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Sabato, 18 Maggio 2024
Borsellino, Fini: Mangano non è un eroe PDF Stampa E-mail
Scritto da Webmaster   
Lunedì 19 Luglio 2010 15:55
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Manifestazioni e polemiche nel giorno del ricordo di Borsellino. Napolitano: luce su stragi.

PALERMO  - Davanti a centinaia di agende rosse alzate, alle 16.55 - l'ora dell'eccidio - è calato il silenzio in via D'Amelio, dove morirono il 19 luglio del 1992 il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Un minuto senza cori e parole per commemorare il magistrato, prima di un lungo applauso da parte della circa 500 persone presenti alla manifestazione. Il popolo delle agende rosse, come quella appartenuta al giudice e misteriosamente sparita dopo l'attentato, chiede di sapere chi è stato a volere la morte del giudice che proseguì le indagini su Cosa nostra cominciate da Giovanni Falcone, ucciso due mesi prima, il 23 maggio del 1992. "Sono calate le tenebre su quello che successe il 19 luglio 1992. I riflettori restano solo su via D'Amelio, su castello Utveggio e sui luoghi dove la strage è stata pensata c'é buio fitto. Il colonnello Giovanni Arcangioli si è allontanato da qui con quell'agenda rossa. Ogni 19 luglio vengono qui le istituzioni per controllare che tutto proceda come sempre, senza luce", ha detto Salvatore Borsellino, fratello del giudice ucciso diciotto anni fa, ricordando amaramente quel giorno e questi anni trascorsi senza la verità.

FINI, MANGANO NON E' UN EROE  - "Mangano non è un eroe, è un cittadino italiano condannato per mafia con sentenza definitiva. Gli eroi sono quelli che si sacrificano per lo Stato". Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rispondendo ad una domanda rivoltagli da alcuni esponenti del popolo delle "agende rosse" presenti in via D'Amelio. I manifestanti hanno ringraziato Fini per la sua presenza, intervallando il colloquio con il Presidente della Camera con slogan come "Fuori la mafia dallo Stato".
 
POPOLO AGENDE ROSSE: NO A SCHIFANI SI' A FINI - ''No a Schifani, si', invece a Fini''. Lo ha annunciato il popolo delle ''Agende rosse'', che e' tornato in via D'Amelio, dopo il corteo fino all'albero Falcone, per dare vita a un nuovo ''presidio''. Il presidente della Camera e' appena giunto sul luogo dell'eccidio e il suo arrivo non e' stato accolto da contestazioni. I manifestanti si sono invece detti contrari alla presenza di Schifani, che peraltro non era prevista. ''Si era diffusa la voce - ha spiegato Salvatore
Borsellino
, fratello del magistrato - che Schifani stava venendo per partecipare al corteo. I giovani, a quel punto, hanno deciso di tornare indietro. Il questore in contatto col cerimoniale di Fini, ci ha chiesto se avremmo gradito la presenza di Fini in via D'Amelio: gli abbiamo risposto di si', che la presenza del presidente della Camera per noi andava bene''.


NAPOLITANO: FARE  LUCE SULLE STRAGI DI MAFIA - "I risultati conseguiti grazie all'impegno di magistrati e forze dell'ordine vanno integrati da uno sforzo costante e coerente della società civile nell'opporsi ad atteggiamenti di collusione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso. altrettanto indispensabile è il convinto e forte sostegno alle nuove indagini in corso sulla terribile stagione delle stragi che sconvolse il Paese nei primi anni novanta". E' quanto afferma in un messaggio inviato ad Agnese Borsellino, il presidente della Repubblica ricordando il giudice assassinato dalla mafia 18 anni fa. "Con armonia d'intenti e pieno spirito di collaborazione - sottolinea Napolitano - le istituzioni tutte debbono contribuire a fare piena luce su quegli episodi rispondendo così all'anelito di verità e giustizia che viene innanzitutto da chi, come lei e i suoi famigliari, è stato colpito negli affetti più cari, ma nello stesso tempo e più che mai dall'intero Paese".
 
Napolitano, si legge in una nota diffusa dal Quirinale, ha avuto oggi "affettuose telefonate" con Agnese Borsellino e Maria Falcone a cui il Capo dello Stato ha rinnovato "sentimenti di viva solidarietà e profonda indignazione all'indomani dell'atto provocatorio e vandalico dello sfregio delle statue di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e in occasione dell'odierno anniversario, che esalta la memoria sempre viva dei due eroici magistrati". Nel messaggio alla sorella del giudice Borsellino Napolitano sottolinea come "alla esperienza professionale, alla dirittura morale e all'impegno coraggioso spinto fino all'estremo sacrificio, Paolo Borsellino affiancava la convinzione che il contrasto alla criminalità non si esaurisce nell'opera di repressione, ma richiede un movimento culturale che promuova, specie nei giovani, crescente fiducia nello stato di diritto". "I risultati conseguiti grazie all'impegno di magistrati e forze dell'ordine - prosegue Napolitano - vanno integrati da uno sforzo costante e coerente della società civile nell'opporsi ad atteggiamenti di collusione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso". "Nel diciottesimo anniversario della strage di via D'Amelio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli uomini e donne addetti alla sua tutela - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina - desidero far giungere a lei, gentile signora, ai suoi figli e ai famigliari degli agenti di scorta il mio pensiero commosso e partecipe", conclude Napolitano.
 
