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Notizie - Opinioni
Domenica 07 Giugno 2015 20:22

Se il flusso di migranti continuerà nelle città nasceranno favelas e bidonville. E per l'Italia sarà il disastro

Francesco Alberoni - ilgiornale.it

Le migrazioni dei popoli sono sempre avvenute da zone povere a zone ricche. Per millenni i popoli nomadi si sono spostati con le loro mandrie, i carri con donne e bambini, e in testa i guerrieri.

È così che sono arrivati in Europa i popoli indoeuropei che hanno creato la nostra civiltà. Cosi che sono arrivati in Europa i barbari che Roma ha respinto per secoli mentre in Asia, nessuno ha fermato le immense armate di Gengiz Khan e di Tamerlano che hanno devastato ogni cosa.

Poi le migrazioni dei nomadi sono finite con l'arrivo delle armi da fuoco. La seconda ondata migratoria è stata quella coloniale. Gli europei, esplorato tutto il mondo, vi hanno creato colonie in cui cercavano una vita migliore. Appartengono a questa fase le grandi migrazioni in Australia ma soprattutto in America.

La terza fase delle emigrazioni è quella industriale formata da gente che lasciava l'agricoltura per andare a lavorare nelle città industriali. In Italia negli anni '50-60 si sono spostati in questo modo dalla campagna alla citta, dal sud al nord, 16 milioni di persone.

Ma in epoca più recente è incominciata l'inurbazione di immense masse di popolazione dalla campagna alla città anche quando in città non c'è industrializzazione e sviluppo economico. È cosi che si sono formate le megalopoli costituite da un centro ricco di palazzi e grattacieli e da una sterminata periferia di favelas e bidonville. Come San Paolo in Sudamerica, Mumbai in Asia e, in Africa, Il Cairo, Lagos, Kinshasa, Abijian, Nairobi.

Le centinaia di migliaia di africani che vengono in Italia sui barconi appartengono alla categoria degli inurbati. Solo in minima parte sono profughi. Anziché andare in una città africana vengono in una città italiana piu ricca, più organizzata. Se questo flusso di persone continuerà per molti anni, se diventeranno milioni, anche diverse città italiane finiranno piene di edifici fatiscenti e di bidonville dove i nuovi arrivati sopravviveranno con lavori precari, piccolo commercio, assistenza pubblica, furti. Una crescita mostruosa in contrasto con la nostra tradizione di citta d'arte, la nostra vocazione al bello, al turismo. Speriamo solo che il nostro governo riesca un giorno a convincere le grandi potenze a chiudere questo ponte di barche fra l'Africa e l'Italia.

 

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