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Teatro: Mazzamauro PDF Stampa E-mail
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Notizie - Arte
Lunedì 23 Gennaio 2023 18:53



Mazzamauro e Carla Cavicchini

 

                                         

Eccola  avanzare come una panterona dai passi felpati, tutta in nero con gli strass per fare scena – nonostante sia donna “de luce profonda” -  e la chioma fulva leonina. Pantera, leonessa... è tutto questa straordinaria attrice e caratterista – pure cabatterista  al Teatro delle Sfide di Bientina per Teatro Guascone  mentre presenta “Nuda e Cruda, Buon Anna a tutti!” Sorride e comincia ad ironizzare su tutto proprio tutto dicendo “e mo' so bella dentro, ma che fatica ragazzi!!!”

“Il successo? Se arriva  afferralo,  però è mantenerlo che non è uno scherzo! Dunque, voi aspettate che parli di Fantozzi, della signorina Silvani che ero io: mah... francamente volevo fa: “Via col vento”,  tanto che da piccoletta recitavo in bagno, ecco perchè so diventata ' nu cesso' de  donna !

Ma quale 'cesso', lei i 'cessi 'di donne, le protagoniste del video...quelle che da Bruno  Vespa incrociano ben bene le gambe ad arte ( riescono poi a districarle?)  LOROOOO so 'cessi'  che la Mazzamauro ignora o forse fa finta di non vederle.

 “Insomma il regista di Fantozzi, Luciano Salce, mi guarda e...” ti ricordavo più brutta! Nun fa la moglie, fai la Silvani chessei giusta!” E ancora: “Per me è bell' è pronta!” Insomma, me sentivo na  diva totale!

Scrosciano gli applausi mentre lei osserva che, una volta nata, la scrutarono ben bene chiedendosi  se bisognava ficcarla in culla o...in gabbia! Quanto al trucco: “Non è un peccato, è un rimedio!!! Le belle si rimpolpano, s'impostano, se gonfiano er petto, na botta “ar culo” e...oddio! Ma lo sanno che la bruttezza ha un vantaggio? Beh...nun passa mai de moda! Tièèèè!!!

Non finisci di ridere che lei con musica balzellante, cambio di scena, tutta  sinuosa : “Sola me ne vo per la città...dun dun dun dun dun...dai da da da....” 

“Ah...figli miei, da giovane quello “nun me piace”, l'artro c'ha la panza”, l'artro ancora glie puzza er fiato, poi da 'maturella',...sempre più matura, insomma, accetti qualsiasi animale!!!Sposati, separati, divorziati, pure  quelli che te chiedono le ciglia finta! Ma...me, se non me prende il panico chi mi piglia? L'anni passano pe' tutti. Le braccia, l'interno cede ma io c'ho un rimedio: alzale, piegale, fortificale e manda tutti a quel paese. Sapessi come funziona!!!”

Troppo forte, fortissima.

Rieccola come la Mae West sciantosissima con reggipetto tutto rosso brillantante. Ricorda un po' la Marchesini.

“So Desideria, so transitoria e so trans a tuttotondo! Il sesso noi lo facciamo in macchina - te sembra poco trovà parcheggio? -  e questo tempo che me scarrozza m'ha pure spettinato la faccia!  Potrei essere pure Viola, un fiore, un nome, uno strumento...e poi quelli che violano!!!” L'atmosfera cambia, basta baracca e burattini, si fa sul serio con questo monologo che segue sul femminicidio. “Il cuore, l'amore, la fine dell'amore. E poi la tv e la violenza che propinano e come la propinano.! Hanno capito che funziona bene il tragico ed il sanguinolente colle giornaliste che massacrano chi è già massacrato dalla sofferenza! “C'E' BISOGNO DI SANGUE PERDIO!!! Ecco avanzare la parodia  con  tutta la tragicità per le donne ammazzate. Ribellarsi è un dovere. Anche a teatro. E la Mazzamauro è divina anche in questo!!! Una pausa, una riflessione. Forse anche una lacrima che scende. L'importante è che il messaggio sia arrivato. 

Na botta  de vita e si ricomincia cor l'avanspettacolo.

 Gli impresari,  quei cialtroni che “ Tu sei na diva nata, tu – sempre più smargiagrasso – recordate di portà la 'r' in scena, che fa così fine e così francese! “Rrr, rr, r“!

 Mamma mia, brutti da esagerà, con verità  - poche – e bugie, tante!

 Cambio. Anzi, lei che scende dal  palco: “E mo in prima fila 'becco' sempre sindaci, assessori, sei teee? Oppure te?  E gli alza le bretelle!

Rientro in scena. Polvere da palcoscenico.  IL clima adesso è al colmo del pathos, arriva la Magnani. Tutte brave queste 'Anne'. Tutte. Si siede, si alza, amoreggiando  al telefono – quasi ci fa all'amore - col suo  Roberto che  la tradisce con la Bergman. Arrivano fiori. Singhiozzando... “Robeeee, Robee, nun te ne andà. Robertino mio lo sai che ti amo. Robèèè, lo so che te...che te, ma io tesoro, io...Roberto?!?!?!!!! Te possino ammazzà!!!

Saliamo in camerino sapendo della solita tiritera: “Fuori! E' pericoloso, se inciampate  è un casino grosso!!! “Quante volte l'hanno urlato dietro, però, stavolta: “Scendete che la Mazzamauro sarà felice di salutarvi.” Cinque minuti ed eccola spumeggiante, radiosa e affamata. “Dobbiamo andà a  mangià, quindi...piaciuto lo spettacolo?

  Gentile si concede più del dovuto. Eh, figli miei,  so quarant'anni e passa d'attività, però non sono ancora una signora.”

No, decisamente, con tutto il rispetto per la Bertè, non lo è! neppure lei! Perchè la Mazzamauro è semplicemente  unica,  fenomenale tanto che, di “copia ed incollaggi” non se ne parla proprio.

 E poi, scusa, ma una  tipa così  dove la ritrovi? Manco inventarla!!!

 

 

Carla Cavicchini

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