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Giovedì, 18 Aprile 2024
Matteo Renzi, da Verona si candida alla guida dell'Italia. PDF Stampa E-mail
Scritto da Giuseppe Arno   
Giovedì 13 Settembre 2012 10:20



La corsa di Matteo Renzi parte da Verona nel segno del rinnovamento. Ad accoglierlo giovani sindaci come lui, eletti in territori di confine dopo aver attraversato vicissitudini partitiche tanto simili a quelle che da sempre legano Renzi al suo PD. Qui al nord poi il partito democratico deve vedersela con realtà come la Lega Nord che mantiene con il sindaco Tosi il ruolo di partito capace di rinnovarsi e primeggiare nonostante tutto.
Renzi ha preparato nei mesi passati il terreno per l'ascesa di alcuni amministratori locali nati e cresciuti sul proprio territorio, un ottimo metodo per creare dei 'satelliti', la tattica sta rendendo ottimi frutti. "Matteo l'amico che più ce n'è meglio è"? Sembra essere questo uno degli slogan più gettonati anche a Verona nella Palazzo della Grande Guardia che dista pochi metri dall'Arena.
Renzi fa il suo ingresso davanti ad una platea festosa, sventolante manifesti che ricordano le grandi convention democratiche targate USA, il blu ed il rosso nel doppia faccia degli slogan e del nome del candidato "Matteo Renzi - Adesso!" o viceversa. Il pubblico rumoreggia, non tutti sono sostenitori, ci sono dei curiosi che rivedono persino nell'eccessivo entusiasmo il ricordo vivo di Bettino Craxi, un paragone che non piace ai renziani che voltano le spalle al borbottio e guradano verso il palco.

Dopo il video di pochi secondi che ripercorre la storia d'Italia degli ultimi 25 anni in stile Big Bang con flash di immagini e musica accattivante, entra il candidato premier: "Emozionante sapere da dove si parte e non sapere dove si arriva - inizia così il suo discorso Matteo Renzi - il lusso in politica non è l'auto blu, non è lo stipendio ma sono le relazioni umane che nascono, riconoscendosi l'un l'altro compagni di strada. Partiamo dal desiderio di cambiare noi ed avverto un sentimento di amicizia che è fondamentale che dona leggerezza nell'affrontare la politica: una cosa bellissima ma non una missione sacra, oltre c'è la vita di ciascuno di noi. Rispetto, sobrietà, leggerezza tutto con il sorriso.

Perché Verona? "Stare a Verona significa stare in un campo che non è il nostro, qui abbiamo perso le elezioni ma abbiamo dimostrato che se non ci chiudiamo in difesa ma giochiamo all'attacco possiamo mettere in campo una squadra di amministratori anche più giovani di me capaci di fare la differenza".

Il Video: "Ripercorre 25 anni, era il 1987 e c'era ancora il muro con una Germania divisa in due. C'era una classe dirigente pronta a scannarsi sul niente e incapace di dare risposte, è cambiata la storia ma anche la geografia. Non avevamo telefonini né internet, c'era una comunicazione diversa dove persino i loghi dei partiti erano diversi, i leader invece erano gli stessi di oggi" Applausi.

Il Compasso: questa l'immagine scelta da renzi e dal suo staff, fare perno sul 2012 e guardare indietro di 25 anni per poi proiettarsi verso il futuro. "Possiamo essere l'altro raggio del cerchio guardando al futuro, costruendolo immaginandolo condividendolo da protagonisti quale forza di sinistra che non teme il futuro.

Programmi? Prima ancora, più importanti sono due elementi di certezza: Noi possiamo candidarci senza giustificazione perché mentre loro erano in parlamento noi eravamo all'asilo. Ma siamo qui per raccontare che i 25 anni che ci aspettano non saranno anni in cui sostituire una classe con un'altra. Da Verona diciamo di avere una idea più ambiziosa di questa, la scommessa è di raccontare concretamente come alzare l'orizzonte con il senso pratico che ci viene dall'essere sindaci. Trasparenza massima, tutto on-line è questa la condizione per modificare il rapporto con i cittadini, perché altrimenti si stancano e cambiano canale è un film che hanno già visto"

Un'Italia pronta a cogliere la sfida. Per Renzi è quella della sveglia la mattina dei bambini da lasciare alla nonna, del lavoro che non paga e non gratifica. "Lasciamo agli altri l'italia delle coalizioni e delle foto, la rottamazione è la constatazione che o prendiamo in mano il nostro destino o non andiamo da nessuna parte. Io dico grazie a Pier Luigi Bersani per tante cose, negare le primarie però avrebbe significato negare il senso del partito democratico".

