Template Tools
Venerdì, 19 Aprile 2024
L'EUROPA TIENE? PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 1
ScarsoOttimo 
Notizie - Opinioni
Giovedì 22 Gennaio 2015 16:23

 A distanza da circa un anno dall'ascesa al governo di Matteo Renzi sono in molti gli italiani rimasti delusi dall'assenza di significativi cambiamenti della politica che conoscevamo già. Renzi anzi si è infilato senza adeguata preparazione in un tunnel che potrebbe decretarne -se non la fine- quantomeno un discreto ridimensionamento: il dissidio interno al partito (cresciuto anziché diminuito, che quasi sicuramente porterà a una scissione), lo scontro frontale con i sindacati (pronti andare battaglia su qualsiasi argomento pur di far vedere che esistono ancora, ma pur sempre una forza sociale), una dialettica sempre più serrata con un Berlusconi redivivo sul patto del Nazareno e sulle sue implicazioni nella scelta del nuovo Presidente della Repubblica ( proprio nel momento in cui la medesima dovrebbe riformare la propria costituzione), un'economia che mostra altri segni di cedimento mentre egli aveva sperato di avere subito un primo riscontro dalle iniziative intraprese, la fine di un semestre di presidenza italiana nell'UE che egli aveva sperato di utilizzare per far passare significative misure a sostegno degli investimenti, ed infine la nomina inutile della sua fedelissima Federica Mogherini e quella dannosa di Junker, fattoci ingoiare senza tanti complimenti dalle èlites della Mitteleuropa che ha subito varato un ambizioso quanto impossibile piano di investimenti infrastrutturali europei non coperto da alcuna vera previsione finanziaria, perciò fantasioso nella forma e sterile nella sostanza!

Cosa c'entra questa bella infilata di guai del nostro Premier con la
tenuta dell'Unione Europea e soprattutto della Divisa comune? Non poco,
a quanto pare, dal momento che la ripetuta ingovernabilità italiana fa
il paio con la crescita del deficit e del debito pubblico, con il
perdurare della crisi di fiducia nel nostro Paese e conseguentemente con
la mancata ripartenza degli investimenti produttivi e con la possibile
caduta verticale del merito di credito del nostro debito pubblico,
proprio in un momento in cui la Grecia sta arrivando ad una possibile
svolta (tuttal'tro che certa però), la Francia potrebbe vedere
vincitrice Marie Le Pen, l'Inghilterra potrebbe decidere a primavera di
uscire dall'Unione e i mercati potrebbero persino anticipare lo scenario
con un tonfo che oggi nessuno si aspetta. È solo un'ipotesi, ma d'altra
parte nella tenuta della costruzione comunitaria l'Italia rappresenta un
tassello essenziale che sta andando rapidamente fuori posto: la mancata
ripresa economica è figlia di riforme incerte e di portata troppo
limitata, mentre il mancato aiuto europeo trova giustificazione nel
mondo tedesco proprio nell'inutilità del dare una mano (almeno dal punto
di vista degli investimenti infrastrutturali e delle facilitazioni
monetarie) ad un Governo capeggiato da un'anatra divenuta zoppa e a una
periferia dell'Europa che vede in forse la stessa appartenenza dei Paesi
più deboli.

Anche l'infilata dei prossimi eventi è tale da scuotere una montagna: il
prossimo 22 Gennaio si riunisce il Direttivo della Banca Centrale
Europea (che vede in corso un confronto serrato tra Draghi, supportato
dalla maggioranza dei suoi membri e la componente germanica che gli è
rivale) per decidere su un Quantitative Easing che rischia di nascere da
un compromesso infelice, incapace di rassicurare i mercati e dai
possibili effetti controproducenti. Poi il successivo 25 Gennaio gli
elettori greci si esprimeranno sul Parlamento e, di conseguenza,
sull'appartenenza della Grecia all'Eurozona, con i possibili effetti
dirompenti che potrebbero conseguire da una vittoria di Tsipras
(Syriza). Infine dal 28 Gennaio partiranno i seggi per l'elezione del
nuovo Presidente della Repubblica, la cui figura potrebbe anche oscurare
da quel momento in poi il nostro Premier nel dialogo con il resto
d'Europa, forse limitandone le future sorti politiche. Ricordiamoci
infatti che Renzi è stato nominato da Napolitano, e che il possibile
scioglimento delle Camere dipenderà dal nuovo inquilino del Quirinale.

Il legame tra la politica italiana e quella europea resta insomma
l'economia e ciò che diranno le Agenzie di Rating, come reagiranno i
mercati finanziari ai prossimi cruciali appuntamenti politici potrebbe a
sua volta generare non pochi sconvolgimenti sul futuro di un'Unione mal
progettata, principalmente a causa del mancato passo indietro che i
singoli Stati Nazionali avrebbero dovuto fare man mano che l'Europa
veniva costruita.

Pur in assenza di alcuna certezza sugli scenari futuri, l'Unione e in
particolare l'Eurozona sono oggi comunque flagellate dal debito
pubblico, dalla disoccupazione, dalla deflazione (riteniamo non
correttamente riportata dalle statistiche ufficiali) e dalla progressiva
deindustrializzazione. Se Sparta (Roma) piange insomma, Atene (Berlino)
non può ridere.

L'Europa perciò accelera nella sua corsa verso un bivio ritenuto oramai
imprescindibile: il suo consolidamento politico e fiscale oppure la sua
frantumazione. Scelta politica, senza alcun dubbio, fortemente dirimente
tuttavia sull'economia e in ultima analisi sul benessere dei propri
cittadini!

Stefano L. Di Tommaso
Economista Analista Finanziario

Inviato da: Maurizio Compagnone
Segretario Org. Nazionale
Via Taranto 44 - 2° Piano
00182 Roma


 

 

 

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Gennaio 2015 17:46
 

Ultime Notizie

L´opinione di Maceri 09.04.2024
Il referendum sull'aborto in Florida: luci per Biden, ombre per Trump?  ... Leggi tutto...
L´opinione di Beccalossi
  Chiasso assordante per il “caso Salis”. Ed i tanti altri... Leggi tutto...
L´opinione di Maceri 28.03.24
Il conflitto fra governo statale e federale sull'immigrazione: il Texas sfida... Leggi tutto...
L´opinione di Maceri 23.03.24
I documenti riservati di Trump e Biden: la giustizia imparziale di Hur?  ... Leggi tutto...
L´opinione di Maceri 14.03.24
Cause civili e criminali: luci e ombre per Trump   “Certo che ha i... Leggi tutto...

Rivista La Gazzetta

 
Edizione 41
La Gazzetta 41
 

40 | 39 | 38 | 37 | 36 | 35 | 34 | 33 | 32

31 | 30 | 29 | 28 | 27 | 26 | 25 | 24 | 23

22 |