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Notizie - Opinioni
Giovedì 31 Marzo 2022 11:15

di Bruno Fulco

 

Per dare il benvenuto al mese di Aprile bisogna munirsi di ombrello grazie alla grande perturbazione atmosferica che sta riversando sull’Italia temporali in abbondanza. Ma è un bene però perché l’acqua non si vedeva su Roma e in generale in Italia da un bel po' e, tutto il fastidio che può recare adesso si trasformerà in beneficio per il territorio e tutte le sue colture che cominciavano a soffrire lo stress idrico.

Oltre al meteo che ci ricorda come questo mese debba essere rigorosamente piovoso, il calendario è scandito anche dall’osservazione del quotidiano. Al supermercato infatti basta osservare le offerte dei dolci per renderci conto di che stagione siamo. È comunque bene non fidarci troppo perché le dinamiche distributive del consumo esasperato rischiano di essere fuorvianti. L’accavallamento degli stoccaggi dei punti vendita crea infatti una curiosa giostra, che in maniera ciclica rincorre la golosità dei clienti facendo leva sulle debolezze a buon mercato.

Se pandori e panettoni appaiono precocemente già insieme alle prime castagne, poi si rifiutano di abbandonare gli scaffali dopo le festività e duettano con l’acquolina dei clienti sovrapponendosi a castagnole e chiacchiere di carnevale, che intanto non appena passata la Befana sono già a contendersi lo spazio sugli scaffali.

A chiudere questo cerchio glicemico arrivano i dolci pasquali che si propongono già a cavallo del Martedì grasso. Tutti prodotti a basso costo di qualità scadente e nutrizionalmente discutibili, che sostituiscono per mesi le merendine in insane colazioni, proponendo stormi di colombe che atterrano sulla nostra tavola purtroppo senza portare la pace, ma producono come unico effetto quello dei chili in eccesso. Introduzione al pianto del coccodrillo che tra non molto aprirà la stagione della prova costume, ma questa è un’altra storia che creerà più avanti le sue angosce pre estive.

Intanto il presente si snoda tra le residue notizie del covid, alimentate dalle cassandre che quasi sognano la quarta vaccinazione e una nuova ondata per ritrovare una popolarità pagata dai talk show. Insieme a loro tutti quelli che incapaci di farsi una vita non vedono l’ora di tornare a campare di veleno, critiche ai comportamenti degli altri, moralismo e retorica da due soldi, da vomitare su facebook da bravi leoni da tastiera.

Frutti di un periodo che ha lobotomizzato più di qualcuno inducendo comportamenti aberranti, tipo arrivare nel proprio ufficio, che la sera viene chiuso a chiave, ed eseguire “ogni giorno” una auto - disinfestazione con l’alcol alla propria scrivania, sedia, telefono e tutti gli oggetti personali che nessun altro utilizza, in una cieca routine che assomiglia a quella dei topolini bianchi e neri in gabbia che impazzano all’infinito ricorrendo la propria coda.

L’altro grande malessere in cui ora si sta svolgendo la nostra grigia esistenza è purtroppo quello della guerra, che seppure non ci coinvolge direttamente è così vicina da farsi avvertire distintamente. Non per la vicinanza dei confini territoriali, ma per il velo di tristezza che si può scorgere negli occhi dei cittadini ucraini presenti nel nostro paese. Una comunità che vive e lavora da noi spesso in ruoli tanto umili ma fondamentali per la nostra vita di tutti i giorni. Come ad esempio fare da badanti ai nostri genitori anziani, una situazione che molti di noi non saprebbero altrimenti come affrontare nel ritmo frenetico di questa società disumanizzante.

Ruoli così importanti da meritare ben altri stipendi di quelli che percepiscono e, che invece vengono percepiti da chi produce “il nulla”, come influencer ed improvvisati personaggi di questo insulso mondo.

Intanto dal campo di battaglia arrivano gli echi del dolore e della distruzione di un popolo invaso, a cui quando non è stata tolta la vita è stata quanto meno stravolta. Fare analisi adesso e qui aggiungerebbe solamente tante parole spesso ridondanti, alla monumentale programmazione che la tv riversa nelle nostre case con ore e ore di contenuti. Una massa informativa in cui i giochi internazionali tra Nato, comunità europea, Russia e Ucraina ingarbugliano una realtà governata dalla propaganda di parte che non rende mai la verità per quello che è.

Le uniche certezze per ora sono in primis date dal fatto che qualsiasi possano essere le motivazioni di Putin la guerra non potrà mai essere giustificata, poi dall’evidenza di una lotta giocata sulla pelle di un popolo il cui enorme sacrificio umano non potrà mai servire a contrastare la Russia e in ultimo, dall’inutilità di un negoziato in cui nessuno vuole scendere a compromessi e che costa ogni minuto che passa vite umane, distruzione e disagio per le future generazioni che dovranno ricostruire il paese.

C’è quasi nostalgia di quando si aveva il tempo di criticare l’amministrazione di Roma. Oggi purtroppo questi grandi temi rubano la scena al Sindaco che ora è Gualtieri, ma che continua nella stessa linea di inefficienza della Raggi e a cui una stampa asservita non da risalto come in precedenza. Quell’occhio di riguardo nel mettere sottotraccia le brutte notizie quando arrivano da sinistra.

Un vecchio vizietto della categoria così come avviene ad esempio per D’Alema, i suoi rapporti con la Colombia ed il suo ruolo non proprio chiaro nella vendita di armi, che in questi giorni sta riaffiorando dal passato e su cui si indaga. Figuriamoci se al suo posto ci fosse stato un’esponente di altra parte politica cosa si sarebbe scatenato.

Ma sgombriamo la mente dal grigiore perché è tempo di rituffarci nell’arte e nella cultura e, nel vasto calendario di appuntamenti proposto dalla capitale vale la pena di fermarci sulla mostra "Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco" .

Appena inaugurata dal Presidente Mattarella e in programma fino al 3 luglio organizzata dalle Scuderie del Quirinale e dalla National Gallery of Art di Washington, con la speciale collaborazione del Comune e dei musei di Genova.

 

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