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Avviata la chiusura del campo rom dell’Olmatello. PDF Stampa E-mail
Scritto da Giuseppe Arno   
Martedì 03 Luglio 2012 18:59



Sono iniziate ieri le operazioni per la chiusura del campo rom dell’Olmatello
che si concluderanno lunedì prossimo con gli interventi di bonifica e sistemazione dell’area. Si tratta della conclusione del processo di superamento del campo avviato nel 2009 quando si trovavano all’interno dell’insediamento circa 140 persone, ed entrato nella fase operativa l’anno scorso per concludersi adesso con la fuoriuscita delle ultime famiglie presenti.

“Questo intervento si inserisce perfettamente nella linea adottata da questa Amministrazione per quanto riguarda le occupazioni e gli sgomberi – dichiara l’assessore al welfare Stefania Saccardi –: massimo rigore nel rispetto delle regole e massima attenzione ai diritti e ai bisogni della persone, soprattutto quelle più deboli come le famiglie con bambini. Nessun intervento di polizia, ma percorsi di accoglienza e di integrazione senza procedure privilegiate. Il che vuol dire anche superamento dell’assistenzialismo puro per favorire percorsi di autonomia nei quali ciascuno deve fare la sua parte e parteciparvi attivamente”.

Il percorso di superamento e chiusura del campo è il risultato di una positiva collaborazione tra l’Amministrazione comunale (direzioni servizi sociali, patrimonio e servizi tecnici), il Quartiere 5, il comitato di gestione e la cooperativa sociale “Il Cenacolo”.

Nel periodo gennaio-giugno 2012 i nuclei rom coinvolti nel processo di superamento e seguiti dai servizi sociali e dalla cooperativa sono stati 13 per un totale di 54 persone, di cui 23 minori. Per ogni nucleo è stato attivato un percorso di autonomia. In dettaglio: quattro famiglie (15 persone) sono risultate assegnatarie di alloggi Erp secondo la graduatoria ordinaria; due nuclei familiari (8 persone) sono stati accolti in strutture della cooperativa in attesa di assegnazione di alloggio Erp, sempre sulla base della graduatoria ordinaria; quattro famiglie (14 persone) sono entrate nel circuito ordinario di accoglienza coordinato dalla Asp Montedomini con la collaborazione di associazioni del Terzo Settore; due nuclei familiari (11 persone) hanno trovato la casa sul libero mercato; una famiglia (6 persone) è stata accolta, in qualità di rifugiati politici, al Centro Paci. “Il campo rom è stato chiuso, è bene ricordarlo, senza ricorrere a percorsi privilegiati come era la previsione del ‘villaggio’ di via Lorenzini – sottolinea l’assessore Saccardi – . Quel progetto, che avrebbe visto la realizzazione di un insediamento solo funzionale ai rom dell’Olmatello, è stato immediatamente abbandonato da questa Amministrazione. È stata una grande operazione in sinergia con tanti soggetti e conclusa senza l’intervento delle forze dell’ordine. Voglio per questo ringraziare il presidente del Quartiere 5 Federico Gianassi e il comitato di gestione, senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile, gli operatori sociali e la cooperativa Il Cenacolo oltre a tutti i miei collaboratori della direzione servizi sociali. La chiusura del campo rom era prevista nei programmi dell’Amministrazione entro il 2014 e siamo riusciti nell’obiettivo con un anno e mezzo di anticipo, senza alcuna tensione sociale, senza percorsi privilegiati e nel rispetto totale delle regole e delle graduatorie in essere”.

Tutti i nuclei sono stati seguiti e continueranno ad essere monitorati sotto il profilo del sostegno e dell’avvio al lavoro, della conclusione dei percorsi di integrazione, dell’aiuto nella gestione dei minori e nel percorso di integrazione sociale.

“Si chiude un’esperienza nata per essere temporanea – aggiunge il presidente Gianassi – garantendo minori costi per l’Amministrazione e una prospettiva a tutti i presenti nel campo rom, senza privilegi né discriminazioni”.

