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Crimea - "Nodo Gordiano" di G. Cevolani PDF Stampa E-mail
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Notizie - Opinioni
Giovedì 31 Agosto 2023 13:26

LA CRIMEA, IL 'NODO GORDIANO'  DEL MAR NERO

 

 


La Crimea ha una'area di 27 mila km quadrati e una popolazione di circa 2 milioni di abitanti con capitale Simferopol.
Nella foto: il castello  Nido di rondine sulle scogliere  di capo Ai-Todor nel Mar Nero.[Wikipedia]

 

L'espressione 'nodo gordiano' trae origine da una  tradizione letteraria e leggendaria a cui è legato anche un aneddoto sulla vita di Alessandro Magno. Con il tempo, l'espressione è diventata una metafora, andando a indicare un problema di intricatissima soluzione, che si presta a essere risolto, alla maniera di Alessandro, con un brutale taglio. Da questo aneddoto derivano espressioni come «recidere, o tagliare, il nodo gordiano...». Il nodo  stringeva il giogo al timone del carro consacrato da Gordio, nome dell’antica capitale della Frigia (Turchia) e del suo mitico fondatore, a Zeus nel suo tempio.    L'oracolo prediceva a chi avesse saputo scioglierlo il dominio dell'Asia. Alessandro Magno nel 334 a.C. visitò la città , troncò il nodo con la spada....e poi si impossessò dell'Asia.

Il territorio della Crimea è un punto sensibile-strategico negli equilibri  di tutta la geopolitica degli stati che si affacciano sul Mar Nero che bagna la Romania, l'Ucraina, la Russia, la Georgia, la Turchia, la Bulgaria; e comunica con il Mar Mediterraneo e il Mar d'Azov, Nel 1991 la Crimea divenne parte dell'Ucraina indipendente, e  ben presto il maggior punto di attrito territoriale fra Ucraina e Russia, soprattutto a causa della presenza della flotta russa nel Mar Nero. Se da una parte la Crimea appartiene de iure all'Ucraina (come "Repubblica autonoma di Crimea"),  dopo l'occupazione da parte delle truppe russe che erano di stanza nella base di Sebastopoli, nel 2014, la penisola è stata annessa dalla Federazione Russa (come "Repubblica di Crimea") a seguito del referendum del 16 marzo quando il 95,7% degli abitanti ha votato l'annessione della penisola alla Russia.

E' il caso di dire che Vladimir Putin. il nuovo zar della Russia, ha sciolto il 'nodo' della Crimea sfruttando il referendum dei residenti favorevoli all'annessione dopo averla occupata. L'occupazione  della penisola è poi servita .come 'un cavallo di Troia' per avanzare altre pretese territoriali della Russia nel Donbas e altrove nel territorio ucraino. La Crimea non solo è stata quindi usata come una base militare ma anche come test per  altre annessioni di parte del territorio ucraino.

Il 23 agosto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che  “la restituzione della Crimea all’Ucraina, di cui è una parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale”, sottolineando l’importanza per la sicurezza regionale e globale della “protezione dell’integrità territoriale, della sovranità e dell’unità politica dell’Ucraina”.

La Crimea torna al centro della scena qui ad agosto o la fa con un blitz delle forze speciali ucraine, un commando di Kiev  sbarcato sulla costa occidentale della penisola, che ha issato la bandiera ucraina. L'aumento dell'intensità degli attacchi di fine agosto. sulla Crimea sottolinea ancora una volta l'importanza della Crimea per l'Ucraina, un territorio che  Kiev non vuole barattare per la fine della guerra. L'Ucraina ha così condotto  con successo il 24 agosto una temeraria operazione in Crimea   mentre Kiev celebrava il 32simo anniversario dell'indipendenza dall'Unione Sovietica avvenuta nel 1991. La Russia starebbe raggruppando le sue forze e i suoi mezzi in questa zona, trasferendo allo stesso tempo brigate e divisioni dal proprio territorio.
Questa lunga guerra che ormai dura da più di un anno e mezzo starebbe poi spingendo la Russia a una nuova operazione per ingrossare le file del proprio esercito. Mosca non ha sospeso la mobilitazione e starebbe valutando la possibilità di arruolare altre 450 mila persone dopo averne coscritte altre 350 mila solo nello scorso autunno.

