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VR, Il ricordo di Mons. Bernardo Antonini PDF Stampa E-mail
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Notizie - Brasile
Venerdì 01 Aprile 2022 17:18
 


Libri mons. Bernardo Antonini





 

Il sarcofago con le spoglie di mons. Antonini






Una foto di mons. Bernardo Antonini in chiesa, citato ancora come Servo di Dio e non Venerabile



La chiesa della parrocchia di Santa Maria Maddalena, a Raldon (Verona)




VENT’ANNI FA LA SCOMPARSA E LE SOLENNI ESEQUIE DI MONS. BERNARDO ANTONINI, SACERDOTE MISSIONARIO IN RUSSIA ED IN KAZAKISTAN, DICHIARATO VENERABILE DA PAPA FRANCESCO

 

   Raldon (Verona) - Mons. Bernardo Antonini, un sacerdote “illuminato”, folgorato sulle vie di… Mosca e Karaganda. Nato a Cimego (ex comune autonomo del Trentino inglobato dal 2016 nel comune unico di Borgo Chiese assieme a Brione e Condino) il 20 ottobre 1932, seguì da piccolo la famiglia nel trasferimento a Raldon (Verona). Il 15 ottobre 1943 entrò nel seminario diocesano operante, per la guerra in corso, a Roverè Veronese. Dopo essere stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1955, officiò come vicario parrocchiale a San Michele Extra (alle porte est di Verona). Il 9 novembre 1962 conseguì la laurea in Lingue e Letterature straniere moderne all’Università Cattolica di Milano e, nel 1963, la licenza in Teologia Dogmatica alla Pontificia Facoltà Teologica di Venegono Inferiore (Varese).

   Nel 1975, avuta la licenza in Sacra Scrittura (licentiatus in re biblica magna cum laude) presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma, entrò come docente in materia nello Studio Teologico “San Zeno” e nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Pietro Martire”, a Verona. Dal 1980, inoltre, svolse funzioni da Prefetto dell’Istituto “Gian Matteo Giberti” per la formazione del giovane clero e da direttore per la formazione permanente del clero ai quali s’aggiunse, nel 1983, quello di direttore del Centro d’istruzione e formazione religiosa della Diocesi scaligera.

   Professore per vocazione aggiuntiva, don Antonini fu pure giornalista pubblicista, collaboratore di varie testate. Già dal 1977, nel rispetto della sua diocesi e del suo vescovo, s’avvicinò all’Istituto “Gesù Sacerdote” (costituito nel 1958 dal beato Giacomo Alberione, fondatore della “Famiglia Paolina”, approvato dalla Santa Sede l’8 aprile 1960) il cui “motore spirituale” contava, prima o poi, sulla pacifica e finalmente permessa penetrazione nell’Unione Sovietica comunista ed atea. Don Giacomo Alberione (San Lorenzo di Fossano, Cuneo, 4 aprile 1884 – Roma, 26 novembre 1971) fu un presbitero che fondò congregazioni religiose, la Società “San Paolo” (seme della “Famiglia Paolina”), i periodici “Famiglia Cristiana”, “Il Giornalino”, “Jesus”, le Edizioni San Paolo e Paoline, la San Paolo Film. Nel 1979 don Bernardo diede i voti nell’Istituto “Gesù Sacerdote” (e nel 1991 li elevò perpetui) diventando membro effettivo della “Famiglia Paolina”, rimanendo comunque dipendente ed obbediente al proprio vescovo diocesano.

   Con l’avvento sulle scene sovietico-russa ed internazionale di Michail Sergeevič Gorbačëv (Privol’noe, 2 marzo 1931), con i suoi processi di riforma connessi alla perestrojka (cioè, ricostruzione, riorganizzazione, ristrutturazione), alla glasnost’ (lett. pubblicità, ma intendendo comunicazione, informazione, dominio pubblico, trasparenza) ed alla uskorenie (lett. accelerazione, in riferimento allo sviluppo sociale ed economico), i tempi parvero finalmente maturi. Il 2 luglio 1989 don Bernardo si recò a Mosca per un ciclo di studi, passo che lo riportò a momenti dell’infanzia ed alla sua devozione alla Madonna di Fatima («… ha predetto che la Russia si convertirà…»).