"E' una buona notizia per la città di Firenze quella della chiusura del campo rom dell'Olmatello. E' una chiusura particolare perché non è derivata da sgomberi forzosi ma da un programma serio di integrazione e inclusione che parte da lontano". Lo dice la consigliera del Pd Stefania Collesei. "Il campo- spiega Collesei- esisteva già, ma il picco di presenze di rom all'Olmatello si verificò con l'ondata di arrivi dalla ex Jugoslavia nel 1999 , in quel momento si registravano oltre 300 presenze. All'epoca ero appena divenuta presidente del Quartiere 5 : si trattava di una vera e propria emergenza umanitaria. Da lì nacque la determinazione di affrontare il problema con metodo seguendo il filone dell'accoglienza : c'erano tanti bambini , bisognosi di tutto . Il Quartiere 5 con la collaborazione dell'Arci, della Madonnina del Grappa, della Comunità di Sant'Egidio, dell'Opera Nomadi approvò un piano che si sarebbe sviluppato negli anni successivi : istruzione, lavoro, alloggio. Insomma - pèrecisa Collesei- le cose che danno indipendenza e dignità. Da subito si iniziò a dare risposte all'emergenza alloggiativa sostituendo le roulotte con case mobili, poi abbiamo lavorato sulla scuola , sulle frequenze, l'accompagnamento coi pulmini dei bambini, poi la ricerca del lavoro per chi era abile : negli alberghi , al mercato ortofrutticolo, sui furgoncini,nella portineria del campo stesso per limitare nuovi accessi. Furono accompagnate le famiglie a fare le domande per la casa popolare.
A loro è stata richiesta collaborazione. Non si poteva fare sterile assistenzialismo, bisognava assumersi la responsabilità di far crescere la propria famiglia in un sistema di regole : pagare le utenze, l'affitto , usufruire correttamente del sistema sanitario . Non sempre è stato facile: questo popolo , che non ha mai dichiarato guerra a nessuno si chiudeva a volte nel suo sistema , spesso maschilista, sprezzante delle regole dei gagé. I risultati , sudatissimi, sono però arrivati via via. Dalla frequenza scolastica si passò alla qualità della frequenza scolastica. I bambini nascevano all'interno del campo, poi andavao a scuola. Qualcuno di loro riusciva ad andare oltre le medie. Nacque un squadra di calcio ed anche un gruppo di ballo : i Gypsi Boys , qualcuno recitò anche in una compagnia tatrale. Ci sono stati anche episodi di violenza, l'allontanamento forzoso di abusivi in collaborazione con le forze dell'ordine, incendi dovuti alla cattiva gestione, ma alla fine i nuclei che avevano raggiunto l'indipendenza economica cominciarono ad uscire dal campo. Ogni uscita era una conquista , un motivo di orgoglio per tutti , no all'assistenzialismo , si all'accoglienza. A metà 2009 , 10 anni dopo restavano al campo circa 70 persone. Il Quartiere 5 aveva cambiato presidente , ma l'opera di superamento del campo è proseguita : ed oggi 13 anni dopo si è arrivati alla chiusura. Non è né scontato né banale quello che è successo e il sindaco Renzi può essere orgoglioso di aver raccolto i frutti di un impegno collettivo. E' un esempio di come l'accoglienze paghi in termini di sicurezza e di civiltà . La gestione del campo è stata spesso oggetto di polemiche sui costi , i pulmini , il portierato , le case mobile ecc. ma sono orgogliosa e felice di aver contribuito a realizzare questo risultato. I rom dell'Olmatello sono fra noi, i loro figli sono nelle nostre scuole, sono avviati nel cammino dell'indipendenza economica , stanno realizzando progetti di vita , sono persone, sono nostri concittadini. Ne è valsa la pena".

 

nove.firenze.it
 

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