"Adesso!" l'avevano già detto. "Sì, lo aveva fatto Dario Franceschini, contro Bersani nel 2009.. ma scusateci, non ce ne siamo ricordati, si vede che non è rimasto molto impresso" Risate.
E Dopo? se lo è chiesto e lo ha chiesto ai suoi elettori Pier Luigi Bersani intervenuto ad Otto e Mezzo. "Dopo? Se si perde non ci inventiamo la formazione di Serie Z ma la sconfitta è parte del gioco e saremo lì a dare una mano in prima fila e se si vince... non si tratta di cambiare partito ma di cambiare l'Italia ed è una opprtunità che mi pare possibile, con tre parole chiave: Europa Futuro Merito"

Si candida? la domanda degli ultimi mesi trova finalmente risposta dalla viva voce del sindaco di Firenze: "Annuncio ufficialmente la mia, che è la nostra, candidatura alla guida dell'Italia e mi onora il meritare la vostra amicizia, il vostro sostegno. Lo facciamo dicendo 'Adesso' le parole con le quali vogliamo governare l'Italia".

Crisi vissuta come occasione. Una eresia? "Sembra folle, ma è così. Grazie per quello che ci avete dato: 70 anni di pace una ricchezza senza eguali ed una prospettiva di benessere persino eccessiva.. troppo avere e poco essere. Adesso il meccanismo si è inceppato e si è rotto, ma non siamo bamboccioni pigri ed inefficaci possiamo rottamare il '68 che si dipinge come unica meglio gioventu con ideali e noi come incapaci. Non sentite come è ghiotta l'occasione di dire che noi possiamo cambiare l'Europa che ormai è come fosse una vecchia zia che ci fa fare i compiti".

Europa. "Manca la parola che vada oltre i confini ristretti, manca l'attenzione agli altri paesi ai diritti dell'uomo anche nel mondo arabo dove la donna sarebbe complementare all'uomo. Occorre mettere insieme risorse per crescere su direttrici precise e non far cadere soldi a pioggia per progetti che non sono poi verificabili nella loro bontà"

Italia. "Il governo Monti non è riuscito a dare una speranza e forse non aveva neppure questo obbiettivo. L'Italia da 15 anni non cresce, occorre entrare con il decespugliatore ed il diserbante nella burocrazia. Puoi abbassare le tasse ed inventarti cose stravaganti ma quando ci sono 30 autorizzazioni da chiedere per aprire una fabbrica. Inutile anche andare avanti con i grandi progetti faraonici che quando arrivano sono vecchi e poi non hai infrastrutture pur avendo investito di più. Come mai un chilometro di strada da noi costa più che in un altro paese?"

Impegno. "Promettiamo agli italiani di cambiare il sistema della tassazione e della pressione fiscale... ma non si tratta di far pagare a chi già paga ma a chi non ha mai pagato e diminuire la pressione fiscale sul e su chi crea occupazione Al recupero dell'evasione deve corrispondere un abbassamento delle tasse perché è questo il gioco, questo il messaggio del meccanismo virtuoso se si paga tutti si paga meno".

Non c'è un programma. "Ci sarà su internet una bozza, modificabile e perfettibile con le idee di tutti perché non credo che la politica sia fatta da chi è riuscito nella vita e poi pensa a tutto lui, per tutti.

Guardare al centro e a destra. "Io sono cristiano e cattolico se qualcuno non mi voterà per questo gli sarò grato per la franchezza, ma se faccio politica lo faccio laicamente non rispondendo ai dettami della fede. Non ho paura di chiedere i voti del centrodestra che se farà le primarie sarà bello per tutti. Non abbiamo paura di venire a prendervi, tirarvi fuori dalle vostre illusioni sui posti di lavoro, sull'occupazione, sulla riduzione delle tasse. Noi del partito democratico le elezioni le vogliamo vincere e non vogliamo partecipare e se faremo un Italia credibile voi sarete con noi"

La conclusione prima dell'abbraccio conclusivo da parte dei 1200 presenti in sala oltre ai simpatizzanti in attesa in piazza accanto al Camper che toccherà 108 province italiane nei prossimi giorni: "In famiglia mio figlio ha già detto che voterebbe Bersani, ma non può perché ha 11 anni. Voglio che sappia che suo padre non ha avuto paura e non si è nascosto dietro le spalle dei vecchi giganti, ma ha voluto tirare quel rigore e provarci"

dall'inviato a Verona, Antonio Lenoci

nove.firenze.it
 

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