Cevolani: Una favola dai contorni reali |
Notizie - Scienza |
Venerdì 05 Maggio 2023 07:35 |
L'EREDITA' DELLA METEORITE RENAZZO AL BICENTENARIO DELLA CADUTA
GIORDANO CEVOLANI
Renazzo (307,55 grammi), la meteorite caduta il 15 gennaio 1824, conservata presso il Museo di Mineralogia 'Luigi Bombicci' a Bologna, la prima ad aver svelato la presenza di polvere di stelle (supernove, giganti rosse..) nate prima del Sole.
L'espressione “Siamo polvere di stelle” non è solo un modo poetico di dire, ma descrive il fatto che la gran parte degli atomi presenti nell'Universo e che compongono gli organismi viventi hanno avuto origine nelle stelle, nel corso della loro vita o durante le esplosioni di supernova, una stella di grande massa ad uno stadio avanzato della sua evoluzione che nell’esplosione espelle i suoi strati più estern. “Polvere siamo e polvere ritorneremo”. Queste parole che compaiono in Genesi 3,19 e suonano come un triste presagio, vengono viste pure come una forma di redenzione pensando alla nostra origine stellare e che alla nostra dipartita 'i componenti dell'anima nel momento della morte lasciano il sistema nervoso per entrate nell'Universo'. Quest'ultime parole non prive di suggestione e che inducono ad una seria riflessione, sono di Stuart Hameroff e del premio Nobel 2020 per la fisica Roger Penrose che sostengono si possa dimostrare l'esistenza dell'anima basandosi sulla fisica quantistica.
L'IMPORTANZA DELLE METEORITI NELLA STORIA DELL'UOMO
Le meteoriti rappresentano il contatto più immediato con la materia extraterrestre. Tenerle in mano significa avere un contatto diretto con i resti della materia primordiale o anche possedere una ‘foto’ del sistema solare neonato che ha conservato le sue sembianze originali. Nei casi più fortunati - si può venire a contatto con polvere di stelle, costituita da invisibili diamanti e altre pietre preziose che possono spiegare l'origine del Sole, dei pianeti e, in un certo senso, anche di noi stessi. Ora è noto che queste gemme cosmiche provengono da stelle antenate del Sole che alla loro morte hanno cosparso lo spazio circostante di polveri di elementi preziosissimi per studiare la storia non solo del sistema solare ma dell'Universo stesso.
Sicuramente meno noto è che le prime indicazioni dell'esistenza di polvere di stelle nelle meteoriti, vengono proprio da Renazzo, una meteorite caduta il 15 gennaio 1824 in una frazione di Cento di Ferrara, e, aspetto non da poco, recuperata subito dopo la caduta..
Sara Russell e Conel Alexanders, due accreditati studiosi di meteoriti scrivevano nel loro articolo ‘STARDUST’ (polvere di stelle) del New Scientist, 13 maggio 2000...”Le prime indicazioni che le meteoriti contenevano antica polvere di stelle risalgono al 1964, quando Grenville Turner e John Reynolds, a quel tempo dell'Università della California a Berkeley, notarono alcune anomalie nel contenuto di xenon, un gas raro intrappolato in una meteorite chiamata Renazzo contenente percentuali insolitamente alte degli isotopi più pesanti (H) e leggeri (L) dello xenon (in gergo, Xe-HL)..... Tutte queste minutissime gemme ci aiutano a comprendere come le stelle e le galassie si formano ed evolvono.......Noi tutti siamo, in definitiva, polvere di stelle.”
Alcuni singolari aspetti di Renazzo, dall'analisi con il microscopio elettronico a scansione (SEM) nell'Area di Ricerca del Cnr di Bologna
RENAZZO, UNA METEORITE DI FAMIGLIA
La storia dell'evento della caduta di Renazzo si intreccia con la storia personale, al punto che curando la seconda edizione del libro sulla meteorite in occasione del bicentenario della caduta del corpo cosmico, mi sento di parlare di predestinazione. Quando infatti alla metà degli anni '90 ho voluto compilare e aggiornare per la nostra comunità dei planetologi il catalogo delle meteoriti italiane, mi sono imbattuto nella meteorite Renazzo, quasi misconosciuta in Italia, ma molto nota ed apprezzata all’estero, inseguendo un percorso non solo astronomico ma storiografico, mi sono sinceramente appassionato nelle indagini su questa pietra celeste che rappresenta un importante tassello della nostra stessa esistenza, una sorta di ‘reliquia’ del nostro sistema solare. Di ritorno a metà gennaio 1995 dalla mia prima campagna feci tappa a Los Angeles, provenendo dalla Base italiana di Baia Terranova (oggi Base Zucchelli) in Antartide e passando poi per la Nuova Zelanda da dove presi l'aereo per gli Stati Uniti, a Los Angeles incontrai in aeroporto un ricercatore a me noto dell'Università di Berkeley in California che sapeva del mio arrivo e che mi chiese se la ricerca di meteoriti nel Sesto Continente era stata fruttuosa. Alla mia risposta non entusiastica, il ricercatore volle consolarmi citando 'Renaccio' (intendeva Renazzo, ma la doppia 'z' per un americano è impronunciabile) che nella vicina università di Berkeley