La 'questione Crimea', un rompicapo geopolitico

Se Kiev ritiene la Crimea irrinunciabile, irrinunciabile lo è pure per Mosca. Per gli ucraini, la lotta per porre fine all’occupazione russa della Crimea non è solo una questione di sovranità, diritti umani o sicurezza nazionale ma è anche una ricerca per difendere il diritto internazionale. D'altro canto, sin dall’invasione del 2014, la propaganda del Cremlino ha promosso il mito della Crimea come “terra storicamente russa” e questo retaggio storico  costituisce per il popolo russo un legame indissolubile, fin dai tempi di Pietro il Grande cui il nuovo zar Putin trae ispirazione e della zarina Caterina II, La zarinae  dopo la  1a guerra turca (1768-74),  nomino' nel 1776 Potëmkin Grigorij Aleksandrovič amministratore della Russia meridionale con la nomina a governatore della Novorossija (Nuova Russia) (cioè delle terre appena conquistate ai Turchi e Tatari), al fine di rendere più sicuri i nuovi territori. Il termine è stato ripreso nel 2014 da parte dei secessionisti dell'Ucraina del Sud-est, che aspirano in futuro ad unire le autodichiarate Repubbliche Popolari di Donetsk  e di Luhansk nello Stato federale della Russia. Da cortigiano e favorito di Caterina la Grande a generale, da governatore  a  comandante in capo e Grande Ammiraglio della flotta navale nel Mar Nero, da costruttore a colonizzatore, Potemkin ha incarnato lo spirito più eroico e avventuroso di tutto un  popolo slavo che viveva a quel tempo nella pianura sarmatica. Potemkin soppresse il khanato di Crimea che era sotto il controllo dei tatari, approfittando di una guerra civile interna e soprattutto prendendo la Crimea senza colpo ferire, e annettendola alla Russia il 21 luglio 1783. Come fondatore-costruttore fondò varie città in Crimea tra le quali  nel 1784, Sebastopoli (oggi grande porto militare e commerciale in affitto alla Russia sino al 2042 )  e Sinferopoli, l'attuale capitale della Crimea.

 

 

Novorossija (Nuova Russia, zona in color giallo), l’area a nord del Mar Nero che fu conquistata dall'Impero Russo alla fine del XVIII secolo.  Il confine occidentale è a ridosso del fiume Dniester, includendo l’odierna Transnistria (i numeri indicano l’anno di occupazione delle aree tolte ai turchi e tatari)

 

Nel 1954 il Presidente russo Nikita Kruschev, trasferì la Crimea all’Ucraina nel trecentesimo anniversario del Trattato di Perejaslav col quale il territorio ucraino a oriente del fiume Dnipro aveva scelto di unirsi alla Russia. L’annessione formale della penisola all’Ucraina avvenne due anni dopo. Dopo il collasso dell’U.R.S.S. (1991) e la creazione della C.S.I. (Comunità Stati Indipendenti) e della R.S.F.S.R. (Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa) l’oblast di Crimea confermò la propria adesione all’Ucraina (divenuta a sua volta Repubblica Socialista Federativa Sovietica Ucraina ) sempre come “Repubblica autonoma di Crimea”.

Il Governo ucraino confermò la propria sovranità anche dopo il  referendum 16 marzo 2014 sulla penisola dichiarandola “temporaneamente occupata”.

Contemporaneamente (17 marzo) il Presidente russo Vladimir Putin decretò il riconoscimento da parte della Russia dell' indipendenza della Repubblica autonoma di Crimea con Sebastopoli definita “città federale a statuto speciale”. Il giorno successivo firmò il decreto di annessione della Crimea (e di Sebastopoli) alla Russia come sua 22^ Repubblica autonoma.

