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Notizie - Fatti
Mercoledì 01 Giugno 2022 12:42

 

 

Finalmente l’estate in arrivo sul calendario ma già perfettamente residente nel profilo meteorologico italiano, torna a portare una sorta di normalizzazione di cui avevamo davvero bisogno. La gente si riappropria della libertà di vivere lo spazio come meglio crede. Cadono piano piano tutte le restrizioni e con la chiusura imminente delle scuole cadrà anche la pagliacciata delle mascherine, che i ragazzi indossano in aula annullandone poi gli scopi preventivi giocando e vivendo il contatto della loro naturale attività giovanile come è normale che sia. Una modalità che in questo paese in cui facciata e apparenze sono più importanti della sostanza rappresenta la normalità.

Mentre la massa riacquista la propria modalità di comportamento, resiste chi non sembra essersene accorto e prosegue nel solco tracciato dalla propria stupidità non curante del mondo che gli vive intorno. Quel popolo di individui che continua a tenere la mascherina ben calzata sul naso a tutti i costi. Li vedi aggirarsi con fare meccanico e privi di gioia vitale, quasi a subire la vita fuori dalle mura domestiche e a vivere con una certa riluttanza insieme agli altri. Una sorta di Zombi, che anche in assenza di qualsiasi contatto ravvicinato, o soli in macchina alla guida, oppure a passeggio in un parco pubblico non rinunciano all’inutile dispositivo.

Un nucleo resistente che ha rifiutato l’opzione del ragionamento, non ponendosi minimamente il problema dei possibili danni che la respirazione inibita possa provocare a lungo termine. Ma in fondo non è colpa loro o almeno non completamente. Non tutti sono attrezzati mentalmente per contrastare il controllo di massa che ormai da un paio d’anni viene perpetrato sistematicamente.

In un paese con enormi pecche e lacune, vecchio e che non riesce o non vuole scrollarsi di dosso problemi atavici, con situazioni di infrastrutture carenti, insufficienti, datate e indietro sul sociale, il ciclo pandemico è giunto come la manna dal cielo. Quale miglior modo infatti per governare soffocando ogni tensione popolare se non con la paura?

Un esperimento sociale che ha dato i suoi frutti inebetendo quanti ancora oggi si aggirano con la pezza in faccia, appesa alle orecchie ma sotto il mento, la modalità più inutile possibile quasi un segno distintivo per manifestare l’incapacità di esercitare la propria criticità di giudizio.

Visti gli ottimi risultati sulla circonvenzione dei cervelli si è tentato poi di sostituire l’arma del controllo di massa del Covid con la Guerra, ma pare non abbia sortito grossi effetti dopo gli iniziali allarmismi di rito.  Nemmeno i plastici e le slide di Bruno Vespa sono riusciti ad indurre una nuova psicosi. A parte forse la stupida reazione di svuotare i supermercati dai beni di prima necessità, primi tra i quali farina e lievito ormai icona di un popolo di “Poeti, Santi e…Panificatori”.

Popolo che però si interroga sulla posizione del governo, che suddito degli USA non osa discostarsi dalla sua politica così come tutta l’Europa. Il fatto di fornire armi all’Ucraina divide l’opinione pubblica e c’è chi non vede di buon occhio continuare ad alimentare una guerra che così si protrarrà all’infinito. Di fatto dietro le belle parole e agli idealismi di tutti quelli che parlano in video, la realtà vede solo il sacrificio umano di chi la combatte sul campo. Sia da una parte che dall’altra perché alla fine a parte di chi li muove come marionette, nella guerra sono tutte vittime e tutti sono perdenti.

Alla fine valgono le stesse regole in vigore fin dai tempi dell’Antica Roma e allora, basta che al popolo vengano assicurati “panem et circenses” e tutto comunque procederà bene. Il primo componente è sempre lo stesso ed anche se le paure per il grano fermo nei porti Ucraini comincia a provocare qualche preoccupazione, per ora i problemi sembrerebbero scongiurati.

I “Circenses” sono quelli che il mondo moderno identifica nei protagonisti del calcio e a questo riguardo, nulla potrebbe andare meglio a Roma più di questo momento. La A.S. Roma squadra che porta calcisticamente nel mondo il nome della città ha da poco vinto, un trofeo Europeo che le mancava da 61 anni e a 14 dall’ultimo successo.

All’Italia un titolo Europeo per squadre di Club mancava da 11 e l’artefice di quella affermazione era stato Jose Mourinho alla guida dell’Inter della famiglia Moratti. Ancora una volta ci ha pensato lui, lo “Special 1” soprannome che l’allenatore lusitano si è guadagnato durante una carriera costellata di successi. L’ultimo però ha qualcosa di particolare perché a Roma quasi nessuno è stato mai capace di vincere e, farlo al primo anno sulla panchina romanista senza peraltro poter contare su una rosa non particolarmente dotata ha reso ancora più esaltante il successo.

La risposta del pubblico Romanista ha fatto il giro del mondo, con le immagini del tripudio di folla festante che ha ammantato di giallorosso le vestigia dell’antica Roma, dalle terme di Caracalla al Circo Massimo, fino al Colosseo dove la squadra ha sfilato nel tripudio della folla. C’è chi dice esagerato, ma forse è stato un po’ come la storiella della volpe che non arriva all’uva.

Indirettamente di questo ha giovato anche il Sindaco Gualtieri, che vivacchiando tra i problemi di Roma tira avanti più in sordina che mai. L’attuale primo cittadino è l’ennesima prova dell’abilità mediatica della sinistra, che nell’era Raggi grazie alla collaborazione dei media sbatteva la Sindaca  in prima pagina praticamente tutti i giorni, addossandogli gli stessi problemi di cui la capitale soffre ancora oggi ma che ora non destano più lo sdegno di giornalisti e comunicatori.

I famosi cinghiali che tanto scandalo fecero qualche mese fa oggi si sono moltiplicati a dismisura, diventando una presenza abituale nella zona di Roma Nord. Con loro tutte le problematiche che comportano, dalla sicurezza stradale fino all’igiene, tanto che la peste suina si è già manifestata in alcuni esemplari trovati morti tra parchi e giardini. Tutto questo per gli stessi media allarmisti del passato oggi non costituisce più un problema e a questi argomenti vengono dedicati soltanto distratti articoletti a margine, così come accade per i rifiuti ecc.

Ma tanto è tempo di andare al mare e allora tutto passa in secondo piano. Il nastro d’asfalto bollente viene invaso nel we dalla moltitudine di auto in direzione delle spiagge del litorale pronte a riempirsi di nuovo. La gente non chiede altro che stare all’aperto spensierata e di bruciarsi al sole dimenticandosi il cupo inverno appena gettato alle spalle, cercando di fare il pieno di energia per esorcizzare la paura di un possibile nuovo buio già in attesa dopo l’estate.


Ultimo aggiornamento Mercoledì 01 Giugno 2022 17:16