fuori dall’Italia negli ultimi 24 mesi o più, ovvero b) abbiano svolto “continuativamente” un’attività di studio fuori dall’Italia negli ultimi 24 mesi o più, conseguendo un titolo di laurea o una specializzazione post lauream.

L’agevolazione è fruibile dai contribuenti per un quinquennio a decorrere dal periodo di imposta in cui trasferiscono la residenza fiscale in Italia e per i quattro periodi di imposta successivi.
 
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PORTA (PD): PENSIONE ANTICIPATA “QUOTA 103”, UN MIRAGGIO PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO


“Quota 103”  (così come le due Quote precedenti, 100 e 102) è un classico al quale siamo oramai abituati: come pensare a una legge dimenticando i diritti degli italiani all’estero.

Un pensionamento anticipato che teoricamente riguarda tutti i pensionandi italiani ma in realtà è inapplicabile a una gran parte degli italiani all’estero. Vediamo perché.

“Quota 103” è la nuova forma di pensione anticipata flessibile introdotta dalla Legge di Bilancio per il 2023 che si matura con almeno 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi che possono essere perfezionati, grazie alle convenzioni internazionali di sicurezza sociale stipulate dall’Italia, anche tramite il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati in Italia e all’estero. Quindi si tratta di un pensionamento anticipato fruibile anche dai nostri connazionali che vivono all’estero i quali hanno versato contributi in Italia, hanno compiuto 62 anni e che sommando i contributi versati in Italia a quelli versati all’estero raggiungono l’anzianità contributiva di 41 anni.

Chi matura i nuovi requisiti previsti entro il 31 dicembre 2022 potrà ricevere la pensione a partire dal 1° aprile 2023 (1° agosto per i dipendenti pubblici). Chi, invece, li perfeziona dal 1° gennaio otterrà la prestazione trascorsi tre mesi dalla data di maturazione (sei mesi per gli statali).

Ma qual è il problema che ostacolerà l’accesso a “Quota 103” per i nostri connazionali all’estero? Il trattamento pensionistico in questione, fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia, non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5.000 euro lordi annui. Quindi per aver diritto al trattamento anticipato è praticamente necessaria la formale cessazione del lavoro  ma visto che all’estero l’età pensionabile del Paese di residenza potrebbe essere posticipata rispetto a quella italiana (62 anni in questo caso) e gli interessati sarebbero quindi costretti a continuare a lavorare all’estero, la nuova pensione anticipata italiana non verrebbe concessa anche se fossero perfezionati i requisiti contributivi ed anagrafici.

Un bel pasticcio. Sarebbe stato quindi opportuno che il legislatore avesse previsto una deroga per i residenti all’estero consentendo la possibilità di cumulare il pro-rata italiano con il reddito da lavoro percepito all’estero. Ma abbiamo oramai imparato che questa sensibilità non è appannaggio dei nostri Governi.


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FABIO PORTA E LIA QUARTAPELLE (PD) - DESAPARECIDOS, INTERROGAZIONE: ESTRADIZIONE PER MALATTO, SIA FATTA GIUSTIZIA


(Roma, 24 feb) - I deputati dem Fabio Porta, eletto in Sud America, e Lia Quartapelle, hanno presentato un'interrogazione in commissione Esteri rivolta ai ministri della Giustizia, degli Affari esteri e dell'Interno, sul caso della mancata estradizione di un cittadino in possesso di doppia cittadinanza, italiana e argentina, Carlos Luis Malatto, accusato di gravi reati commessi negli anni 1976 e 1977, quando era ufficiale dell'esercito argentino.
 
