"Consacrazioni" diverse all´italiana Stampa
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Notizie - Cronache
Sabato 03 Ottobre 2020 14:54


“CONSACRAZIONI” DIVERSE ALL’ITALIANA

 

Dalla censura fobica in salsa antifascista (in assenza di fascismo) d’uno street artist

nella “nera” Verona, al ricordo (dovuto) dell’“eretica” Oriana Fallaci nella “rossa” Brescia


di Claudio Beccalossi

Ca’ di David (Verona) – Onore al merito. Del gusto “esclusivo” della nota “caprese”, piatto alquanto semplice (pomodoro e mozzarella tagliati a fette e conditi con olio, sale e basilico e, volendo, pure origano e/o acciughe) ma popolare anche all’estero e che, appunto per questo, è diventato uno dei tanti “ambasciatori” dell’orgoglio culinario italiano.

Niente di nuovo, certo, solo che, nell’attualità da psicodramma antifascista, con la caccia ai neofascisti (veri forse, molto presunti, se non inventati di sana pianta) ed ai loro “simboli del male assoluto”, c’è andata di mezzo anche lei, l’onesta ed apolitica “caprese”, usata da uno street artist veronese (di San Giovanni Lupatoto), nascosto dietro la firma (non casuale) di Cibo ed al secolo Pier Paolo Spinazzè, per coprire malefatte graffitare ritenute di destra, più o meno estrema.

Quindi, disegni, scritte, croci celtiche, svastiche ecc. tracciati su muri di pubbliche vie e riconducibili al “mondo perverso nero” (per nulla accostabile all’“acqua santa” di falce & martello, risaputo simbolo di pace & tolleranza, sic), sono mondati dal censore artista da strada e ricondotti alla riqualificazione obbligatoria (Pol Pot insegna bene!) attraverso messaggi colorati dal filone gastronomico vario.

Qualche informazione in più su questa “crociata” contro gli scarabocchi pseudo fascisti-nazisti-razzisti in giro è possibile averla tramite il link https://www.artuu.it/2018/10/21/cibo/curiosita/ ed il profilo su Facebook di Cibo. Ed intanto, come… “assaggio”, ecco le foto della “cura-Cibo” in via Giuseppe Zattoni, a Ca’ di David, alle porte di Verona. Sopra alle deturpanti “infamie fascistoidi”, lo street artist ha dipinto (e firmato) un esagerato ma efficace elogio della “caprese”, maschera radical chic delle “infernali” espressioni nero-carbone precedenti.

 

Brescia – Tra via Francesco Crispi e corso Magenta, nei pressi del Conservatorio “Luca Marenzio”, chi non lo sa “scopre” con rispetto i Giardini “Oriana Fallaci”, con relativa epigrafe marmorea d’intitolazione alla nota e polemica giornalista, scrittrice, attivista (Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006).

Dato che, con i suoi moniti e le sue sferzate soprattutto sulla progressiva islamizzazione dell’Europa, non andava a genio all’intellighènzia pseudo progressista e globalista (meglio, glo-ballista), Fallaci è stata volutamente ed immeritatamente accantonata (o, almeno, i sicari degli strateghi del “pensiero unico” l’hanno tentato) impiastricciandone la memoria, intellettuale ed umana, quale coraggiosa interprete (non solo reporter-riportatrice) di eventi e movimenti internazionali.

Lascia piacevolmente sorpresi il veder omaggiata nella rossa Brescia lei, Oriana Fallaci, apertamente critica con la sinistra italiana (a cavallo, se non “pappa & ciccia”, dello strapotere della magistratura) e duramente convinta della decadenza della civiltà occidentale (vigliacca, arrendevole ed impotente nell’arginare l’invasione ed il radicarsi del fondamentalismo islamico) per connivenze, complicità ed interessi delle “anime buoniste” no borders & no laws, disposte a farsi in quattro anche per assecondare l’assurdo dell’applicazione della sharīʿa in Italia ed in Europa.