Dopo la dissoluzione dell'U.R.S.S,  Il 23 gennaio 1992, il Parlamento russo  riaprì il dossier Crimea chiedendo al governo di Boris Eltsin di indagare sulla costituzionalità della cessione della Crimea all'Ucraina del 1954.  Il 21 maggio 1992, il Soviet supremo della Russia, approvò con una maggioranza del 53% una risoluzione con cui si annullava l'atto di cessione della Crimea all'Ucraina voluto da Nikita Chruščёv nel 1954, Alle elezioni ucraine del 27 marzo 1994 in Crimea, il 65,7% votò per il partito Russia, che ambiva a riportare la penisola in Russia. Forti del risultato, nei giorni successivi, il Parlamento della Crimea approvò una Costituzione che di fatto istituiva la Repubblica indipendente di Crimea, introducendo anche la doppia cittadinanza russa e ucraina.Nel 1995 fu creata la Repubblica autonoma di Crimea con la quale l'Ucraina concesse maggior autonomia alla penisola.

A che punto è la 'questione Crimea'

Molti analisti ritengono che l’obbiettivo reale dell'invasione russa dell'Ucraina fosse quello di iniziare a ricostituire l’unità territoriale della Russia preesistente al 1991. Un tentativo di riunire sotto la Federazione Russa tutti gli Stati postsovietici che avevano fatto parte dell’U.R.S.S. prima del suo disfacimento. In questa operazione era compresa la formalizzazione dell’annessione della Crimea alla Russia. Il conflitto in atto tra Ucraina e Russia non pare di rapida soluzione per irrigidimento di entrambe le parti contendenti . Putin  ha occupato territori dell'Ucraina e vi mantiene un conflitto nella convinzione che prima o poi la Russia riacquisterà, se non il dominio de jure, almeno un controllo de facto su tutta l’area ex sovietica. Ciò renderebbe irrilevanti le frontiere e ripristinerebbe il potere di Mosca su tutta la regione. A quel punto, ritirare o lasciare truppe russe in Ucraina, Georgia o Transnistria (un'enclave della Moldova) diventerebbe quasi un fatto di politica interna, pressoché ininfluente. La possibilità che Putin realizzi questo scenario dipenderà in gran parte dalla resistenza che troverà nei Paesi occidentali.

Nelle trattative che comunque dovranno avvenire verrà necessariamente compresa e definitivamente risolta anche formalmente la situazione della Crimea.

