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Guerra infinita di Giordano Cevolani PDF Stampa E-mail
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Notizie - Opinioni
Giovedì 28 Aprile 2022 22:57

 

 

"Non c'è pace tra gli ulivinon è soltanto un film del 1950, ma come espressione  sta anche a significare che in un luogo dove dovrebbe persistere il silenzio e il quieto vivere in realtà c’è sempre attrito e disaccordo. Più di 2 mesi sono trascorsi dall'inizio della guerra tra Russia e Ucraina  e sul teatro delle operazioni belliche sembra essere calato il buran,un vento di aria gelida, caratteristico delle steppe della pianura sarmatica che non promette niente di buono.

L’attacco russo nei pressi della città di Zaporizhia che ha distrutto un edificio in cui erano stipate armi inviate dall’Occidente all’Ucraina e gli attentati in Transnistria, continuano ad alimentare un'apprensione che non conosce più limiti nella guerra tra Russia e Ucraina. Come noto, nei pressi di Zaporizhzhia è situata la centrale nucleare più grande d’Europa, come peraltro sottolineato anche dagli ucraini. Immagazzinare armamenti nei pressi di una centrale atomica dà la misura della follia del genere umano. Agli onori della cronaca sono pure saliti alcuni attacchi terroristici contro obiettivi russi in Transnistria (PMR in russo), la regione secessionista della Moldova filo-russa dichiaratasi indipendente e sita a ridosso della frontiera ucraina. Ha destato scalpore la pubblicazione del video che mostra tre terroristi in completa tuta nera con il volto coperto che sparano granate contro il Palazzo Governativo della Sicurezza a Tiraspol e che dopo l'attentato lasciano sul terreno il lanciagranate fuggendo poi in macchina verso il confine con l'Ucraina.

 

 

Uno scorcio del video rilasciato dalle Autorità della  PMR sull'attentato del 27 aprile al Palazzo Governativo della Sicurezza a Tiraspol

 

Le autorità locali e diversi analisti temono sia solo l’inizio di un tentativo di destabilizzazione mirato a riaccendere il confronto armato tra questa regione e le autorità centrali, scoppiato e chiuso nell'estate 1992. Il presidente della PMR Vadim Krasnoselsky ha ribadito parlando alla popolazione nella TV locale che si tratta di provocazioni che non riusciranno a scalfire il  desiderio di pace e la determinazione ad impedire ogni tipo di ostilità nei confronti della Moldova. Ad ogni buon conto e come peraltro accaduto in Ucraina, il presidente ha disposto che a partire dal 28 aprile  ogni uomo sopra i 18 anni non possa uscire dal territorio della PMR per poter essere chiamato alle armi in caso di aggressione dall'esterno. D'altro canto. il presidente della Moldova Maia Sandu invita ad abbassare i toni nell'attuale situazione estremamente delicata nella quale sia  i rapporti con la PMR  devono restare sotto controllo se si vogliono coltivare aspirazioni di ingresso all'Ue, sia con la Russia per assicurare la fornitura del gas dalla quale la Moldova dipende interamente. 'Non abbiamo alternative e non possiamo cambiare atteggiamento se non quello di lottare per la pace', ha sostenuto Sandu. La tensione resta comunque altissima e le continue provocazioni hanno alzato il livello delle preoccupazioni. Aleksey Arestovich, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, ha affermato che «l’esercito ucraino potrebbe prendere la Transnistria, se necessario». In altre parole, se arrivasse una richiesta dalla Moldova.

 

 

Il tormentone delle armi a Cobasna

 

Molti aspettano il momento in cui la PMR chiederà di essere riconosciuta ufficialmente da Mosca e perciò, come nelle repubbliche autoproclamate del Donbass, di essere supportata dalla Russia, la quale sul posto ha già fino a 3000 uomini: metà nei ranghi dei “pacificatori”, e metà inviati dalla 14a armata incaricata di tenere al sicuro i giganteschi depositi di armi da guerra a Cobasna.

Il 27 aprile sono stati segnalati diversi spari a Cobasna, nel distretto di Rîbnița  in Transnistria, a 140  chilometri da Chisinau, la capitale della Moldova. Lo ha riferito il Ministero dell'Interno della PMR che ha confermato il sorvolo di droni monitorati sulla zona fin dal 24 aprile, poi scomparsi in territorio ucraino. Perchè tanto interesse per Cobasna? A Cobasna esiste un deposito nel quale sono ammassate  una quantità impressionante  di munizioni in gran parte scadute.

 

Schema del deposito di 20.000 tonnellate di armi a Cobasna nel distretto di Ribnita (PMR), a 2 km dal confine con l'Ucraina

 

A gestire questo deposito è la Federazione Russa in cooperazione con la PMR.

Il deposito di munizioni è stato creato negli anni '40, quando la PMR era sotto l'ex Unione Sovietica (URSS). Si tratta del più grande deposito di munizioni dell'Europa orientale e contiene fino a 20.000 tonnellate di armi dell'era sovietica in dotazione della 14a armata di guardie e provenienti anche dagli ex stati della Cecoslovacchia e della Germania orientale . La 14a armata di guardie è stata un'armata da campo attiva dal 1956 al 1995 dell'Armata Rossa. A partire dagli anni '90 quando ebbe vita l'autoproclamata repubblica della PMR la maggior parte delle sue truppe provenivano da questa repubblica, con il 51% di ufficiali e il 79% di reclutati provenienti da questa regione.

