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Etiopia: diga e land grabbing riducono i Kwegu alla fame PDF Stampa E-mail
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Notizie - Ambiente
Martedì 10 Marzo 2015 20:58

Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, ha ricevuto rapporti preoccupanti dall’Etiopia: i Kwegu, la tribù più piccola e vulnerabile della bassa Valle dell’Omo, sono ridotti alla fame a causa della distruzione della loro foresta e del lento prosciugarsi del fiume da cui dipendono.

La tribù � che conta solo 1.000 persone � cacciacia, pesca e coltiva raccolti lungo le sponde del fiume Omo. Ma l’imponente diga Gibe III e la connessa irrigazione su larga scala delle piantagioni commerciali nelle terre indigene avranno l’effetto di fermare le piene del fiume Omo e distruggere le riserve di pesce da cui dipendono i Kwegu. Recenti immagini satellitari rivelano che il governo etiope ha già cominciato a riempire il bacino idrico della diga.

“Forse moriremo. Il fiume ci tiene in vita. Dove andremo a vivere se portano via l’acqua dal letto del fiume? Se non ci saranno più pesci, cosa daremo da mangiare ai bambini?” aveva detto un uomo Kwegu in una scioccante video-testimonianza del 2012, quando erano iniziate le operazioni per spianare la loro terra.

Guarda la video-testimonianza (sottotitolata in inglese); l’identità delle persone è stata nascosta per evitare rappresaglie.

Oggi molti membri della tribù denunciano che i loro alveari sono stati distrutti dalle piantagioni di canna da zucchero del progetto governativo Kuraz e che i raccolti di sorgo piantati lungo le sponde del fiume non sono cresciuti perché non ci sono state le piene stagionali. Per sopravvivere, i Kwegu dipendono dal cibo delle tribù vicine.

I popoli indigeni della bassa Valle dell’Omo non sono stati praticamente consultati in merito ai progetti che interessano le loro terre, e chi decide di resistere si scontra con la forza brutale e le intimidazioni. Il governo sta costringendo con la forza diverse tribù a sedentarizzarsi, in un processo noto come “villagizzazione”.

“Il governo ci ha detto che dobbiamo vivere in case nuove, ma noi non vogliamo�” ha dichiarato questa settimana a Surviival un uomo Suri � un popolo che confina con i Kwegu. “Nonn hanno cercato di spiegarci cosa stanno facendo, né ci hanno chiesto cosa vogliamo.”

L’Etiopia è uno dei principali paesi beneficiari degli aiuti americani, inglesi, tedeschi e italiani. Di recente, il Dipartimento britannico per lo sviluppo internazionale (Dfid) ha annunciato che smetterà di finanziare un programma collegato ai reinsediamenti forzati delle tribù. L’agenzia britannica non ha, però, ridotto la quantità del suo aiuto all’Etiopia, né ha fatto alcun riferimento al programma di reinsediamento.

La mancanza di pesce e raccolti affama i bambini Kwegu, che oggi dipendono dal cibo delle tribù vicine.
La mancanza di pesce e raccolti affama i bambini Kwegu, che oggi dipendono dal cibo delle tribù vicine.
© Survival

Inoltre ad oggi, nonostante la crescente crisi umanitaria nella valle dell’Omo, non è ancora stato diffuso il rapporto della missione nell’area compiuta nell’agosto 2014 dal Development Assistance Group � un consorzio dei più grandi donatori all �Etiopia, di cui fanno parte anche l’Italia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Germania e la Banca Mondiale.

“Le agenzie dei donatori devono garantire che i soldi dei contribuenti non siano utilizzati per sostenere governi responsabili dello sfratto dei popoli indigeni dalle loro terre” ha dichiarato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International. “Dichiarano di voler aiutare i più poveri � ma chiudono un occhio sullle numerose denunce di violazioni dei diritti umani nella bassa valle dell’Omo, e continuano a sostenere un governo oppressivo determinato a trasformare tribù auto-sufficienti in rifugiati interni dipendenti dagli aiuti.”

Nota ai redattori:

- Il budget totale degli aiuti del Dfid all’Etiopia per il 2014/2015 è di 368.424.853 sterline (510.729.000�).
- L’Etiopia è stato riconfermato uno dei paesi prioritari per gli aiuti italiani, per il triennio 2013- 2015, con un raddoppio dei fondi stanziati rispetto al triennio precedente pari a 99 milioni di euro.
- Le interviste sono state filmate nel 2012, quando il Kuraz Sugar Project iniziò a spianare la terra degli Kwegu.

Per leggere la storia online: http://www.survival.it/notizie/10694

Survival International è il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni. Aiutiamo i popoli indigeni a difendere le loro vite, a proteggere le loro terre e a determinare autonomamente il proprio futuro. Fondata nel 1969, Survival celebra quest’anno il suo 45° anniversario.


 



Per ulteriori informazioni e immagini, o per utilizzare la foto allegata:

 

Francesca Casella:
Survival Italia
T (+39) 02 8900671
E Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Oppure Alice Bayer (in inglese):
T (+44) (0) 207 6878710
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