Il mondo con il fiato sospeso per l'apertura del Jackson Hole negli USA
Mancano pochi giorni al famoso meeting "Jackson Hole" a cui partecipano i banchieri e economisti di tutto il mondo. È la più importante riunione di fine estate che fa tremare i governi e il mondo della finanza del pianeta. L'agenda di quest'anno è incentrata sulla riduzione degli acquisti di titoli da parte del Tesoro americano, che ha rafforzato per fare fronte alle emergenze economiche scatenate dalla crisi pandemica. Il Tesoro attualmente acquista 120 miliardi di dollari al mese. Ma per il tasso di inflazione alto in America, il Tesoro è indirizzato a prendere questa drastica misura.
Se ci sarà, come dagli USA mi danno per certo tale intervento, dobbiamo attenderci che l'aumento dei tassi di interesse avrà ricadute onerose sui mercati di tutto il mondo: già oggi il titolo a scadenza decennale del Tesoro USA rende +1, 24% mentre l’analogo tedesco continua ad avere un tasso negativo di -0 49%.
Da europei possiamo solo augurarci che la BCE prosegua con il programma di Draghi, almeno fino al marzo 2022 senza ritoccare i tassi di interesse. Gli europei se lo augurano, anche per la mancata presenza al Jackson Hole della presidente della Banca Europea Christine Lagarde, un segnale che lascia ben sperare.
Non si può escludere che la diffusione della variante “Delta” della pandemia che morde ancora anche negli Stati Uniti, come pur le recenti restrizioni al mercato decise dalla Cina e le tensioni internazionali per la crisi afghana inducano i banchieri americani a un ulteriore ripensamento oppure ad una riduzione moderata degli aiuti al mercato. Da ultimo, le recentissime decisioni prese dai due colossi mondiali dell'automobile, (Toyota e Volkswagen) di ridurre le produzioni per carenze di componentistica non è un buon segnale e ciò potrebbe indurre la Federal Reserve alla massima prudenza. In ogni caso, un percorso sembra ormai segnato e i mercati iniziano a manifestare nervosismo in tutte le Borse europee.
Le proposte che usciranno dal vertice, faranno riesplodere le tensioni, al momento sopite nel nostro governo.
I banchieri tedeschi e dei paesi del nord Europa (i frugali), approfitteranno per chiedere al nostro paese un taglio agli acquisti di titoli sul mercato secondario riproponendo la storica sfida tra Draghi e Weidman. Non a caso la campagna elettorale per le elezioni politiche in Germania, è concentrata su queste misure non convenzionali, da sempre cavallo di battaglia dei frugali.
Sicuramente le elezioni in Germania avranno un peso notevole. I mercati che fluttuano come tira il vento diranno la loro. Guardando al nostro paese, bisogna essere tempestivi ad intervenire per non frenare la ripresa che, con l'arrivo di Draghi, è tra le più robuste in Europa. In Italia la bilancia commerciale è tornata attiva ad eccezione del comparto turistico che risente delle ultime misure ostative del Green Pass, al contrario le
nostre filiere tradizionali registrano ottimi risultati, dall’industria delle macchine utensili a quella dell’agroalimentare, per finire all’edilizia vero motore di traino dell'economia.
Le decisioni che usciranno da Jackson Hole, ci auguriamo, non siano le stesse di quelle prese dal presidente Biden sul ritiro delle forze armate dall'Afghanistan.
*Maurizio Compagnone
Analista
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