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Reportage dal Donbass in guerra - Cimitero di Staryi Krym PDF Stampa E-mail
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Notizie - Cronache
Giovedì 23 Marzo 2023 21:55


Reportage dal Donbass in guerra

 

Migliaia di ignoti sotterrati a Staryi Krym, cimitero della carneficina di Mariupol’

 

   Mariupol’, Repubblica Popolare di Donetsk, 29 gennaio 2023 - Su mia richiesta, il reporter italo-russo Vittorio Nicola Rangeloni m’ha portato ancora a Mariupol’. Avevo visto un video della BBC (British Broadcasting Corporation) realizzato con un drone in sorvolo sul vasto cimitero di Staryi Krym (Vecchia Crimea) della città sul mar d’Azov riprendendo le tante sepolture relative al più risoluto periodo delle battaglie ucraino-russe (tra il 24 febbraio ed il 20 maggio 2022) che facevano ipotizzare massacri e fosse comuni di militari e civili. Ho voluto osservare direttamente, toccare con mano la realtà, ben conoscendo l’“informazione” anglosassone intrisa di gratuita russofobia dalle radici storiche.

   Con noi è venuto anche il blogger serbo Mihailo Medenica (che non ho mai scorto annotare o fotografare qualcosa nei nostri itinerari di guerra) intenzionato poi a trovarsi con amici a Mariupol’. Vittorio ha fermato l’auto accanto ad un accesso isolato (campestre, senza recinzioni od entrate regolari) del cimitero periferico situato vicino all’insediamento omonimo a circa sette km da Mariupol’, nei pressi del fiume Kalchyk (in russo, Kal’čik o Kalka in ucraino). 

   Addentratomi nella desolata estensione per conto mio, ho fatto subito i conti con il terreno particolarmente molle che, ad ogni passo, ha accumulato fango sulle suole degli scarponi da trekking indossati. La distesa di tombe a vista d’occhio che mi s’è parata davanti m’ha lasciato sgomento durante l’individuazione di sentieri percorribili nel dedalo di loculi a terra.

   Volendo documentare il più possibile e con obiettività, ho cercato gli interramenti con date contemporanee, appunto, agli atroci mesi della dura contrapposizione tra forze armate dell’Ucraina, del Battaglione “Azov” e dell’unità collaborazionista “Libertà alla Russia” (di cui nessuno parla, attiva dal 15 marzo 2022, composta da oppositori politici, ex prigionieri di guerra e disertori russi, appartenente alla Legione Internazionale di Difesa Territoriale dell’Ucraina) da una parte e le formazioni militari della Federazione Russa e della Repubblica Popolare di Donetsk dall’altra.

   Sono riuscito, in effetti, a reperire vari di questi seppellimenti, curati secondo la tradizione ortodossa, alcuni con panchine o sedie a lato dove i parenti hanno sostato bevendo vodka alla salute del defunto tal dei tali (come hanno dimostrato bicchieri e bottiglie vuote lasciati sul posto). Seppellimenti certo non attribuibili al cento per cento a vittime dell’incisiva resistenza ucraina o dell’insistente offensiva russa. Morti, semplicemente e purtroppo morti. Perché anche durante un conflitto la gente perisce per altre cause, non necessariamente per missili, razzi, pallottole dei  contendenti.

   Nel girovagare con calma e rispetto ho constatato in aree circoscritte una miriade di tumuli  contrassegnati solo da un numero progressivo scritto su una tavoletta rettangolare di legno, senza il minimo conforto d’una croce ortodossa o di qualsiasi altra connotazione religiosa. Tumuli già invasi dalla vegetazione spontanea, coperti da quella grassa terra che avevano ben conosciuto anche i valorosi e derelitti soldati del CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) poi ARMIR (Armata Italiana in Russia) in ritirata nell’Unione Sovietica invasa al seguito dei nazisti.

   Vittorio m’ha poi detto che quell’enormità di inumati ha costituito il novero dei deceduti non identificati degli scontri ucraino-russi. Civili di Mariupol’ e militari dei due schieramenti che, per infauste circostanze, non hanno lasciato traccia identitaria di loro stessi, venendo inclusi tra gli ignoti. Circa quattromila, secondo Vittorio, ciascuno col suo numero pseudo identificativo collegato ad un prelievo di Dna nel caso che qualche congiunto si facesse o si faccia vivo per tentare il riconoscimento.

   La drastica cifra dei senza nome è confermata e rilevabile anche dalle tante foto scattate personalmente nel cimitero di Staryi Krym, tra le quali risulta il sotterrato n. 4.570! Allucinante dato contabile d’una carneficina, dell’ostinazione bellica senza diplomazia, negoziati, compromessi... 

 

Servizio e foto di

Claudio Beccalossi

 

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