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Fini: su questione morale politica sia intransigente PDF Stampa E-mail
Scritto da Webmaster   
Mercoledì 21 Luglio 2010 14:17
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Intercettazioni, "la Camera ha corretto impostazioni iniziali inadeguate".

ROMA - "Non ho perso la fiducia. Auspico la ripresa del dibattito e che si arrivi a fare le riforme". Alla cerimonia del Ventaglio Gianfranco Fini alza nuovamente la palla sulle riforme, e si dice ancora convinto che in questa legislatura possano esserci spazi per vararle. E il presidente della Camera ribadisce che davanti alla questione morale la politica e le Istituzioni debbano essere "intransigenti".

"Spero che alla ripresa dei lavori autunnali le riforme tornino ad essere un tema centrale del dibattito perché farle significa rendere ancora più efficace la democrazia", sostiene il presidente della Camera rivolgendosi ai giornalisti parlamentari davanti ai quali ribadisce la centralità del Parlamento nel sistema istituzionale italiano. Una prova? Il percorso del disegno di legge sulle intercettazioni.

"Pur con un iter travagliato durato due anni - spiega - il lungo dibattito sul ddl intercettazioni ha dimostrato che quando il Parlamento discute in modo aspro ma approfondito è capace di correggere impostazioni iniziali che si rilevano inadeguate". Lo testimoniano, a suo parere, "gli emendamenti di maggioranza e governo in commissione Giustizia, profondamente innovativi, che hanno segnato una pagina importante non solo per chi crede nella centralità del Parlamento ma anche sull'intento di correggere impostazioni".

L'occasione serve al presidente della Camera anche per ribadire un concetto a lui particolarmente caro: "Tra la politica e la stampa deve esserci inevitabilmente una sinergia, una collaborazione sempre nella differenza dei ruoli. Non deve esserci compiacenza, ne collateralismo o pregiudizi, ma uno scambio quotidiano che arricchisce entrambi i ruoli. L'attività legislativa è un caposaldo della democrazia. Viviamo in una una fase in cui nell'opinione pubblica c'é un sentimento di diffidenza e di pregiudiziale ostilità nei confronti di quella che è chiamata la 'casta'. Il Parlamento ha il dovere di dimostrare che si tratta di giudizi non corrispondenti al vero".

Da qui la necessità per la politica di essere "intransigente" davanti alla questione morale, che "c'è". "Bisogna essere drastici - spiega - nel ribadire che se vogliamo che la politica sia in sintonia con la società, nei confronti di comportamenti che sono scarsamente in sintonia con l'etica pubblica e con il rispetto delle regole del vivere civile, la politica deve essere intransigente". Peraltro, è il suo ragionamento, "la contrapposizione tra garantismo e legalità non ha motivo di esistere". Perché, "se è vero che uno non è colpevole fino a quando la sua sentenza non è passata in giudicato non si può giustificare ciò che giustificabile non è".(ANSA)

 

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