 

Ovvio che sin dal conflitto della Russia con l' Ucraina , c'è stata una crescente preoccupazione in Moldova per il deposito di munizioni di Cobasna, anche per un possibile utilizzo in un potenziale conflitto militare futuro. Nei depositi si trovano pezzi d’artiglieria, vecchie bombe aeree, tonnellate di proiettili e milioni di granate e mine. Ma non tutto il campionario di pezzi da museo ancora pericolosi è mai stato reso noto e non di rado finisce in qualche inchiesta transnazionale sul traffico di armamenti. L'Accademia delle Scienze Moldava ha da tempo  allertato che un'esplosione delle armi situate nel deposito di munizioni scadute in gran parte  molto tempo fa, sarebbe equivalente ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki .La preoccupazione per un tale evento è aumentata in seguito all'esplosione di Beirut del 2020 .Il 4 agosto 2020 è esplosa una grande quantità di nitrato d'ammonio utilizzato per produrre  due esplosivi - l'ammonal e l'ANFO, immagazzinato nel porto di Beirut , nella capitale del Libano, provocando 219 morti, 7.000 feriti e 15 miliardi di dollari di danni alla proprietà e con circa 300.000 persone che hanno perso la casa. Un carico di 2.750 tonnellate della sostanza (equivalenti a circa 1,1 kilotoni di tritolo) era stato immagazzinato in un magazzino senza adeguate misure di sicurezza nei sei anni precedenti dopo essere stato sequestrato dalle autorità libanesi alla nave abbandonata MV Rhosus .

Durante il vertice di Istanbul del 1999 , la Russia ha promesso di ritirare completamente armi e soldati. Sono stati compiuti alcuni progressi, ma a seguito di una richiesta delle autorità della PMR che chiedeva alla Russia di mantenere il suo esercito, il processo si è interrotto nel 2003. Pertanto, fino ad oggi, la Russia mantiene la sua presenza militare in

PMR e nel deposito di munizioni, con la Russia accusata di utilizzare quest'ultimo come metodo di ricatto geopolitico contro la Moldova.

Nell'agosto 2019, il ministro della Difesa russo Sergei Șoigu aveva annunciato a Chisinau che la Federazione Russa voleva avviare il processo di utilizzo delle munizioni nel deposito di Cobasna.

Questa decisione è in contrasto con quanto detto dal capo della missione Osce a Chisinau, Claus Neukirch, in un'intervista rilasciata all'agenzia di stampa moldava "Moldpres" l'1 ottobre 2019. “Per quanto riguarda le munizioni a Cobasna, si parla di una loro distruzione sul posto, perché la maggior parte di queste munizioni non è in uno stato sicuro per essere trasportata nella Federazione Russa. Sono munizioni vecchie e non possiamo escludere l'insorgere di pericoli se fossero spostate", ha detto Neukirch.

Quante munizioni e materiale bellico di vario tipo sia ancora giacente nei magazzini di Cobasna non è dato saperlo con esattezza. Attualmente, l'accesso  è limitato solo alle autorità russe e transnistriane che dispongono di informazioni dettagliate sulla quantità e sulla situazione delle armi immagazzinate.

 La Moldova continua a insistere sulla necessità di evacuare le armi da Cobasna, con le più recenti dichiarazioni ufficiali provenienti da Maia Sandu , attuale presidente della Moldova , e fatte di recente come nel 2021.Infatti, l'11 agosto dello stesso anno, Sandu ha incontrato l'allora vicecapo di Stato Maggiore russo Dmitry Kozak e ha discusso diverse questioni importanti nelle relazioni bilaterali tra i due paesi , incluso il conflitto in PMR e  la situazione del deposito di munizioni di Cobasna. Per quanto riguarda quest'ultimo, Kozak ha mostrato la volontà di collaborare con la Moldova per distruggere le armi al deposito e ha dichiarato che era nell'interesse della Russia farlo e anche il presidente della PMR, Vadim Krasnoselsky , espresse sostegno all'iniziativa.

Alla prospettiva della guerra infinita qualcuno contrappone l'ipotesi Corea, cioè la Russia si attesta a Oriente, dividendo il Paese in due parti, con un conflitto che si trascina un po’ per poi congelarsi, quando le condizioni lo permetteranno, in un armistizio. Tale via ha creato una pace de facto per settant’anni nella penisola coreana. Potrebbe funzionare? Al punto in cui ci troviamo quest'ipotesi appare alquanto remota,

Nel frattempo smentite e controsmentite si rincorrono da un Paese all'altro, con informazioni che vengono taciute o distorte ad arte a seconda del contesto. 'Nessuno è più odiato di chi dice la verità' per dirla con il grande filosofo Platone, celebre per un altro aforisma 'Solo i morti hanno visto la fine della guerra'.

 

Tiraspol, PMR,  29/04/2022

 

 

 

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