"Si tratta - affermano i due parlamentari del Pd - di questioni legate alla terribile vicenda dei desaparecidos, con la sparizione forzata di oppositori dell'allora regime argentino. Un fenomeno che è stato riconosciuto come crimine contro l'umanità dall'articolo 7 dello Statuto di Roma del 17 luglio 1998 per la costituzione del Tribunale penale internazionale e dalla risoluzione delle Nazioni Unite numero 47/133 del 18 dicembre 1992. Ormai il tribunale di San Juan, nel 2019, ha emesso un terzo mandato di cattura internazionale contro questo ex ufficiale argentino per 5 distinti casi di omicidio - ricordano i due deputati - e pertanto abbiamo chiesto al Governo quali iniziative "intenda intraprendere al fine di dare ottemperanza alle richieste di detenzione più volte formulate dall'Autorità giudiziaria argentina. Auspichiamo che ci sia una pronta e sollecita azione del Governo affinché sia fatta giustizia". 
 
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23.02.2023

PORTA, DI SANZO, RICCIARDI, CARÈ (PD) - MILLEPROROGHE: UN ODG PER RAFFORZARE LA PRESENZA URGENTE DI PERSONALE NELLE AMBASCIATE E NEI CONSOLATI MA IL GOVERNO CI PENSA SU

(Roma, 23 febbraio 2023) - "Il Milleproroghe ha affrontato la questione del funzionamento della Pubblica Amministrazione anche garantendo l’assunzione di personale necessario. In tale contesto abbiamo ritenuto importante chiedere al Governo, attraverso un OdG, a prima firma Fabio Porta, presentato in occasione del voto di fiducia sul cosiddetto decreto Milleproroghe, di rafforzare le risorse umane della rete estera del Ministero degli Affari Esteri prevedendo “nei prossimi provvedimenti, eventualmente anche recanti disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR, dei concorsi ad hoc per il transito nei ruoli degli impiegati a contratto in servizio presso la rete estera del MAECI, nella prospettiva di massimizzare la funzionalità e la potenzialità del MAECI. Una richiesta che è stata accolta con tiepidezza visto che il Governo ha chiesto la riformulazione in chiave più possibilista".
 
"Attualmente vi è una penuria di organico nelle sedi estere del Maeci dovuta del combinato disposto della scarsità delle domande di trasferimento all’estero del personale di ruolo e del decennale blocco del turnover del personale della PA e pertanto potrebbe essere una strada importante risolvere il problema attraverso il coinvolgimento del personale a contratto già operativo, caratterizzato da conoscenza del territorio, della lingua e delle dinamiche socio-economiche locali, attraverso delle procedure concorsuali specifiche sul modello di quanto attuato in passato. Riteniamo che quella di rafforzare la rete estera integrando la pianta organica con personale già preparato a lavorare in tali contesti sia una urgenza non più derogabile visti i ritardi che si accumulano nei consolati per portare a termine le pratiche amministrative. Auspichiamo che il Governo consideri seriamente le nostre proposte che sono ragionevoli, essenziali e vanno nella direzione di garantire servizi più efficienti ai nostri connazionali all’estero.”
 
Lo hanno dichiarato i deputati del PD eletti all'estero, Fabio Porta, Christian Di Sanzo Toni Ricciardi e Nicola Care'.
 
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DEPUTATI PD ESTERO: UNA INTERROGAZIONE PER CHIEDERE LA SEMPLIFICAZIONE DELLO SPID PER ISCRITTI AIRE.

(21 febbraio 2023) - “Con una interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari esteri, al Ministro per la Pubblica Amministrazione e al Ministro dell’Interno, noi Deputati del PD eletti all’estero (Christian Di Sanzo, Fabio Porta, Toni Ricciardi e Nicola Carè) abbiamo chiesto si semplificare le procedure per ottenere lo SPID per gli iscritti AIRE".

