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Notizie - Informatica
Lunedì 19 Luglio 2010 19:59
La grande attesa era soprattutto da parte del mondo dell’editoria. Quel che ci si aspettava dall’iPad era un nuovo modello di business, una interfaccia ad hoc che potesse portare al settore un fulcro su cui rilanciare le proprie ambizioni. Apple non sembra però aver creato un modello, ma soltanto un contenitore. Il modello già c’era: è l’App Store. Così come sull’iPhone, quindi, i contenuti arriveranno sotto forma di applicazione, con formato ed interfaccia pensati per il generoso schermo del device. Non c’è altro. Le modalità di distribuzione sono quelle già esistenti, la Rete è il veicolo per trasportare i bit e l’acquisto dell’applicazione è la mano allungata all’edicolante per pagare la propria copia.
 
PuntoInformatico
 
Ci si collega, in stile iTunes Store, si sceglie cosa leggere, si acquista e ce lo si ritrova sul proprio scaffale virtuale. Mistero su cosa capiterà nel caso si voglia prestare un libro a un amico, o se questi titoli siano interoperabili con altre piattaforme.
 
 
SceneDigitali
Siamo finalmente al bivio che si aspettava da anni, dove c’è scritta la domanda: ciò che ha funzionato per la musica con l’iPod, funzionerà per giornali, tv, libri? Potrebbe essere, e la chiave è proprio nell’esperienza personale. Perché chi ha usato un lettore di quelli che girano come e-reader da qualche anno, che ha provato il Kindle, questo sa e dice: che l’esperienza con quei cosi è un disastro, che te lo rigiri nelle mani e a un certo punto ti annoi e ti sguerci. E che un giornale su quel coso è brutto, noioso e sequenziale. Ma qui, è tutta un’altra esperienza.
 
Poi certo ci sarebbe da dire che l’approccio è quello, tecnologico e commerciale, che ha caratterizzato iTunes e iPhone. Cosa va in vendita lo decide Apple, che fa da guardia all’ingresso. Quanto il creatore dei contenuti guadagnerà lo decide Apple, che è il doganiere, esoso e avido fino all’inverosimile.
 
E’ il tema, sempre aperto in rete, dei gatekeeper che sono peggio dei vecchi poteri. La differenza col passato è che questa macchina, a differenza dello iPhone, che guadagnava anche con altro, deve vendere contenuti. Insomma stavolta il doganiere dipende dal volume delle merci che passeranno. Gli converrà non strozzare i produttori. WebNews
 
Nova-Sole24Ore
Nell’iPad non c’è la telecamera. Non c’è un’entrata Usb. E niente software Flash… Soprattutto, c’è una libreria ma non un’edicola. Evidentemente i giornali sono applicazioni da reinventare, non prodotti standard.
 
Pasteris (La Stampa)
Fra gli editori i creatori di videogame si stanno già fregando le mani per la disponibilità di una nuova piattaforma mobile di grande qualità. Gli editori di libri sperano un nuovo mercato degli ebook, anche se dovranno da ora sottostare alla forza economica e semi monopolistica dell’imtermediario Apple. Gli editori di giornali da tempo sperano nel luminoso futuro dell’Ipad. Sicuramente Ipad può aiutarli soprattutto per quello che riguarda una clientela medio alta e soprattutto molto nomade. Purchè gli editori sappiano leggere i segnali del mercato e cucinare un giusto mix fra prodotto e prezzo da porgere ai consumatori. I buoni 4/5 degli attuali lettori umani di contenuti digitali resteranno legati a una fruizione classica dei contenuti: personal computer e browser. Per loro l’Ipad sarà un sogno o un oggetto meno utile.
IPad 
 

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