stavano studiando da più di 30 anni per la sua straordinaria importanza. A suo dire, si trattava di un tipo rarissimo di condrite carbonacea che B.Manson e H.B. Wiik sulla rivista “American Museum Novitates” (1962) dichiararono essere, sotto molti aspetti, un oggetto unico, costantemente sotto i riflettori della scienza. Tanto importante da ricoprire in ambito scientifico, e segnatamente per l’astrofisica nucleare, lo stesso ruolo della stele di Rosetta che ha consentito di decifrare i geroglifici dell’antico Egitto partendo dalle iscrizioni scolpite su quel sasso. Cosa non da poco se in astrofisica, la piu’ affascinante scoperta scientifica dell'ultimo mezzo secolo è il ritrovamento di polvere di stelle solo in alcune particolari condriti cadute sulla Terra. L’identificazione di polvere stellare sotto forma di grani (grani presolari) nelle meteoriti a partire dal 1987 avvenuta proprio con la meteorite Renazzo - la prima per la scienza ad aver rivelato nel suo interno la presenza di polvere di stelle nate prima del nostro Sole, ha rilanciato di fatto dopo più di 40 anni di intensi studi, una nuova branca dell’astrofisica - l’astrofisica nucleare - che ha permesso di studiare nei minimi dettagli le reazioni avvenute nei cuori nucleari delle stelle. Nei grani presolari delle condriti carbonacee si sono poi identificati i minerali portatori di gas rari aventi rapporti isotopici anomali. La scoperta scientifica sconfina nell’ambito dell’astrobiologia o esobiologia, una disciplina transdisciplinare, oggi elevata al rango di disciplina scientifica la quale fa intendere che parlando di Renazzo si parla in definitiva della nostra stessa vita. Inutile dire che le parole del ricercatore mi lasciarono – è il caso di dire – senza parole perchè ebbero l'effetto di una sorta di rimostranza che mi procurava un certo disagio per non conoscere a sufficienza una pietra cosmica caduta a pochi chilometri da dove ero nato e dove avevo fatto i miei studi prima di trasferirmi a Bologna per frequentare la facoltà di Fisica. Disagio? E' più corretto parlare di un senso di imbarazzo nel valutare che Renazzo è una frazione limitrova di Cento, dove da più di 5 secoli i figli maschi degli antenati della mia famiglia ricevevano in affitto dalle Partecipanze Agrarie di Cento e di Pieve di Cento un appezzamento di terreno ('capo' nel gergo delle partecipanze destinato alle famiglie dei Partecipanti detti in gergo, “capisti) di circa un ettaro da coltivare per un lasso di tempo ventennale. E' curioso annotare che la parte più cospicua del territorio su cui sorsero le Partecipanze era costituita da una vasta area, in parte paludosa e in parte boschiva dal nome Malaffitto (comprendente il territorio attuale di Renazzo) che agli inizi del XIV secolo il vescovo di Bologna cedette in affitto alle due comunità ancora unite in una stessa amministrazione. Probabilmente queste comunità già da tempo sfruttavano tale superficie come incolto comune e ne avevano promosso il prosciugamento. Successivamente, un documento del Papa Pio II, pubblicato il 10 Settembre 1460 autorizzava ufficialmente la vendita dei terreni del Malaffitto agli uomini di Cento e di Pieve iscritti all'estimo.
A sinistra: Riproduzione della caduta di Renazzo dietro la chiesa di San Sebastiano (frontespizio del primo libro: Renazzo, una meteorite racconta la nostra storia, SIACA, 2001); s destra: i terreni storici del Malafitto a Renazzo (in alto a destra della figura), esistenti dal XIV secolo, amministrati tutt'oggi dalla Partencipanza Agraria di Pieve di Cento, sui quali sono caduti i frammenti principali della meteorite
A sinistra: il logo della Partecipanza Agraria di Pieve di Cento, legalmente costituita nel 1460, anno in cui gli uomini di Pieve, liberamente consorziati, acquistarono dal Cardinale Filippo Calandrini, Arcivescovo di Bologna, Principe del centopievese, 'il tenimento di Malaffitto esteso Ha 487.59; A destra: lo stemma di una delle Famiglie Partecipanti (Cevolani, la mia da cui discendo)
Con queste premesse, è facile immaginare che dopo l'incontro con il collega americano andavo rimuginando sul fatto che la meteorite era caduta in pratica dietro casa o perlomeno nella frazione in cui i miei antenati ancor oggi figurano da più di 5 secoli come 'capisti', eredi delle 43 famiglie aventi il diritto di sfruttamento del terreno a ridosso del fiume Reno. A questo oblìo sentivo di dover in qualche modo rimediare e per alcuni anni mi sono messo sulle tracce delle fonti storiche dell'evento partendo dalla consultazione dell'archivio storico di Cento. Nel novembre 2001 fu pubblicato il libro 'Renazzo, una meteorite racconta la nostra storia', dalla SIACA Arti Grafiche di Cento con il supporto della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cento e del contributo dei Comuni e di organizzazioni culturali del territorio.
