Coclusioni 6° Convegno Nazionale sui Veicoli d’interesse Storico e Collezionistico. |
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Martedì 20 Novembre 2012 13:08 |
Organizzato dall’ASI Automotoclub Storico italiano in collaborazione con il CISA Centro Italiano di Studi Amministrativi “ Ignazio Scotto”. Roma – 16 novembre 2012 Nella giornata del 16 novembre nella sala della Protomoteca in Campidoglio si sono affrontate tematiche relative alla circolazione dei mezzi storici, al valore culturale del veicoli storico, alle problematiche inerenti revisioni e al fatto che il veicolo storico costituisca elemento di presunzione di reddito, visti gli accertamenti dei quali sono stati fatti oggetto dei normali collezionisti. La giornata di lavoro e studio è stata presieduta da due presidenti del Consiglio di Stato, il dr. Pasquale de Lise e il dr. Paolo Salvatore. In conclusione tutti gli oratori si sono trovati concordi su alcuni punti basilari circa la salvaguardia e lo sviluppo del collezionismo automotoristico: Il convegno ha visto la presenza del Consigliere Comunale Valerio Cianciullo che ha portato il saluto del Sindaco di Roma Gianni Alemanno, dell’Onorevole Enrico Pianetta, del Direttore Generale della Motorizzazione Civile Arch. Maurizio Vitelli, di eminenti rappresentanti del mondo universitario, di magistrati e di esperti del settore. Prima di dare inizio ai lavori il Presidente dell’ASI Avv. Roberto Loi, ha richiamato i motivi alla base del convegno: primo fra tutti il timore dei collezionisti relativamente agli aspetti fiscali, in quanto negli atti notificati vengono segnalati valori d’acquisto e costi di manutenzione con parametri non adeguati. Loi ha poi ribadito l’importanza culturale dei mezzi d’epoca e le persistenti difficoltà relative alla circolazione dei veicoli storici. Nel suo intervento dell’Onorevole Enrico Pianetta ha dato un messaggio rassicurante affermando la necessità di salvaguardare e valorizzare un grande patrimonio che non è solo di natura tecnica. Questo convegno, ha proseguito, può svolgere una grande funzione. L’avvocato Loi ha espresso una grande preoccupazione per le questioni fiscali in un contesto italiano ed europeo di difficoltà economica. Credo che l’insieme degli elementi che ho evidenziato possano in quest’ultimo scorcio di legislatura far diminuire la preoccupazione. Mi auguro che da questo convegno possa uscire una presa di posizione precisa e determinata”. L’ internazionalità del convegno è stata assicurata dagli interventi del Vice Presidente della Commissione Legislativa della FIVA –Fédération Internationale des Véhicules Anciens – Tiddo Brester , che ha fatto il punto sull’ attuale situazione gravemente disomogenea che caratterizza le politiche dei vari stati europei sull’argomento e da Andrew Turner coordinatore FIVA della legislazione europea in materia di motorismo storico, che ha illustrato quanto la Federazione sta facendo alfine di ottenere un riconoscimento univoco dei diritti dei collezionisti e dei veicoli storici stessi. L’ Arch. Maurizio Vitelli , direttore generale della MCTC ha messo in luce lo sforzo della Motorizzazione per permettere agli appassionati di utilizzare i loro veicoli. Raffaello Lupi – ordinario di Diritto Tributario dell’ Università di Roma “Tor Vergata”, ha parlato del rapporto tra i tributi e i mezzi storici. Un tema scottante: “Il famoso ‘accertamento sintetico’ – dice l’esperto romano – inserisce le vetture d’epoca in un mosaico di fatti indizianti. Rispetto ad una vetture moderna è però una posizione più difendibile. La vettura d’epoca rappresenta teoricamente un “costo zero”. Chi ha però ‘scheletri nell’armadio’ può trovarsi in difficoltà perché l’accertamento mira a determinare la capacità di spesa e quindi il reddito. La legge sul sintetico fa riferimento ai veicoli iscritti al PRA. La logica ora prevede l’accertamento, azione che rende necessario un ricorso e la dimostrazione di disporre di un reddito adeguato”. Stefano Toschei, magistrato del TAR del Lazio, ha posto in evidenza la frequente discrepanza tra le leggi nazionali, quelle regionali e i provvedimenti dei Comuni in materia di circolazione. Risulta evidente come spesso le norme si contraddicano e come non esista un regolamento unico, valido su tutto il territorio nazionale. Basta osservare, consultando i siti internet di Regioni, Province e Comuni, come risulti difficile comprendere se un veicolo storico può o non può circolare nelle città. Gianni Marongiu ordinario di diritto tributario presso l’ Università Genova ha affermato in sintesi che nella stesura della tabella dei beni da redditometro il legislatore ha inteso riferirsi ad autoveicoli che siano in grado di soddisfare le differenziate esigenze della vita di affari, ma non un mero gusto collezionistico. L’auto storica non è per chi la possiede, un abituale mezzo di trasporto. E’evidente che non sia inimmaginabile l’utilizzazione, quale bene strumentale, di un autoveicolo “storico”. Sulla base di queste osservazioni sembra si possa concludere che l’auto storica di per sé non sia rilevante ai fini del redditometro. Ciò non significa che essa, di volta in volta, non possa assumere un qualche rilievo ai fini dell’ accertamento sintetico. In conclusione il convegno ha posto in evidenza i punti fermi che da sempre sono centrali nella filosofia operativa dell’ASI. Il veicolo storico è portatore di cultura e di conseguenza va considerato in questa sua funzione Al veicolo storico deve essere garantita possibilità di movimento Il veicolo storico in quanto tale non deve essere sottoposto a controlli che ne snaturino l’originalità. Le spese per la manutenzione e la conservazione del veicolo storico sono di entità ridotta dato l’irrilevante chilometraggio annuo di questi mezzi. Il veicolo storico non può e non deve soddisfare necessità che esulino dal mero gusto collezionistico e di conseguenza non può essere considerato significativo, nella determinazione reddituale del proprietario. In conclusione il patrimonio rappresentato dai veicoli storici conservati ,custoditi, controllati e usati per la loro specifica funzione va considerato un bene, che lo Stato deve salvaguardare promuovendone lo sviluppo a favore delle future generazioni.
Gigi Pellissier |