Tesla, che al momento non acquista nichel dalla WBN, ha chiarito che si aspetta che i suoi fornitori operino in territori dei popoli indigeni solo con il loro Consenso Libero, Previo e Informato. Un consenso chiaramente impossibile da ottenere dai popoli incontattati, come riconosciuto esplicitamente dall’ONU e dalla Initiative for Responsible Mining Assurance (IRMA).
La dichiarazione di Tesla è allineata alla decisione annunciata alcuni mesi fa dalla conceria italiana Pasubio. A seguito di campagne che rivelavano che una parte del suo pellame proveniva da allevamenti operanti illegalmente all’interno delle terre degli Ayoreo incontattati in Paraguay, infatti, Pasubio ha deciso di cambiare fornitori. Survival aveva presentato un’Istanza formale contro Pasubio, leader del settore, presso il Punto di Contatto Nazionale dell’OCSE.
Oltre 20.000 sostenitori di Survival in tutto il mondo hanno scritto a Eramet, BASF e all’Amministratore delegato di Tesla Elon Musk per chiedere alle compagnie di prendere posizione contro l’estrazione di nichel e cobalto dal territorio degli Hongana Manyawa incontattati ad Halmahera.
“È un segnale molto importante” ha dichiarato oggi la Direttrice generale di Survival International, Caroline Pearce. “Survival denuncia da anni che le attività minerarie, gli allevamenti e le prospezioni petrolifere e di gas nelle terre dei popoli incontattati costituiscono non solo una violazione dei diritti indigeni ma anche una catastrofe provocata dall'uomo che genera malattie, morte e persino genocidio. Come dimostrano le recenti dichiarazioni di Pasubio e Tesla, con la crescita della consapevolezza e della preoccupazione dell’opinione pubblica, le aziende e i governi non possono più continuare a far finta di nulla.”
“La situazione per gli Hongana Manyawa incontattati è particolarmente urgente e drammatica: non hanno dato – e non possono dare – il loro consenso alla distruzione della loro foresta; se le compagnie minerarie dovessero continuare a devastare la loro terra, potrebbero essere sterminati completamente. Nessuna compagnia può estrarre minerali dalla terra degli Hongana Manyawa incontattati senza rischiare di rendersi complice di un genocidio. Eramet, BASF e le altre compagnie coinvolte devono istituire un’area interdetta alle attività minerarie per evitare il disastro, prima che sia troppo tardi.”
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