Napoli - "panaro" solidale Stampa
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Notizie - Curiosità
Venerdì 29 Luglio 2022 16:25

 
Quando ‘o panaro napoletano diventa anche solidale
 
 

 
’Marì, acala ‘o panaro’’, un’espressione tipica che ancora oggi capita di ascoltare nei vicoli del centro storico di Napoli. Il termine panaro deriva dal latino “panarum” con cui si indicava un cesto nel quale riporre il pane, il paniere in italiano. Ed ad un certo punto è come se vedessi la scena, incredibile ed inaspettata. Si sente prima un fischio prolungato, poi un altro, come una sorta di risposta, proveniente dall’alto. Ed ecco un uomo in piedi che guarda verso il cielo agitando un sacchetto per aria come a mostrare un qualcosa di prezioso. Anche se le due persone sono parecchio distanti, qui si può gridare, “Donna Carmela o’ppane!”. Un cestino scende dall’alto e la spesa viene messa all’interno. Quella del “panaro” è una tradizione solamente napoletana, tramandata di generazione in generazione, sacra per gli abitanti del Sud, ma sconosciuta e incomprensibile al resto d’Italia. Il più tradizionale  è fatto di vimini intrecciati con il manico, legato a una corda di canapa ma oggi si usano anche quelli di plastica di ogni colore, soprattutto quello azzurro come il colore della squadra di calcio partenopea. Quando si pensa a Napoli sono molte le immagini che ci vengono in mente e ogni cosa non fa che sottolineare lo spirito di adattamento e, soprattutto, l’ingegno napoletano: grazie ad una semplice corda attaccata al suo manico, il panaro è stata la prima forma di spesa portata a casa, quando ancora non esistevano le app, internet o le consegne a domicilio. Dai balconi delle case le donne chiamavano il garzone della bottega, ordinavano il loro necessario ed il gioco era fatto. Il panaro veniva fatto scendere con il denaro e poi veniva issato con la spesa come una sorta di montacarichi. Inoltre, da quest’usanza antica, nasce anche un famoso detto napoletano, ‘’perdere Filippo e ‘o panaro, una frase usata nelle situazioni di incertezza, in cui, a causa dell’indecisione tra due cose, si perdono entrambe. Il detto risale probabilmente alle commedie pulcinellesche, dove il nobile affida al servo Filippo un cesta piena di provviste ma il servo però fugge dopo aver mangiato tutto il cibo contenuto, appunto, nella cesta. Il nobile rimane così senza nè servo, Filippo, e neanche il panaro.   Spesso si dice ‘’solo a Napoli’’ ma è proprio così, infatti dopo il caffè sospeso, lasciato pagato per chi non può permettermelo, recentemente in Via Santa Chiara, in pieno centro storico di Napoli, è comparso  un cesto molto particolare, il ‘’panaro solidale’’, con un cartello con la seguente frase, “chi può metta, chi non può prenda’’, un invito che ci ricorda immediatamente la frase scritta sul cestino di San Giuseppe Moscati, il medico santo, che passò la vita a curate i poveri e quelli che necessitavano aiuto, invitando le persone più fortunate e benestanti a fare un’offerta e i bisognosi a prendere quello di cui avevano necessità.
          
  https://youtu.be/vrUcS_qdGUI                            https://youtu.be/AP6iVo9Atus
 
Articolo di Alex Ziccarelli
Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Luglio 2022 16:27