La Nato ha conseguito un indubbio successo allargando a 32 i membri dell'Alleanza. Con l'entrata di Finlandia e  Svezia. Quest'ultima è entrata nell'Alleanza dopo la rinuncia al veto da parte della Turchia, che deve aver ottenuto dalla Nato  non poche assicurazioni se come si sospetta  ha spinto il suo presidente Erdogan a sostenere a fine agosto che la restituzione della Crimea all’Ucraina, di cui è una parte inseparabile, è essenzialmente un requisito del diritto internazionale. Ma si sa che il sultano è maestro nell'arte del doppio-gioco e non a caso esercita una politica 'bizantina' nell'intrattenere solidi rapporti commerciali con Mosca  eludendo l'applicazione di sanzioni nei confronti della Russia e nel contempo aspirando  a far parte dell'UE. C'e' da scommettere che questa aspirazione verrà esaudita quanto prima perchè l'influenza della Turchia nello scacchiere geopolitico è sempre più rilevante, soprattutto dopo la recente rielezione del sultano alla guida del Paese. Cionondimeno, secondo copione, Erdogan è atteso da Putin l'8 settembre per mettere a fuoco la 'questione  Crimea' che appare sempre più intricata. La controffensiva ucraina anche se ha conseguito alcuni risultati con lo sfondamento della prima linea difensiva nella strada verso la conquista della Crimea, sta pagando un caro prezzo nella perdita di uomini (i russi parlano di 5000 soldati ucraini caduti in una settimana) e di risorse, tanto che Zelenski recentemente ha parlato di una possibile soluzione politica per la Crimea, che porterebbe alla smilitarizzazione della penisola. Un clichè ben noto che ha gia' dei precedenti come nel caso arcinoto della 'questione transnistriana',  con la repubblica della Transnistria (PMR in russo) che da 32 anni resiste come stato indipendente de facto anche se  de  iure dipende dalla Moldova. A ben guardare la situazione Moldova-Transnistria, anche se meno importante dal punto di vista strategico per Mosca, ricalca quella di Ucraina-Crimea, e c'è più di un dubbio che l'irrigidimento dei due stati ultranazionalisti coinvolti nella guerra ai bordi dell'Europa porti inevitabilmente ad un conflitto ingessato, con la permanenza di una 'Repubblica autonoma della Crimea'  non smilitarizzata, in barba alle sanzioni e al disconoscimento dell'occupazione russa.  L'autoproclamazione di indipendenza della Transnistria nel 1991 ha costituito un pericoloso precedente nell'Est Europa e di fatto una piccola regione di 4mila chilometri quadrati ha nel suo interno un contingente di alcune migliaia di miliziani russi che sembrano inamovibili nonostante le continue provocazioni da parte della Moldova e Ucraina unite nel chiedere l'allontanamento del contingente russo. E' certo che queste provocazioni nuocerebbero alle richieste di questi 2 Paesi che hanno richiesto con insistenza l'adesione all'UE, che d'altra  parte subordina tale richiesta alla necessità di non aprire altri fronti di conflitto.

L'ammorbidimento della posizione della Nato a trazione USA nel prospettare, per bocca di Zelenskij. spiragli di trattative consegue dal realizzare che il rapporto costo/beneficio nell'operazione di supporto all'Ucraina è troppo alto, nel senso che  è sproporzionato il costo delle vite umane e delle risorse impiegate rispetto ai risultati conseguiti sul campo, Tanto più che l'economia della Russia dopo un anno e mezzo di guerra non appare così fragile come preventivato dagli analisti occidentali. Anzi, Mosca sta riaprendo un nuovo fronte di guerra nell'oblast di Karkiv dove sono stati dispiegati più di 100mila unità, non solo per una manovra diversiva per distogliere forze militari ucraine dall'area che si affaccia alla Crimea ma per mettere a tacere il pericolo di incursioni militari che vengono da una regione confinante con la Russia. La politica autoproclamatasi 'difensiva' della Nato appartiene ormai alla mitologia perchè la storia ha dimostrato chiaramente che dal 1999, anno dei  pesanti bombardamenti sulla Serbia, l'Alleanza ha condotto le ostilità nei Balcani nonostante il parere negativo dell'ONU. E' vero che la  Nato ha  oggi allargato i  confini  della sua influenza aggregando altri 2 stati ma lo sta facendo a spese del popolo ucraino costretto ad una guerra logorante e  prolungata nel tempo. Chi ha alimentato i circuiti nazionalistici ucraini porta gravi responsabilità. In quanto sembra realisticamente impossibile che l'Ucraina possa ricostituire i suoi confini. L'idea che possa sconfiggere sul piano militare la Russia, al netto della propaganda, è pura autosuggestione. Dall'altro canto, appare oggi evidente  che la Russia è governata da una élite autocratica neozarista, con il ritorno di una idea dello Stato etnico accentrato di tipo ottocentesco.

Perdurando questa situazione e continuando sulla strada che vede prioritaria la conquista della Crimea da parte dell'Ucraina, c'è chi prevede in un prossimo futuro una 'Ucraina senza ucraini' o che è lo stesso 'ucraini senza Ucraina'.



Ultimo aggiornamento Giovedì 31 Agosto 2023 13:29
 

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