Perché scrivere un nuovo libro sulla meteorite Renazzo? Per alcuni un fenomeno naturale come quello della caduta di una roccia spaziale a Renazzo può apparire non così meritevole di attenzione al punto da dedicarvi addirittura due libri. Ma se dopo due secoli si è compreso che una semplice pietra caduta dal cielo è un documento importante non solo per lo studio dell’Universo ma della nostra stessa esistenza su cui si sono accesi nuovi e importanti studi, allora non ci si può sottrarre al compito di informare e rivelare che cosa si nasconde dietro un fenomeno già di per sé straordinario come la caduta di una meteorite, vista cadere e subito raccolta. Ecco perchè scrivere un secondo libro su Renazzo in occasione del bicentenario della caduta avvenuta il 15 gennaio 1824 è senz'altro un motivo di onestà storico-scientifica oltre che di vanto e orgoglio, ovviamente proseguendo nella descrizione delle ricerche condotte da 20 anni fa. In più di 20 anni trascorsi dalla prima pubblicazione, ho realizzato che sono stati compiuti passi strabilianti nello studio delle meteoriti di un gruppo di pietre affini che hanno come capostipite Renazzo (CR, condriti del tipo-Renazzo), soprattutto nel settore delll'astrobiologia (o esobiologia) con l''analisi di alcune condriti carbonacee scoperte in Antartide; e nel settore della 'space economy', un nuovo settore votato allo sfruttamento delle risorse minerarie di piccoli asteroidi, considerati corpi genitori delle meteoriti. Il Tempo fugge inesorabilmente e porta via tutto; la Storia, al contrario, cerca di riportare in vita e alla memoria ciò che il Tempo ha travolto. Uno dei più famosi autori del Romanticismo, Alessandro Manzoni, nell'Introduzione de "I Promessi Sposi" si esprime così: “L’ Historia si può veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo, perché togliendoli di mano gl’anni suoi prigionieri, anzi già fatti cadaueri, li richiama in vita, li passa in rassegna e li schiera di nuovo in battaglia […]”.
(tratto dal libro L'EREDITA' DELLA METEORITE RENAZZO AL BICENTENARIO DELLA CADUTA, Amazon, pp.301, aprile 2023).
I mattoni della vita nelle meteoriti antartiche del gruppo - Renazzo (CR)
Negli ultimi tre decenni, la nostra conoscenza e comprensione del valore scientifico di Renazzo e delle meteoriti CR (condriti carbonacee del tipo-Renazzo) è aumentata notevolmente, poiché sono disponibili per l'analisi molti campioni provenienti da deserti freddi e caldi. I mattoni della vita sono stati scoperti in meteoriti antartiche CR. I ricercatori che fanno capo a Sandra Pizzarello dell’Arizona State University hanno analizzato recentemente i principali composti organici delle due CR2 antartiche (GRA95229 e LAP02342) e hanno mostrato che la composizione organica delle due meteoriti differisce notevolmente da qualsiasi altra osservata prima in condriti carbonacee.Le distribuzioni più abbondanti di aminoacidi trovati all'interno delle CR2, previlegiano le catene di lunghezza minore (ad esempio, glicina e alanina), che sono sovrabbondanti rispetto alle catene più lunghe. Sulla base di una varietà di studi mineralogici, isotopici e spettroscopici, siamo giunti alla conclusione che le condriti CR, in gran parte scoperte di recente in Antartide, sono campioni eccellenti di meteoriti asteroidali per poter identificare nebulose di tipo solare, e per osservare i processi al loro interno che portano alla formazione dei corpi genitori delle meteoriti nonché la formazione dei grani di polvere circumstellare (grani presolari) che hanno di fatto confermato la connessione tra il sistema solare e la galassia di appartenenza e in definitiva, la nostra origine stellare.
(a sinistra) una sezione sottile della meteorite antartica carbonacea GRA95229 osservata a luce polarizzata che mostra agglomerati sferoidali (condrule) di dimensioni fino a 2 mm di diametro; (a destra) i 10 aminoacidi – 4 essenziali (in blu) e 6 non essenziali (in rosso) – del nostro DNA scoperti in GRA95229
L'esplosione degli studi in special modo agli inizi di questo terzo millennio su Renazzo, e sulle imparentate CR sta a significare che queste pietre celesti sono piccoli laboratori in miniatura in grado di dare alcune importanti risposte ad una serie di interrogativi ed enigmi che interessano un pubblico sempre più vasto e variegato e che conducono gradualmente alla soluzione dell'origine della vita sulla Terra e altrove.
Per approfondimenti |
Ultimo aggiornamento Venerdì 05 Maggio 2023 07:37 |
Ultime Notizie
Nasce la Bologna Quantum Alliance: un nuovo punto di riferimento europeo per le... Leggi tutto...
G7 SCIENZA E TECNOLOGIA | L’INGV partecipa alla Conferenza ministeriale ... Leggi tutto...
Rivista La Gazzetta
Edizione 41 |
40 | 39 | 38 | 37 | 36 | 35 | 34 | 33 | 32 31 | 30 | 29 | 28 | 27 | 26 | 25 | 24 | 23 22 | |