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Giovedì, 28 Marzo 2024
In Toscana 600 tagli, chiusi 172 uffici, previsti scioperi e disagi. PDF Stampa E-mail
Scritto da Giuseppe Arno   
Venerdì 20 Luglio 2012 09:53


"Da lunedi prossimo, 23 luglio, prende il via il folle progetto di ristrutturazione di Poste Italiane che vede interessati tutti i settori su tutto il territorio nazionale" scrivono in una nota Vito Romaniello SLP CISL, Giuseppe Luongo SLC CGIL e Luigi Ferraro FAILP-CISAL.

Detto piano prevede infatti da un lato la chiusura di oltre un migliaio di Uffici Postali e dall’altro una razionalizzazione dei CMP e la riduzione drastica di molte zone di recapito in 5 regioni nel 2012 e in tutte le altre nel 2013.
La Toscana è fra le prime 5 regioni con un taglio di 426 zone nel recapito, con la trasformazione del CMP di Pisa in Centro P che comporterà la riduzione di 130 unità e con la chiusura di 172 uffici postali e la riduzione dei giorni di sportello per altri 26.

Questa operazione comporterà una riduzione della forza lavoro in Poste Italiane della Toscana di quasi 800 unità, generando esuberi difficili da ricollocare.
Questo comporterà un’ulteriore peggioramento del servizio offerto alla cittadinanza, rendendo infattibile la distribuzione della corrispondenza con conseguenze catastrofiche sulla qualità e privando intere comunità, specie in luoghi disagiati, di un servizio importante come quello offerto negli uffici postali.
Appare chiaro che siamo di fronte a una mera riduzione di costi a fronte di una assenza assoluta di un piano di sviluppo per rilanciare un settore fortemente in crisi come quello del recapito.

Noi diciamo NO a questa ulteriore ‘razionalizzazione’, la terza in sei anni, senza che prima sia stato presentato un vero piano di sviluppo e di rilancio del settore del recapito e insieme anche un’azione di trasformazione dei piccoli uffici postali in centri multiservizi utili alla comunità, mantenendo il presidio sul territorio e salvaguardando i posti di lavoro. Un obiettivo peraltro annunciato anche dall’A.D. Sarmi, in un’intervista, ma smentito dalle azioni reali messe in campo dall’azienda.

Per questo abbiamo dichiarato lo stato di agitazione della categoria che farà saltare la prima data di partenza prevista per il 23 luglio e che darà il via ad una serie di agitazioni nella nostra regione che approderanno ad una mobilitazione generale e ad iniziative di lotta nazionali.
Cenni (Pd): “Chiediamo al presidente Rossi di lavorare insieme per ottenere risposte concrete sulle sorti degli uffici postali a rischio chiusura”

Aprire una nuova vertenza toscana con Poste Italiane per comprendere quali siano gli intenti dell’azienda su un territorio che rischia di vedere la chiusura di alcuni uffici postali nelle aree rurali, montane e nelle piccole frazioni. È quanto propongono al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, i deputati toscani Susanna Cenni, Luca Sani, Tea Albini, Ermete Realacci, Raffaella Mariani, Rosa De Pasquale, Silvia Velo, Donatella Mattesini, Lido Scarpetti e Andrea Rigoni, chiedendo di incontrare assieme i vertici di Poste italiane Spa per fare luce sulle sorti di alcuni sportelli dislocati sul territorio.

“Il singolo impegno di molti di noi sui rispettivi territori di competenza - commenta Susanna Cenni - non è servito, purtroppo, anche nei mesi passati e negli scorsi anni, ad avere risposte concrete da parte dell’azienda, la quale ogni volta si è limitata a rispondere in modo standardizzato che ‘qualsiasi decisione verrà assunta coinvolgendo gli interlocutori locali’ o che le raccomandazioni esplicitate negli atti ispettivi ‘saranno trasmesse dal Mise alla concessionaria di Poste italiane’. A niente sono servite le audizioni organizzate dalla collega Velo con Sarmi e con il Ministro Passera nella commissione trasporti e temo che neanche la nuova interrogazione presentata nelle scorse settimane dall’onorevole Realacci e sottoscritta da molti di noi sulla ormai nota ‘lista nera di uffici a rischio chiusura entro il 2012’ riuscirà in questo intento. Sono di questi giorni anche le mobilitazioni di molti enti locali e del Pd, ma l’obiettivo non può essere quello di salvare qualche ufficio prolungandone la vita fino all’arrivo della prossima lista, che purtroppo sarà altrettanto nera”.

“La situazione attuale - continua Cenni - che siamo sicuri è ampiamente conosciuta dal presidente Enrico Rossi, presenta un progressivo depauperamento di ogni struttura di servizio fuori dai centri più popolati, con conseguenze pesanti per la qualità della vita in queste aree che, in carenza di servizi e trasporti adeguati, rischiano un nuovo spopolamento. Siamo tutti pienamente consapevoli della fase che il nostro Paese sta vivendo, della necessità di razionalizzare e di ridurre la spesa, ma la prospettiva di un nuovo massiccio intervento di razionalizzazione degli uffici postali deve misurarsi con la necessità di mantenere servizi di base alle popolazioni, soprattutto per le persone anziane. Siamo quindi convinti che, oltre all’impegno di ognuno noi, occorra adesso aprire una nuova e grande ‘vertenza Toscana’ nei confronti di Poste italiane Spa, collaborando insieme alla Regione per un’azione complessiva su tutto il territorio toscano. L’impegno che chiediamo al presidente Rossi, è quello di lavorare insieme a noi parlamentari per ottenere un concreto e sollecito incontro con l’amministratore delegato di Poste italiane sulle sorti di quegli uffici postali che si trovano sulla ‘lista nera’ e che sono a rischio di chiusura. Gli incontri richiesti dalle singole istituzioni e dai singoli parlamentari per ogni porzione di territorio, infatti, non avrebbero la forza necessaria per ottenere risposte adeguate, ma si limiterebbero, come già succede, a una sorta di aggiornamento di bollettini di guerra. Sulla questione vogliamo avere, invece, risposte concrete che non possono più essere rimandate”.

nove.firenze.it
 

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