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La geopolitica e l´analisi di Giordano Cevolani PDF Stampa E-mail
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Notizie - Opinioni
Domenica 31 Luglio 2022 11:46

L'EUROPA 'BIZANTINA'

DA ODESSA, UN CORRIDOIO PER LA TRANSNISTRIA?

 

 

 

Diplomazia bizantina: Olga, reggente della Rus' di Kiev, con la sua scorta a Costantinopoli(Madrid Skylitzes,

Biblioteca Nacional de España, Madrid). (Fonte: wikiwand)

 

Sembra ieri. Il 23 febbraio c.a. Vladimir Putin  annunciava  il riconoscimento delle regioni ucraine di Donetsk (DNR) e Luhansk (LNR), secondo quanto riportato da Dozhd, il canale televisivo indipendente russo di Natal'ja Sindeeva che lasciava presagire  l'inizio di una guerra su vasta scala nel Donbas  dopo aver reso noti i confini delle regioni di Luhansk e Donetsk tracciati dal Cremlino. In precedenza, il Consiglio della Federazione Russa aveva approvato l'uso delle forze armate russe al di fuori del paese "in connessione con la situazione nel Donbas", aveva riferito la TASS. .

Al riguardo, l'Europa è sembrata quasi del tutto estranea alla questione del Donbas, come una vera corte bizantina più interessata alle complicazioni procedurali della burocrazia all'interno dell'UE che alla guerra alle porte di casa.

Non a caso bizantinismo  è un'espressione idiomatica della lingua italiana, usata per indicare una discussione futile e sterile, che può anche risultare pericolosa in un frangente in cui occorre prendere decisioni rapidamente. L'espressione è nata nel periodo immediatamente successivo all'assedio di Costantinopoli  nel 674. In quel frangente, a Costantinopoli la guerra con gli arabi non era il tema principale a tenere banco. Erano infatti celebri all'epoca le discussioni teologiche che si tenevano nei palazzi dell'Impero Romano d'Oriente  su questioni marginali della liturgia e della religione.

Qualcosa cambiò dopo le sconfitte del VII secolo, e la sicurezza dell'Impero dipese dall'attivismo della diplomazia bizantina adottata  per negoziare con le altre nazioni e perseguire i propri obiettivi di politica estera.

L'Europa, diciamolo pure, si è trovata del tutto impreparata dinanzi all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e non ha  saputo offrire un contributo tangibile per evitare che si consumasse una tragedia come quella della guerra in corso che sembra senza fine.

'FASE 2': DA ODESSA, UN CORRIDOIO PER LA TRANSNISTRIA?

Dopo 5 mesi dall'inizio della guerra in cui in pratica si è conclusa  la “fase 1” con la conquista quasi totale del Donbas, si è aperta una nuova fase della guerra con lo spostamento del baricentro delle operazioni militari russe nel sud-ovest dell' Ucraina, dove si trova Odessa non lontana dai confini della Transnistria.  Pur essendo sconosciuta ai più, la Transnistria ha sempre giocato, sin dalla sua autoproclamazione come repubblica separatista dalla Moldova, un ruolo importantissimo nelle strategie di Mosca come strumento di pressione nei confronti della Moldova stessa al fine di evitare che l'ex-repubblica sovietica si avvicinasse troppo all'Occidente con il rischio di sfuggire all'orbita geopolitica del Cremlino. Dal 2014, considerando gli eventi che hanno caratterizzato la confinante Ucraina, la Transnistria ha visto da un lato accresciuta la sua importanza geopolitica nelle strategie della Russia, e dall'altro un deterioramento della sua sicurezza  dato che l'enclave russofona è venuta a trovarsi tra due Stati potenzialmente ostili schiacciata tra Moldova e Ucraina. Se infatti la politica estera di Kiev nei confronti della Transnistria era impostata, tra il 1992 ed il 2014, ad una sorta di “benevola neutralità”, a partire dagli eventi di Euromaidan tale stato di cose ha lasciato il posto ad una crescente ostilità con il miglioramento delle relazioni tra Kiev e Chișinău, entrambe ora guidate da governi proiettati verso l'Unione Europea.

Parliamo di fatti, come nel caso dei movimenti di truppe e mezzi corazzati russi datati 6 mesi fa ai confini con l'Ucraina. Proprio qui a luglio, esperti militari hanno notato che una forza d’attacco senza precedenti di navi  russe si sta radunando nel Mar Nero. Si tratta di 3  incrociatori, 4 fregate, 2 grandi navi antisommergibile (BOD), 10 navi da sbarco (BDK) e altre unità navali di minore importanza.