   Si mise in seguito a disposizione dapprima di mons. Francesco Colasuonno (Grumo Appula, Bari, 2 gennaio 1925 – Grumo Appula, Bari, 31 maggio 2003), arcivescovo e cardinale, nunzio apostolico e, quindi, di Tadeusz Kondrusiewicz (Odelsk, Bielorussia, 3 gennaio 1946, nominato da Papa Giovanni Paolo II, il 13 aprile 1991, amministratore apostolico per tutta la Russia Europea fino all’11 febbraio 2002, quando Karol Józef Wojtyła riorganizzò la Chiesa in Russia creando varie diocesi, tra cui l’arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca, dove lo stesso Kondrusiewicz fu nominato primo arcivescovo).

   Il 4 novembre 1991, partito nuovamente per Mosca quale sacerdote missionario Fidei Donum (con pieni sostegno ed approvazione del suo vescovo), don Antonini si ritrovò con mons. Kondrusiewicz che, nel 1993, lo nominò rettore, prefetto degli studi e docente del nuovo seminario dedicato a “Maria Regina degli Apostoli”, con dodici iscritti al I° Corso teologico.

   Il 2 ottobre 1994 uscì il primo numero del settimanale cattolico “Svet Evangelja” (“Luce di Vangelo”), fondato e diretto da don Bernardo.

   Al termine del VI Corso teologico, il 23 maggio 1999, a San Pietroburgo (sede del seminario dal 1995/1996, III Corso) tre seminaristi vennero ordinati sacerdoti cattolici il 23 maggio 1999, dopo più di ottant’anni di Chiesa del silenzio e d’ateismo scientifico.

   Il 12 settembre 1999 don Bernardo cessò la sua funzione di rettore del seminario per impegnarsi, dal 19 settembre, nella preparazione della Russia (europea ed asiatica) al Grande Giubileo del 2000, nell’accettazione di quanto deciso nella Conferenza episcopale russa tenutasi nell’agosto 1999 a Novosibirsk.

   Nel 2001, ottenuto il permesso dal vescovo di Verona, Padre Flavio Roberto Carraro, don Antonini decise una nuova svolta: preparò le valigie per Karaganda, città del Kazakistan centro-settentrionale, per aiutare il vescovo Jan Paweł Lenga nella gestione del seminario locale “Maria Madre della Chiesa” in difficoltà. Mons. Lenga lo fece in breve vice-rettore del seminario, vicario episcopale per la pastorale e direttore del giornale “Credo”. Ed è qui, a Karaganda, che don Bernardo Antonini cessò di vivere nella notte tra il 26 ed il 27 marzo 2002 per un aneurisma, certo sfiancato da tanto attivismo evangelico.

   Il funerale venne officiato il 1° aprile seguente, nella cattedrale-duomo di Santa Maria Matricolare, a Verona, dal vescovo Padre Flavio Roberto Carraro assieme ad altri vescovi ed oltre duecento sacerdoti. Parteciparono anche rappresentanti delle Chiese cattolica ed ortodossa di Russia e del Kazakistan.

   Le spoglie di mons. Bernardo Antonini trovarono riposo dapprima nel cimitero di Raldon (Verona) fino a quando, il 17 ottobre 2013, vennero traslate in un sarcofago di marmo giallo reale nella chiesa della parrocchia di Santa Maria Maddalena. Una tomba visitata anche da pellegrini provenienti dalla Russia e dal Kazakistan, convinti della santità di mons. Bernardo Antonini.

   Il 17 marzo 2003 venne costituita l’Associazione “Amici di don Bernardo Antonini” Onlus (via Antonio Oliosi 2, San Massimo, Verona, www.donbernardoantonini.it), l’11 febbraio 2009 fu aperto il processo diocesano di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio mons. Bernardo Antonini nella chiesa di San Luca Evangelista, a Verona. La chiusura dello stesso processo diocesano avvenne il 20 ottobre 2013 nella cattedrale-duomo scaligera, con solenne celebrazione eucaristica presieduta, come in apertura, dal vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti. Il 17 ottobre 2014 la Congregazione delle Cause dei Santi riconobbe, in latino, la validità giuridica dell’Inchiesta della Diocesi di Verona sulla vita, le virtù, la fama di santità e di segni del Servo di Dio don Bernardo Antonini. E, infine, il 21 dicembre 2020 papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto che l’ha dichiarato Venerabile. Titolo non ancora aggiornato su foto e santini nella chiesa parrocchiale di Raldon.   

 

Claudio Beccalossi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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