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Perle di Calabria - Interviste PDF Stampa E-mail
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Notizie - Interviste
Domenica 04 Giugno 2023 22:27

 

 

Natura incontaminata, enogastronomia da sballo, cultura secolare, ospitalità atavica, fucina di talenti. Beh, avrete capito che ci riferiamo a una delle due estremità meridionali della penisola italiana: la Calabria. È da qui che nascono molte di quelle eccellenze che godono di gran credito nelle rispettive attività in ogni angolo del mondo. Beatrice Limonti, castrovillarese, oggi violinista di successo nazionale e internazionale, è una delle citate eccellenze che fa onore alla sua terra natale e non potevamo perdere l’occasione di intervistarla nell’ambito del programma giornalistico, promosso dall’ASIB (Associazione Stampa Italia in Brasile) in collaborazione con PT Group Salute,  “Perle di Calabria”.

Riportiamo qui di seguito l’intervista resa al nostro corrispondente di Cosenza, ringraziando la violinista Limonti per l’attenzione riservataci.

 

Perché e quando hai iniziato questa bellissima attività musicale?

 

Ho iniziato questo percorso alla tenera età di 3 anni studiando pianoforte con mia zia Maria Limonti, musicista professionista. La passione per il violino è nata quasi per gioco. Mio padre custodiva con gelosia nella bacheca di casa un violino, regalatogli da mio nonno, e io andavo sempre a strimpellarlo. Una sera, mentre stavamo ascoltando “Europa” di Carlos Santana, io presi quel violino e iniziai a suonare ad orecchio la melodia sulla corda del Re. Da quell’episodio i miei genitori capirono quanto fossi attratta da questo strumento a quattro corde, e così iniziai le prime lezioni private. In seguito scoprirono che ho l’orecchio assoluto e così iniziai gli studi professionali in conservatorio.

 

Cosa rappresenta la musica per te?

 

La musica è una necessità dello spirito, per me è rapimento e non ragionamento. Dietro la forma delle note c’è solo l’infinito, e sono convinta che l’infinito non si può spiegare con le parole. Quindi per me la musica è un modo diverso e inspiegabile di comunicare. Le mie performance sono molto influenzate dalla mia sensibilità e da quella dell’accompagnatore, col quale si crea un dialogo profondo.

 

Da dove si evolve il tuo concetto cognitivo vincolato al tuo concerto musicale e stilistico?

 

I miei ragionamenti dietro all’esecuzione nascono dal fatto che io tengo molto in conto lo stile del singolo compositore. Quindi rispetto il periodo storico e quello che l’autore vuole comunicare all’ascoltatore. Se si parla invece di interpretazione, il mio modus operandi è un po’ più sperimentale. Da questo punto di vista la penso un po’ come il famoso Violinista francese Gilles Apap che ha eseguito magnificamente il famoso concerto numero tre per violino di Mozart, conferendogli anche un sapore gipsy jazz.

 

Chi sono i musicisti cui ti sei ispirata?

 

Sono stati i grandi della musica classica ma anche della musica jazz. Quindi stiamo parlando di Bach e Mozart che mi hanno donato un’immensa preparazione di teoria armonica, ma anche i musicisti romantici. Sono molto appassionata del gruppo dei Cinque, dei compositori russi che hanno condotto un lavoro molto importante di Etnomusicologia, portando la musica tradizionale nelle composizioni classiche. Poi mi ispiro ai jazzisti come Chick Corea, Frank Zappa e John Zofn, ai quali ho dedicato la mia tesi di violino jazz, e al Fusion Jazz.

 

Con chi hai già collaborato e con chi avresti piacere di esibirti?

 

Sono una violinista con oltre dieci anni di esperienza in orchestre d’opera e sinfoniche, musica da camera e come solista. Ho collaborato con rinomati colleghi in diversi Paesi e in diversi generi musicali. Ho il privilegio di studiare nell’orchestra Erasmus+ con il Maestro Elio Orciuolo dal 2022, un’orchestra formata da musicisti di tutta Europa. Collaboro come spalla e violino di fila in varie orchestre di Londra come la London City Orchestra, Ernest Read Orchestra, Blue Light Symphony Orchestra. Ultimamente ho avuto il piacere di suonare con la Salomon Orchestra e di collaborare con il direttore spagnolo Edmon Colomer. Il mio lavoro si estende anche a performance di genere jazz e di popular music: ho collaborato con artisti come il caro Geoff Westley, Alfredo Biondo, Richard Galliano, Omar Puente, Manuel Agnelli, Maurizio Morante, Giuseppe Santelli, Alessandra Chiarello, i Calibro 35, Nada, Serena Brancale, Willie Peyote, Ivano Fossati e Chico Buarque e molti altri. Collaboro in duo con il fisarmonicista Pietro Chiodi, suonando musica argentina e francese. In futuro mi piacerebbe collaborare nuovamente con il fisarmonicista Richard Galliano, il quale è sempre stato d’ispirazione per me.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

 

Mi piacerebbe stabilirmi in UK, perché lì c’è uno scenario musicale che permette di valorizzare il violino a 360°. Posso suonare generi musicali sempre diversi ogni settimana, dal pop al jazz alla classica. Londra in particolare è piena di artisti di spessore. Un altro mio progetto è quello di andare in America, poiché sono innamorata della cultura musicale del Sudamerica, come la bossa nova e la musica argentina. Ho avuto il piacere in passato di studiare una masterclass di bossa nova con il grande chitarrista Irio De Paula.

 

Quanto ha influito in te la cultura d’origine?

 

Sin da piccolina è stata una parte integrante della mia vita. Sono cresciuta all’interno del gruppo folkloristico della Pro-Loco del Pollino. La musica tradizionale fa parte del mio bagaglio culturale che porto sempre con me. La tarantella pastorale del Pollino per me è cultura d’origine. Nel 2019 ho partecipato ad un progetto sperimentale con i Sabatum Quartet, in cui la band performava anche con un’orchestra, di cui io sono stata anche solista. Ad Agosto di quest’anno sarò violinista e coordinatrice d’orchestra per il festival della canzone Arbëreshe a San Demetrio Corone (CS), collaborando nuovamente con il caro maestro Alfredo Biondo.

Ultimo aggiornamento Domenica 04 Giugno 2023 23:01
 

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