Il referendum anti casta raccoglie 1,3 milioni di firme. Ma nessuno te lo dice. |
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Sabato 11 Agosto 2012 19:54 |
Il tema dei costi della politica è di quelli che fanno salire il sangue alla testa a gran parte degli italiani, soprattutto in un momento come questo in cui vengono imposti sacrifici a tutti i cittadini. Nei mesi scorsi sono state avviate due differenti raccolte firme, facenti capo a due diversi organizzatori (il movimento politico Unione Popolare e il Comitato del Sole) per arrivare a due referendum che puntano entrambi alla riduzione dei compensi dei politici, andando a colpire la legge 1261 del 1965. Entrambe le esperienze sono state pressocchè ignorate dalla maggior parte dei media e osteggiate anche da quei partiti potenzialmente affini come IDV e Movimento 5 Stelle, che hanno contestato la correttezza formale delle raccolte firme e quindi la loro sostanziale inutilità. La vicenda è stata ampiamente raccontata da due articoli di Yahoo! Finanza: il primo evidenzia le due differenti esperienze referendarie e gli ostacoli da affrontare, il secondo contiene un'intervista al presidente del Comitato del Sole, Marco Savari. Ma è Unione Popolare, promotore dell'altro referendum, ad aver convocato ieri una conferenza stampa alla Camera dei Deputati (praticamente deserta di giornalisti e politici) per annunciare il raggiungimento di ben 1.305.639 firme. "Un risultato straordinario" è il commento soddisfatto di Maria Di Prato, segretario del partito. Se il referendum otterrà il via libera e dovesse essere approvato, andrebbe ad abolire la "diaria" di deputati e senatori, circa 3.500 euro al mese che ognuno riceve per le spese di soggiorno a Roma ("compresi i circa 200 che nella Capitale già risiedono" commenta il segretario di Unione Popolare). Si è deciso di intervenire su quest'aspetto e non sulle indennità parlamentari, spiega Maria Di Prato, perché è la Costituzione a prevedere uno stipendio per i rappresentanti eletti e quindi si poteva rischiare una bocciatura da parte della Consulta. Infatti, al di là di tutti gli sprechi, gli eccessi e gli abusi che sono stati più volte denunciati e che devono essere eliminati, bisogna ricordare, fuori da ogni facile populismo, che quella di fornire uno stipendio ai parlamentari è stata tradizionalmente una misura di stampo socialista, la cui ratio era quella di offrire a tutti la possibilità di candidarsi e farsi eleggere, anche a persone dei ceti popolari e operai, e non solo ai ricchi e, un tempo, ai nobili che potevano permetterselo. L'occasione della conferenza stampa serve anche a Maria Di Prato per rispondere alle due principali critiche che sono state loro mosse. Insomma, nel silenzio generale dei mezzi di comunicazione tradizionali, la corsa del cosiddetto referendum anti-casta continua. |