Transnistra? Запрещенный! - G. Cevolani Stampa
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Notizie - Mondo
Mercoledì 13 Aprile 2022 20:47
 

 

 

Fino a pochi mesi fa ben pochi scommettevano sull’esistenza del piccolo stato autoproclamato non segnato nelle carte geografiche e non riconosciuto a livello internazionale, schiacciato tra Moldavia e Ucraina e difeso dalla Russia, e conosciuto in Occidente come Transnistria. La guerra tra Russia  e Ucraina ha fatto da detonatore nel far decollare l'interesse internazionale per questa regione che rischia di diventare  un punto sensibile degli equilibri geopolitici.
Il nome ufficiale della regione in cui mi trovo è PMR (Pridnestrovkaja Moldavskaja Republika) o Pridnestrovie, che in russo suona come territorio  'vicino al Dnestr', il fiume  ( italianizzato in Nistro) che è lo spartiacque tra il mondo latino e slavo e che alla fine del XIX secolo la zarina Caterina la Grande aveva disegnato come il confine naturale del suo immenso impero. Del resto non ci sono dubbi: basta dare un'occhiata, nonostante le complicazioni della lingua, allo stemma sulla bandie
ra di questa piccola entità territoriale di poco più di 3500 chilometri quadrati (pari alla superficie della nostra Valle d’Aosta) e con una popolazione di più di mezzo milione di abitanti (più o meno quella della città di Genova). L'Europa sembra finire qui sul Dnestr e il piccolo Paese appare realisticamente ancora posseduto da un sentimento nostalgico che non vuole staccarsi dal suo passato, imbevuto di un’iconografia che lo fa apparire un museo a cielo aperto.  Di Transnistria, come termine, neppure l'ombra. Anzi l’autoproclamato presidente Vadim Krasnoselsky è apparso ripetutamente in questi giorni sulla tv locale oltre che ribadire “spiacevole” la guerra in Ucraina, anche per stigmatizzare l'uso del termine Transnistria in uso nell'Occidente ritenendolo non pertinente e addirittura offensivo.


 


L’autoproclamato presidente Vadim Krasnoselsky della PMR apparso il 10 aprile c.a. nella tv locale per stigmatizzare l'uso inappropriato
da parte dell'Occidente del termine ‘Transnistria' che molti traducono con un'espressione offensiva

 

Certamente più di una ragione Krasnoselsky ce l'ha, per via soprattutto della geografia. In pratica metà della popolazione della PMR è raggruppata in una ristretta zona di una decina di chilometri che comprende la capitale Tiraspol con circa 170mila abitanti e la vicina Bender (o Tighina in rumeno, che i genovesi chiamavano Teghinaccio) con circa 100mila abitanti situata tutta sulla riva destra del Nistro. E che, a rigor di termini, dovrebbe essere città della 'Cisnistria'. Secondo un documento del 1408 Bender esisteva già nel Principato di Moldavia come porto fluviale usato dai mercanti genovesi per i loro commerci nel Mar Nero ed era un importante passo doganale del principe moldavo Alexandru cel Bun che segnava il confine tra le zone d'influenza dei Moldavi e dei Tartari di Crimea.

Geografia a parte, qui la vita è davvero problematica sotto molti aspetti, La popolazione   dimostra di avere grandi capacità di adattamento e autocontrollo. Quasi a voler esorcizzare un pericolo tutt’altro che potenziale, non parla e non vuole neppure accennare alla guerra in corso, sforzandosi di vivere normalmente nonostante i venti di guerra parlino di una PMR che nei disegni del Cremlino potrebbe essere un trampolino strategico per un attacco da Nord alla vicina Odessa che è ad un centinaio di chilometri da Tiraspol. Il presidente Krasnoselsky che tra l'altro è di etnia ucraina, fatica a prendere posizione sulla guerra soprattutto per via dei legami economici con Mosca (oltre che ideologici) e non cessa di ribadire che il piccolo Paese è multilingue e multietnico con una popolazione divisa equamente tra moldovi (32%), russi (30%) e ucraini (29%) con una significativa rappresentanza bulgara soprattutto nel villaggio di Parcani, all'interno del corridoio Bender-Tiraspol. La parola d'ordine è rispetto reciproco, e ogni fake new o manifestazione d'odio viene pesantemente sanzionata come del resto nella confinante Moldova dove le multe possono arrivare a 22mila lei (circa 1000euro). Del resto, qui i matrimoni misti russo-ucraini sono numerosi e gli 80mila profughi ucraini arrivati finora da queste parti hanno trovato ospitalità e aiuti presso le famiglie e alcune strutture pubbliche. Sale, farina, olio di semi, e zucchero sono i prodotti più gettonati dai residenti anche se nei mercatini e supermarket Sherif  finora non mancano. Va detto subito, a scanso di equivoci, che la vita in PMR costa meno che in Moldova in alcune voci che pesano sul prodotto interno lordo (PIL): ad esempio i prodotti energetici come il gas da riscaldamento (con prezzi calmierati in PMR) e il carburante che in media costa 10-15 centesimi di euro al litro in meno e questo non è poco, rapportato a stipendi medi. Oggi un litro di benzina costa in PMR circa 22-24 rubli dnistriani (1,3 euro) con un aumento di circa il 30% rispetto alle quotazioni di fine 2021. Un valore pressoché insostenibile per il potere di acquisto di uno stipendio medio in loco.  Rispetto a uno stipendio medio mensile di 1500 euro (stima per eccesso) in Italia e che compra il carburante a 1.8 euro, un moldavo spende nel confronto 5-6 volte di più. 


