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Notizie - Ambiente
Martedì 30 Gennaio 2024 21:02
 
 
 
 

Comunicato stampa di Survival International

 

‘Stuprati e picchiati’: l’organizzazione del Principe Harry collegata a scioccanti abusi in Africa

 

30 gennaio 2024

 
 
donna baka

Questa donna Baka è stata violentata da un guardaparco di African Parks. “Quelli di African Parks sono persone cattive. Tutti quelli che lavorano con loro sono cattivi con noi. Quell’uomo è stato crudele, è stato disumano.” © Survival

 
 
 
 

African Parks, un’organizzazione strettamente legata al Principe Harry, finanzia guardaparco responsabili di orribili abusi, come stupri e torture, contro i popoli indigeni in Congo: è quanto denuncia un’importante inchiesta pubblicata in prima pagina dal giornale britannico Daily Mail domenica e lunedì.

Gli abusi sono avvenuti nel Parco Nazionale di Odzala-Kokoua, nella Repubblica del Congo, gestito da African Parks. Il principe Harry è membro del consiglio direttivo di African Parks, posizione alla quale è stato “elevato” nel 2023, dopo aver servito come presidente per sei anni.

L’inchiesta ha rivelato prove di innumerevoli atrocità commesse dalla “milizia armata” di African Parks contro i Baka locali. L’organizzazione sa degli abusi da anni, ma sono continuati senza tregua. Survival International ha lanciato quindi una campagna per chiedere al Principe Harry, che si dichiara impegnato per la giustizia sociale, a dimettersi dal consiglio direttivo di African Parks prendendo le distanze dall’organizzazione.

 
 
uomini baka

Baka della comunità di Makouagonda, sfrattata dalle sue terre ancestrali, inserite nel Parco Nazionale di Odzala-Kokoua. Oggi vivono ai bordi di una strada. © Survival

 
 

“African Parks ci sta uccidendo lentamente” ha raccontato un uomo Baka al giornalista del Daily Mail, Ian Birrel. “Soffriamo così tanto che potremmo anche essere morti.”

“Nel passato per noi era molto meglio – e la colpa è tutta di African Parks” ha detto un altro.

Moyambi Fulbert, un uomo baka citato nell’inchiesta, lancia questo messaggio al Principe Harry: “Gli direi di smettere di sostenere African Parks. È un uomo potente. Mangia bene e vive bene – ma noi ora non abbiano nulla ed è tutto a causa di African Parks”.

I Baka e altri cacciatori-raccoglitori che vivono e si prendono cura della foresta pluviale del Congo da tempo immemorabile si sono visti derubare di gran parte della loro terra, trasformata in Parchi Nazionali o in Aree Protette. Sono stati cacciati e ora vivono in condizioni precarie, senza terra e dipendenti dagli altri, o trasformati in “attrazioni turistiche”.

Non possono più entrare nella foresta che un tempo chiamavano casa, mentre i cacciatori di trofei e le compagnie minerarie, petrolifere e del taglio del legno vengono considerati “partner” della conservazione e possono continuare a condurre i loro affari come sempre.

“African Parks, insieme ad altre grandi organizzazioni per la conservazione come il WWF, si appropriano della terra indigena per trasformarla in riserve o parchi militarizzati – e poi le loro guardie attaccano popoli come i Baka solo perché cercano di vivere la loro vita” ha dichiarato Caroline Pearce, Direttrice generale di Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. “Il Principe Harry può fare qualcosa per fermare tutto questo. Gli chiediamo di dimettersi dalla carica di direttore di African Parks. Deve prendere le distanze da un’organizzazione che è complice di sfratti e abusi atroci commessi contro i popoli indigeni.”

“E i finanziatori di African Parks devono ritirare i loro soldi finché ai Baka non sarà permesso di tornare nel parco e i loro diritti territoriali non saranno stati riconosciuti. Gli abusi rivelati dal Daily Mail continuano a ripetersi in Africa e Asia – non si tratta di un caso isolato. L’intero modello di conservazione praticato dalle grandi organizzazioni per la conservazione è costruito sul furto di terre indigene e sullo sfratto dei popoli che ne sono i legittimi proprietari – proprio come in epoca coloniale. È ora di decolonizzare la conservazione.”

 
 
 
 

Note ai redattori

 
 

 
 

Per leggere la storia online: www.survival.it/notizie/13876
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