"Riteniamo che la proroga dell'esenzione all'uso dello SPID per i servizi della PA all'estero, contenuta nel cosiddetto decreto "Milleproroghe" all’esame del Parlamento in questi giorni, sia solo un modo per posticipare il problema che non viene risolto alla radice poiché quando la proroga finirà i cittadini iscritti all’Aire continueranno ad avere le stesse difficoltà per ottenere lo SPID.
Per tale ragione abbiamo chiesto se i Ministri interrogati “non ritengano necessario intervenire, nell’ambito delle proprie competenze:
- per facilitare l’accesso al Sistema Pubblico d’Identità Digitale (SPID), anche in maniera gratuita, per tutti i cittadini italiani iscritti all’Aire, richiedendo, come requisito per l’esercizio da parte di tutti i Gestori di Identità Digitale la garanzia della piena ricezione ed invio dei messaggi ai cellulari esteri;
- per eliminare la richiesta dell’esibizione del codice fiscale per l’ottenimento dello SPID, in modo da eliminare il sovraccarico di lavoro ai consolati;
- per attivare delle modalità di informazione e delle forme di assistenza agli iscritti AIRE per ottenere lo SPID.
- per implementare il principio del “once only”, le novità introdotte con la cooperazione applicativa tecnologica e l’interoperabilità delle banche dati”.”

Lo ha dichiarato l’On. Fabio Porta, deputato del PD eletto in Sud America.
 
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PORTA (PD) – INTERROGATO IL MINISTRO DELL’INTERNO SUI RITARDI NEL RILASCIO DEI PERMESSI DI SOGGIORNO


(Roma, 21 febbraio 2023) - “Nelle ultime settimane i media italiani hanno dato grande rilievo ai tempi di attesa biblici per il rinnovo o il rilascio di una carta d’identità o di un passaporto. Le lentezze, tuttavia, riguardano anche il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, documenti essenziali per consentire a migliaia di cittadini stranieri di vivere e lavorare dignitosamente nel nostro paese. Per questa ragione, a fronte di una situazione seriamente lesiva dei diritti dei cittadini - italiani e stranieri - ho interrogato il Ministro dell’Interno per sapere quali iniziative intenda adottare per risolvere i ritardi nella lavorazione dei permessi di soggiorno e delle pratiche riguardanti la “Sanatoria 2020” (al 19 ottobre 2022, risultano rilasciati solo il 37,7% di permessi di soggiorno sul totale delle domande presentate). Nell’interrogazione ho chiesto anche quali azioni verranno assunte per il potenziamento del personale impiegato e per dare continuità all’attività degli uffici sul territorio, fortemente indeboliti dalla mancanza di personale, anche interinale, tenendo conto che l’urgenza è destinata ad aumentare in vista del prossimo decreto flussi”, ha dichiarato l’on. Porta a margine della presentazione dell’interrogazione.

Il deputato democratico sottolinea che “i ritardi nella lavorazione delle pratiche sono dovuti soprattutto alla carenza di organico delle strutture periferiche dello Stato: da Roma a Torino, da Genova a Belluno, da Monza a Vibo Valentia, soltanto per citarne alcune. Gli uffici, in particolare quelli per la cittadinanza, gli sportelli immigrazione ma anche della polizia amministrativa, faticano a dare risposte ai cittadini, nonostante l’impegno degli operatori che sono costretti a sostenere carichi di lavoro che erano stati previsti per una dotazione organica maggiore rispetto a quella oggi disponibile”.

 

Ad aggravare la situazione - ricorda Fabio Porta - c’è il fatto che “dal 1° gennaio 2023 sono terminate le collaborazioni con i lavoratori interinali assunti in occasione della “Sanatoria 2020”, i quali si sono rivelati fondamentali per affrontare anche altre urgenze, come ad esempio i permessi temporanei per le persone ucraine in fuga dalla guerra. Nell’ultima manovra finanziaria il governo, invece che prorogare o stabilizzare il personale interinale già formato, ha stanziato risorse per la somministrazione di nuovi contratti a tempo da reperire con ulteriori bandi e procedure i cui tempi si protrarranno per mesi “.

 

“Queste difficoltà – che denunciamo da anni anche per quanto riguarda l'erogazione dei servizi ai connazionali all’estero – evidenziano che i processi di semplificazione e digitalizzazione, pur essenziali, non sono sufficienti a soddisfare i bisogni dei cittadini e che sono indispensabili maggiori risorse per fronteggiare la cronica carenza di personale che affligge diversi settori della Pubblica amministrazione”.


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Ultimo aggiornamento Giovedì 30 Marzo 2023 14:36