Il costo del carburante in PMR è circa 22-24 rubli dnistriani (1,3 euro) con un aumento di circa il 30% rispetto alle quotazioni di fine 2021

 

Le merci in vendita in PMR sono in larga parte importate. È la diretta conseguenza della politica economica che ancora in parte segue, per quanto riguarda il commercio e la produzione, leggi di chiaro stampo sovietico, poco adatte a un mercato moderno. I prezzi più accessibili, si possono trovare solo nei piccoli mercatini di quartiere o al bazar, dove i contadini vendono i loro prodotti: pomodori, cetrioli, patate, cipolle...  Se fai la spesa in un supermarket puoi spendere le stesse cifre che in Italia se non di più; proprio perché, come già detto, quasi tutte le merci sono d’importazione (merci ucraine, italiane, tedesche …). Quindi, bisogna sfatare la credenza che qui la vita costi meno se parliamo di buona parte di prodotti alimentari, di arredo, di elettrodomestici e di abbigliamento. Diverso è il discorso per le utenze (gas, elettricità, telefono, acqua...) che sono decisamente a buon mercato per un occidentale. Se si vuol vivere come un abitante locale, ricorrendo ad un menage a base di minestre e zuppe con qualche aggiunta di carne e formaggi del luogo, allora il costo della vita può essere davvero conveniente.

 

Accapparamento di beni di prima necessità: sale, zucchero, olio di semi, scatolame…


 

Bender, al mercato della carne

 

Nel corso della guerra Russia-Ucraina, da alcuni giorni si è tornati a parlare con insistenza di questa repubblica filorussa anche per le indiscrezioni diffuse dallo Stato maggiore ucraino e riportata da Ukrainska Pravda, le quali sostengono che, "è stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione transnistriana al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l'Ucraina". Nel territorio si trovano al momento qualche migliaio di soldati russi che includono i 1.500 che fungono da peacekeeping, di stanza da 30 anni. La regione si trova infatti a ovest di Odessa e potrebbe essere un fronte alternativo per attaccare la città portuale, dopo il fallimento dei ripetuti tentativi russi di aggirare Mykolaiv, a Est, a circa 130 dai confini della PMR. Al momento, non ci sono informazioni che confermino la mobilitazione delle truppe in Transnistria", si legge in una nota del Ministero degli Esteri moldavo, citato da Ukrainska Pravda. Anche le autorità della PMR hanno negato questo scenario definendo le informazioni diffuse da Kiev “assolutamente false” e dichiarando che “tutte le unità militari presenti nel territorio sono in dispiegamento permanente e svolgono le attività in una “modalità operativa standard”, anzi “deliberatamente minimizzate” per evitare di aumentare la tensione.  Tensione che a dire il vero è sempre palpabile da quando nel 2014 la Transnistria ha chiesto l'adesione alla Russia in seguito alla secessione della Crimea dall'Ucraina e alla sua integrazione nella Federazione Russa. In definitiva, Kiev teme un’operazione di false flag per indurre a credere che gli ucraini abbiano attaccato il piccolo territorio al confine tra Ucraina e Moldavia spingendo così la sua popolazione ad accettare un arruolamento e comunque la partecipazione all'invasine dell'Ucraina.

Per approfondimenti:

 

Il libro Transnistria, alle nozze d'argento con la secessione di G.Cevolani


Ultimo aggiornamento Mercoledì 13 Aprile 2022 21:29