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Notizie - Colonnisti
Martedì 01 Marzo 2022 16:09

 

 

 

 

 

Gelide ondate di freddo attraversano il paese soprattutto al centro sud dove sporadicamente giunge anche qualche nevicata a rinfrescare la memoria di chi pensava ad un inverno già finito. Ma questo non riesce a frenare la voglia di liberta che fa registrare timidi segnali di ritorno alla vita, con le città d’arte che tornano a popolarsi anche se con numeri ben diversi dai tempi in cui il covid non si conosceva.

Così Roma ritrova il suo turismo anche con l’abituale presenza americana e i suoi allegri omoni in bermuda, a consumare Carbonare e Pizza per le vie di Trastevere anche alle cinque del pomeriggio come se non ci fosse un domani. Immagini allegre che fanno ben sperare in quella ripresa della normalità che tutti auspichiamo, ma che diverrà certezza solamente quando per le vie del centro torneranno le orde di tedeschi in sandali e calzino bianco d’ordinanza.

Purtroppo però ad impedire un tiepido abbandono alla serenità intervengono i venti dell’est, che giungono fino a noi portando l’eco del disastro umanitario a cui tutti stiamo assistendo grazie alla Tv. Di punto in bianco l’Europa ed il mondo intero sono scivolati in una dimensione che si pensava ormai appartenere solo alla storia. La guerra, ma stavolta percepita su scala mondiale.

Siamo lontani infatti dai conflitti che vedevano vivere e morire in una campana quasi separata dal mondo contese belliche tra due contendenti. Seppur con il massimo rispetto per tutte le vittime di tutte le guerre, che hanno lo stesso valore e che devono sempre suscitare lo stesso sdegno e la stessa riluttanza per i conflitti armati, qui la questione è diversa.

Per la prima volta dopo più di settant’anni alla parola guerra si accosta la parola “Mondiale” e si perché come in una partita a Risiko giocata direttamente sul territorio qui si rischia di tirare in ballo un po' tutto il pianeta, con conseguenze catastrofiche che rischiano di superare il punto di non ritorno. Cercando di fotografare asetticamente la situazione da una parte c’è Putin, che un po' come una crisi di Cuba al contrario, si vede accerchiato e non più garantito dai patti che la Russia aveva stipulato con l’Onu, dall’altra c’è una nazione che vuole affermare i suoi sacrosanti diritti scegliendo di dare un indirizzo occidentale al suo paese smarcandosi dal dominio socio – culturale Russo.

Dovunque sia la ragione l’azione perpetrata da Putin con l’invasione dell’Ucraina non può trovare giustificazioni in alcun modo. Nessuna sottomissione può essere possibile ai tempi d’oggi e l’eroica resistenza del patriottismo Ucraino, che sostiene l’esercito con ogni mezzo lo sta dimostrando. Il conflitto in atto geo politicamente rischia di innestare un terremoto di ampio raggio, con la Georgia e la Moldavia che per il futuro cominciano a sentire puzza di invasione Russa e che a Roma lo hanno già manifestano in piazza unendo le loro bandiere con quelle gialloblu.

Queste nazioni dell’ex blocco sovietico vorrebbero tutte entrare nella UE per diversi motivi, non ultimo quello di sfuggire al possibile sogno restauratore di una grande Russia che Putin potrebbe avere nel

cassetto. Ma il processo di integrazione nella comunità europea va gestito con cautela per non creare dissesti nell’economia, nell’identità e nella vita delle persone ed ha quindi bisogno di tempo e non di essere forzato dagli eventi.

C’è poi il discorso delle alleanza che stuzzica i cinesi nell’approfittare della situazione (c’è chi dice siano stati loro ad incoraggiare i russi), per realizzare le mire di sovvertire gli equilibri economici del mondo continuando a guadagnare terreno sugli USA come negli ultimi anni. Insomma una brutta faccenda da tutti i punti di vista, in primis perché si registrano perdite di civili innocenti e bambini, ma anche perché quando si iniziano a pronunciare parole come “Nucleare” non è mai un gioco.

Lo è forse per personaggi tipo Biden, probabilmente il peggior presidente degli Stati Uniti per affrontare quella che potrebbe diventare un’emergenza planetaria. Agli americani ha detto “... non vi preoccupate della bomba atomica ...” certo, state o meglio stiamo tutti tranquilli che ci pensa Biden!!! Purtroppo molte volte quando arriva l’età della pensione molti politici non se ne accorgono e nel caso di Biden, le posizioni ideologiche di avversità a Trump avrebbero permesso di candidare persino Bugs Bunny o Topolino, figuriamoci un bollito Biden qualunque.

Ma l’età non è l’unico motivo a determinare l’inadeguatezza dei ruoli, basta guardare in casa nostra. Ad oggi l’Italia è rappresentata da Luigi Di Maio, un uomo che senza nessuna esperienza lavorativa significativa e sfruttando un “Bug” della democrazia come il M5S, grazie alle votazioni online all’interno del condominio pentastellato si ritrova a rappresentare l’Italia come Ministro degli Esteri in uno dei momenti più delicati del dopoguerra.

In questa situazione a volerci proprio sforzare di trovare un lato positivo a tutti i costi si può dire che la guerra è riuscita a sconfiggere il covid, trascinando via come uno tsunami quell’inutile chiacchiericcio oramai diventato stantio intorno ad un’emergenza che non è più tale ma va solo trattata con i dovuti modi. Di botto sono scomparsi dal video tutti quei contenuti media malati, che hanno stravolto la vita delle persone trasmettendo ore ed ore di informazione ipnotica, producendo lobotomizzati che ancora oggi vanno in solitudine in un parco indossando la mascherina ormai divenuta parte integrante delle loro caratteristiche somatiche.

Improvvisamente non c’è più bisogno del covid per governare la massa con la paura. Ora c’è una paura ancora più grande e stavolta si spera che l’informazione tutta sia più responsabile di come lo è stata con il covid. Intanto sui social l’argomento vaccini – no vax – green pass è in netta caduta. Molti di quelli che per due anni hanno vissuto puntando il dito contro tutti, gli odiatori, i moralisti, i detentori di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e i paladini delle guerra a chi non si accoda al pensiero di massa, sono disperati e non sanno più cosa fare.

Molti abbandonando il camice da virologo e dopo una breve apparizione come esperti di Curling sono già in piena carriera come politologi ed esperti di conflitti internazionali. Ah già i Virologi, anche quelli dopo due anni da super star con licenza di dire qualsiasi cosa gli venisse in mente, oggi stanno pensando di entrare in politica, capitalizzando così la mole di fan raccolti al loro seguito in ore e ore di spesso inutili ospitate in tv.

C’è da scommettere che alle prossime elezioni molti di loro saranno tra i candidati per un posto al sole da miracolati. Comunque c’è tempo per il voto, un nuovo stato di emergenza è stato appena dichiarato e chissà se altri ne seguiranno ancora.

Intanto godiamo dello stare all’aria aperta gettando via le mascherine e godendoci le bellezze della capitale senza quel pelo in bocca e quel puzzo stantio con il quale siamo stati costretti a respirare per troppo tempo.

Per mostre e musei al chiuso il tempo di farlo godendone appieno tornerà, forse a breve.

 

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