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Mercoledì, 09 Ottobre 2024
Nominato sovrano gran commendatore Mimmo Leonetti 33º PDF Stampa E-mail
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Notizie - Italia
Giovedì 11 Luglio 2024 12:17








Mimmo Leonetti nella sua visione del 4 luglio

Massoneria

Dietro la nascita degli Stati Uniti d'America si è consolidata tutta una mitologia che vede in George Washington, Simon Bolivar e Giuseppe Garibaldi l'incarnazione delle forze del Bene; essa coinvolge l'orgoglio patriottico di interi popoli, compreso il nostro. I valori massonici sono tutt'altro che morti, anzi, sono tuttora i valori fondanti della cultura odierna.

Cosa è certa: a partire dalla fondazione, nel 1717, della Grande Loggia londinese, si assiste a una accelerazione nei processi politici e sociali che, dal liberismo relativamente moderato della filosofia di Locke e dall'umanitarismo e dal cosmopolitismo, tipici del primo Illuminismo, giunge ai furori iconoclasti della Rivoluzione francese e, poi, alle fortissime componenti anticlericali delle lotte indipendentistiche sia nelle colonie spagnole dell'America Latina (vedi Miranda nel Venezuela), sia nell'Italia risorgimentale (Mazzini e Garibaldi in primis).

È come se un grosso ragno avesse filato, con pazienza e costanza, una rete sempre più vasta, mirante a creare un nuovo ordine mondiale che, con l'obiettivo dichiarato di abbattere l'assolutismo e il cristianesimo, avesse in realtà perseguito quello, segreto, di instaurare un potere occulto a livello globale, di natura sia economica che politica.

Hanno scritto Michael Baigent e Richard Leigh (già noto a livello internazionale per la controversa opera «The Holy Blood and the Holy Grail)» nel volume «Origini e storia della Massoneria. Il Tempio e la Loggia» (titolo originale: «The Temple and the Lodge», London, 1989; traduzione italiana di Maria Eugenia Morin, Roma, Newton & Compton Editori, 1998, 2066, pp. 224-25, 228-29):

«Uno degli interrogativi fondamentali sulla guerra d'indipendenza americana è come e perché la Gran Bretagna riuscì a perderla. Giacché la guerra non fu tanto vinta dai coloni americani quanto persa dagli inglesi. La Gran Bretagna da sola, indipendentemente dagli sforzi dei coloni, aveva la capacità di vincere o perdere il conflitto; e mancando la determinazione di vincere, la guerra fu persa più o meno per omissione.

In quasi tutti i conflitti - la guerra di successione spagnola, ad esempio, la guerra dei Sette Anni, le guerre dell'epoca napoleonica, la guerra di secessione americana - la vittoria o la sconfitta dell'uno o l'altro contendente può essere spiegata in termini militari. Nella maggioranza di quei conflitti, lo storico può indicare uno o due fattori specifici: certe decisioni tattiche o strategiche, certe campagne, certe battaglie, certe considerazioni logistiche (come le linee di rifornimento o il volume della produzione industriale), o il semplice processo di logoramento. Uno qualsiasi di questi fattori può affermare lo storico, singolarmente o in combinazione con altri, provocò il crollo di uno dei combattenti, e lo mise nell'impossibilità di continuare a combattere. Ma nella guerra d'indipendenza americana non vi sono fattori che lo storico possa validamente indicare. Persino le due battaglie considerate abitualmente decisive - Saratoga e Yorktown - si possono considerare tali solo in termini di morale americano, o forse, col senno di poi, in termini di "spartiacque" ideali. Nessuno dei due scontri annientò, o ridusse drasticamente, la capacità della Gran Bretagna di continuare a combattere. Entrambi coinvolsero solo in minima parte le truppe britanniche dislocate in Nordamerica.




Nell'ultima tornata del Supremo Consiglio RSAA  1778 è stata ratifica la nomina a sovrano gran commendatore a Mimmo Leonetti 33^; il luogotenente SGC Emilio Attinà ha espresso grande soddisfazione per il voto unanime del SUPREMO CONSIGLIO RSAA 1778.


Sede storica via della Scrofa 117 - ROMA

Costituzioni e Regolamenti della carta del 1762

 

Carte Federiciane Maggio 1786 

 

Tolleranza, Unione, Prosperità.

Gran Loggia San Giovanni di Scozia (GLSGS)

Piazza della Consolazione, 2900186 Roma

 

NOI NON SIAMO NÉ SETTA NÉ COSORTERIA

SIAMO UN RITO DI PRINCIPI,

REGOLE E DISCIPLINE.

“Maestri Scozzesi” il cui obiettivo è nettamente riformatore.

 

Noi siamo nuovi messaggeri fautori di una massoneria ove chiarezza, 

 

onestà e moralità sono fondamento del nostro rinnovamento

- OGNUNO È LIBERO DI ENTRARE

- OGNUNO È LIBERO DI RIMANERE

- OGNUNO È LIBERO DI ANDARSENE

MA PER CHI RESTA CON NOI

QUEI PRINCIPI

QUELLE LEGGI

QUELLE DISCIPLINE

QUELL’OBBEDIENZA

DEVONO ESSERE INVIOLABILI !!!

“Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo. Giordano Bruno”

 

Molte sono le Vie tracciate dai Grandi Iniziati ed il Rito Scozzese Antico e Accettato 1778 , le percorre tutte nella ricerca dei suoi strumenti di lavoro, ma il Fine dell' " Opera" è uno solo. Noi non abbiamo pregiudizi, vogliamo umilmente, con fierezza e fermezza di propositi, assolvere il compito affidatoci dalla Tradizione, seguendo il sentiero ideale tracciato da tanti nostri illustri Predecessori. CONCLUSIONI DELLO STUDIO SULLE 'LOGGE DI S.GIOVANNI. La Loggia di Kilwinning – la più antica (a detta di molti, del mondo… forse, anglosassone!), nata nel XII° secolo, e sempre attiva dalla sua costituzione come tale – è, con orgoglio nazionale, la numero ‘zero’ nel Registro delle Logge di Scozia; per la sua costituzione essa riunì un gruppo di stonemason giunti dall’Europa per costruirvi un’Abbazia.“Logge Simboliche di Sant'Andrea” (Maestri Scozzesi di Sant'Andrea) nel contesto del S.: C.: Rito Scozzese Antico e Accettato nostro San Giovanni, il San Giovanni dei Massoni, il San Giovanni degli Scozzesi, il San Giovanni del Rito Scozzese, è unicamente San Giovanni l'Evangelista. Tutto il resto… è solo un filosofare, un discettare, un dirigersi verso il San Giovanni Battista, che però non offre risultati con lo stesso indice di certezza.Rettificato ( per intenderci, quello nato nel 1778); tra il 1738 e il 1739 di quei “Maestri Scozzesi” il cui obiettivo era nettamente riformatore.

- “Logge di San Giovanni di Scozia” riferentesi sempre ai primi tre gradi della Massoneria Azzurra (o Massoneria Turchina: definizione da non confondere però con altra analoga forma iniziatica ad est dell’Europa), operante nell'ambito dello scozzesismo (l'intitolazione onora il San Giovanni Evangelista e si riferisce allo scozzesismo della divisa rituale).

 

Ho detto,                 

 

 

SOVRANO 

 

 

Che la Sapienza illumini il nostro cammino. Che la Luce della Sapienza resti nei

nostri cuori.

 

Tolleranza, Unione, Prosperità

La Luce ritornerà a splendere nei nostri Templi.

 

 

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