Gli incrociatori di classe Moskva hanno a bordo il sistema di difesa aerea S-300F con una portata fino a 100 km e un carico di munizioni fino a 150 missili a lungo raggio  che  crea un potente ombrello di difesa aerea per l’intero gruppo. Inoltre, gli incrociatori sono dotati di supporti di artiglieria a fuoco rapido, che  possono sparare proiettili di 33 kg a una distanza fino a 27 km lungo la costa o bersagli marini. Le fregate sono dotate di lanciatori del sistema Calibre, progettati per colpire obiettivi costieri puntuali, per un totale di almeno 50 missili. A loro volta, le 10 BDK possono trasferire fino a circa 4mila militari ciascuna con equipaggiamento, e atterrare direttamente nel porto o nelle spiagge di qualsiasi città di mare.

Un panorama, questo, non rassicurante per l'avvio di possibili trattative di pace, anche se i militari si affrettano ad osservare che se non ci saranno provocazioni, “si limiteranno alle sole esercitazioni nel Mar Nero”. Una giustificazione che tuttavia non appare convincente giudicando l' imponente dispiegamento  di forze navali a fronte di  provocazioni spesso costruite ad arte.

Diversi militari e politici russi hanno affermato che lo scopo della “fase 2” dell' “operazione militare speciale” in Ucraina è quello di creare un corridoio per la Transnistria. L'analista politico Bogdan Bezpalko, membro del Consiglio per le relazioni interetniche alle dirette dipendenze del presidente russo afferma in un'intervista a svpressa.ru che  “Il nostro obiettivo è creare un corridoio per la Transnistria in modo da bloccare  l'accesso al mare dell'Ucraina, occupando le regioni di Nikolaev e Odessa”. Ha poi aggiunto che "Ciò non solo priverà Kiev dell'opportunità di ricevere equipaggiamento militare e munizioni dai paesi occidentali via mare, ma consentirà anche di esercitare una pressione economica sull'Ucraina in futuro. Dopotutto, la pressione economica può essere molto più efficace della pressione militare"

Il colonnello Aleksandr Tihanski,  professore dell'Accademia delle Scienze Militari della Federazione Russa, ritiene che “la Russia deve prendere Odessa per risolvere il problema della Transnistria  e che le forze armate russe e i loro alleati delle regioni  LNR e DNR dovranno prima conquistare sia Nikolaev che Odessa". Così  ha affermato in una recente intervista rilasciata a "Eurasia. Expert", sostenendo che la cattura di Odessa "isola l'Ucraina dal Mar Nero, risolve il problema con la Transnistria e, di conseguenza, cambia la situazione geopolitica a favore della Federazione Russa". Secondo Tihanski, la Moldova  "corre il rischio, dopo l'adesione all'UE, di accettare immediatamente tutte le proposte di sanzioni della Commissione Europea nei confronti della Federazione Russa, il che non è assolutamente nel suo interesse perchè una grande quantità di esportazioni va al mercato russo. Non sarà difficile per la Federazione Russa azzerare i rapporti economici con la  Moldova, ma per l'economia della Moldova sarà un colpo molto duro. Ma qui sorge la domanda: la Moldova si unirà alla Romania?”. Allora in questo caso si prospetta una situazione geopolitica completamente diversa. “La Federazione Russa potrà  in tal caso liberare la costa del Mar Nero davanti a Nikolaev e Odessa,  perché è da questo lato che la Transnistria può essere collegata economicamente e logisticamente con la Russia",  ha concluso  il colonnello russo.

Nel frattempo, il presidente moldavo Maia Sandu durante una visita a Kiev ha affermato che la Moldova sta facendo tutto il possibile per impedire che la Transnistria rappresenti una minaccia interna e per l’Ucraina. Dal canto suo, il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha affermato che le autorità avrebbero ricevuto segnali negativi su minacce dalla Transnistria e ha avvertito che in caso di attacco, l’Ucraina avrebbe risposto con un contrattacco istantaneo.

Oggi, più che mai, risuona  come un'ammonizione l'eco di un aforisma latino:  “sapientem decet omnia prius experiri quam armis” (Sta al saggio fare di tutto prima di prendere le armi) :così scriveva più di 2000 anni fa il commediografo romanoTerenzio.

 

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