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Il sito del battesimo di Gesù PDF Stampa E-mail
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Notizie - Cronache
Mercoledì 13 Gennaio 2021 23:09

 

RELIGIONI /

Mauro Indelicato
12 GENNAIO 2021

 

Le rive del Giordano sono da sempre luogo simbolico, di vitale importanza per tutte e tre le più grandi religioni monoteiste. C’è poi un punto del fiume dove le stesse rive sono distanti appena pochi metri. E qui il discorso diventa anche politico: dopo la fondazione di Israele, questo corso d’acqua è diventato il confine naturale tra lo Stato ebraico e il Regno di Giordania, uno dei più caldi e pericolosi al mondo. E lì dove le sponde sono così vicine, a pochi passi dalla storica città araba di Gerico, dopo la guerra dei Sei Giorni del 1967 tutto si è trasformato in un campo minato. Secondo la tradizione, proprio in quel punto si è avuto il battesimo di Gesù Cristo. Il confitto di fine anni ’60 ha comportato, tra le altre cose, la chiusura di tutti i luoghi di culto della zona. Compresa la Chiesa di San Giovanni Battista. Nei giorni scorsi proprio all’interno di questo edificio si è tornato a celebrare la messa dopo 54 anni. Un piccolo grande segno normalità.

Le mine attorno ai monasteri

Gerico è una delle più antiche città della Terra Santa, il cui nome è possibile leggerlo in diversi passi della Bibbia. A pochi passi da qui sorge Qasr El Yahud, letteralmente “castello degli ebrei”. Una località sul punto dove le rive del Giordano sono molto strette, chiamata così in quanto varco d’ingresso di Giosuè nella terra promessa. Ed è proprio qui che San Giovanni Battista ha battezzato Gesù Cristo. Cristiani, ebrei e musulmani da sempre vedono in questo luogo incastonato nel deserto della Giudea un punto di grande interesse religioso e storico. In epoca moderna, Qasr El Yahud è rimasta coinvolta nelle guerre arabo – israeliane. La vicina Gerico, con tutto il suo territorio circostante, dopo il 1948 è ricaduta nella parte araba gestita dalla Giordania. Nel 1967 con la guerra dei Sei Giorni gli israeliani si sono spinti fino alle rive del Giordano, da quel momento trasformatosi in una delle più infuocate linee di demarcazione tra due Stati in guerra.

 

Per sostenere i cristiani che soffrono potete donare tramite Iban, inserendo questi dati:

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Oppure tramite pagamento online a questo link

Anche a Qasr El Yahud dunque sono state piazzate mine, posti di controllo e check point che hanno di fatto determinato la scomparsa della vita da questo territorio. I monasteri sono stati chiusi, preti e francescani hanno dovuto abbandonare tutti i vari luoghi di culto. I ritmi della quotidianità da queste parti, dopo tanti secoli, non sono più stati scanditi dalle campane delle Chiese ma dalle armi e dai tetri e sordi rumori del conflitto. Qasr El Yahud, in poche parole, si è trasformato da simbolo religioso ad ennesimo paradigma delle ataviche e prolungate tensioni mediorientali.

La rinascita

La situazione è iniziata a cambiare nel 1994: in quell’anno le relazioni tra Israele e Giordania si sono ristabilite, il governo di Amman è diventato il secondo di un Paese arabo a riconoscere lo Stato ebraico dopo l’Egitto e il confine delimitato dal fiume è apparso molto meno bollente rispetto agli anni precedenti. Con gli accordi di Oslo del 1993, che hanno sancito la nascita dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), è stata modificata anche la geografia della zona: Gerico è andata sotto il controllo dell’Anp, la zona circostante è invece stata assegnata alla cosiddetta Area C, ossia il territorio della Cisgiordania rimasto sotto il controllo israeliano. Dopo il 1994 la tensione è diminuita, ma non tanto da far tornare pellegrini e religiosi nel luogo dove è stato battezzato Gesù. Una svolta in tal senso si è avuta soltanto nel 2018, quando l’Ong Halo Trust ha bonificato l’area di Qasr El Yahud dalle mine e da almeno quattromila ordigni. Poco dopo è iniziato anche il dialogo sia con le autorità israeliane che palestinesi per permettere il ripristino dei luoghi di culto.

La Custodia di Terra Santa è stata la prima ad avviare i lavori di restauro, inviando squadre di operai nella Chiesa di San Giovanni Battista: “Abbiamo firmato lo stesso registro della messa che utilizzarono gli ultimi frati nel 1967- ha dichiarato a La Repubblica padre Ibrahim Faltas, il quale ha curato i lavori per conto della Custodia – l’abbiamo trovato intatto nel 2018. Possiamo dire di aver voltato pagina, speriamo anche rispetto al 2020″. Domenica 10 gennaio, nel giorno dedicato dalla Chiesa alle celebrazioni per il battesimo di Gesù, all’interno della Chiesa appena restaurata si è tornato a celebrare la messa. L’ultima volta che i portoni dell’edificio erano stati aperti per accogliere i fedeli era stata nel 1967. Poche le persone che, a causa delle normative anti Covid, sono potute entrare. Ma la messa ha potuto ugualmente assumere un significato molto profondo. E su Repubblica il presidente israeliano Reuven Rivlin ha espresso la volontà di vedere “che il sito del battesimo di Gesù torni a essere un’oasi di fede e speranza, dove cristiani, ebrei e musulmani potranno creare un luogo di pellegrinaggio e preghiera”.

AutoreMAURO INDELICATO @mauro_in_89

 



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Fonte: 
https://it.insideover.com/religioni/si-torna-a-celebrare-la-messa-nel-luogo-del-battesimo-di-gesu.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect&_ga=2.254249160.1543572285.1610589054-218235178.1509650680 

Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Gennaio 2021 23:29
 

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