BERLUSCONI, SUA STORIA E' PATRIMONIO DEMOCRAZIA
"Il giudice Borsellino è stato un esempio di dedizione allo Stato e di lotta all'illegalità e la sua storia è patrimonio prezioso di civiltà e di democrazia". Lo scrive il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un telegramma inviato al prefetto di Palermo in occasione della ricorrenza della strage di Via D'Amelio. "L'anniversario della strage di Via D'Amelio, ove si è compiuto il sacrificio del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, Catalano, Cascina, Traina, Li Muli e Loi - sottolinea il premier - è occasione per rendere commosso omaggio alla loro memoria. Il giudice Borsellino è stato un esempio di dedizione allo Stato e di lotta all'illegalità e la sua storia è patrimonio prezioso di civiltà e di democrazia. La prego di rivolgere ai familiari, i sensi di viva partecipazione mia e del Governo al solenne ricordo dei Caduti", conclude il capo del Governo.

GRANATA,PEZZI STATO E GOVERNO OSTACOLANO VERITA' 
- "Ci sono pezzi dello Stato, del Governo e della politica che fanno di tutto per ostacolare le indagini sulla strage di via D'Amelio e creare condizioni di delegittimazione della magistratura". Lo ha detto Fabio Granata, deputato Pdl e componente della commissione Antimafia, a Palermo per le cerimonie di commemorazione della strage in cui morì Paolo Borsellino. Granata condivide la definizione di "golpe" data dal procuratore aggiunto di Caltanissetta Nico Gozzo all'eccidio del 19 luglio del '92. ''In quel momento - ha sostenuto - si volle accelerare, con la strategia stragista, la fine della prima Repubblica".

LEGA NORD, GRANATA FACCIA NOMI IN ANTIMAFIA
- "Chiediamo come componenti della Commissione parlamentare Antimafia attraverso una lettera al Presidente Pisanu l'immediata convocazione della Commissione perché sia ascoltato il deputato Granata in merito alle sue gravissime affermazioni, ovvero che 'Ci sono pezzi dello Stato, del Governo e della politica che fanno di tutto per ostacolare le indagini sulla strage di via D'Amelio e creare condizioni di delegittimazione della magistraturà. La Commissione ha avviato una indagine sulle stragi del '92 ma le affermazioni di Granata, in base alle quali anche oggi ci sarebbe qualcuno all'interno dell'attuale Governo che ostacola il corso della Giustizia non possono cadere nel nulla. Crediamo che sia necessario che ora il deputato, renda note le persone coinvolte facendo nomi e cognomi. Non si può tirare il sasso e nascondere la mano. Occorre andare fino in fondo e fare chiarezza, solo così potremo rendere onore alla memoria di Falcone e Borsellino." A dichiararlo è Carolina Lussana, Vicepresidente del gruppo Lega Nord alla Camera e Capogruppo per la Lega Nord in Commissione parlamentare Antimafia.

VELTRONI, FU STRAGE DELL'ANTISTATO - "Nella strage di via D'Amelio c'é stato qualcosa di più della mano della mafia. Io parlerei di strage dell'antistato. Con questo intendo dire che ci fu una convergenza di interessi tra Cosa nostra, che voleva eliminare Borsellino e chi voleva segnare, con la strategia stragista, il corso politico e condizionare la vita pubblica del paese in un momento di transizione". Lo ha detto Walter Veltroni, deputato del Pd e componente della Commissione Antimafia che in questi giorni è impegnata, a Palermo, nelle audizioni dei prefetti dell'Isola e dei procuratori della Repubblica. Veltroni, insieme ad una delegazione della Commissione, ha partecipato, oggi, alle manifestazioni di commemorazione del giudice Paolo Borsellino. "Penso che abbia ragione Salvatore Borsellino (fratello del magistrato assassinato ndr) - ha aggiunto - quando dice che siamo ad un passo dalla verità. Ora più che mai, dunque, bisogna rispettare il lavoro dei magistrati".
 
ALFANO, SI' INDAGINI PER VERITA' MA CON RISERBO - "Per l'accertamento della verità occorre battersi, per l'accertamento della verità occorre impegnare gli uomini e le risorse migliori del Paese, per l'accertamento della verità non è mai mancato né mai mancherà il mio impegno istituzionale e personale e quello dell'intero governo, anche a sostegno degli organi inquirenti tuttora impegnati in indagini complesse". Così il ministro della Giustizi, Angelino Alfano, in occasione dell'anniversario della morte di Paolo Borsellino, il magistrato ucciso diciotto anni fa dalla mafia. Si tratta di indagini - afferma il Guardasigilli in una nota - "del tutto simili a quelle che, nella sua lunga e prestigiosa carriera ha condotto Paolo Borsellino, con inarrivabile fermezza ma anche con riserbo, equilibrio, con spirito critico, senza proclami, senza mai schierarsi, da magistrato autenticamente autonomo ed indipendente e da uomo dello Stato, lontano da ribalte mediatiche Ed anche per queste caratteristiche - aggiunge Alfano - che tratteggiano un modello di magistrato degno di essere indicato ai giovani come esempio da imitare, che la figura di Paolo Borsellino mi è particolarmente cara".
 
LARI: DEPISTAGGIO COLOSSALE - "Il gruppo investigativo che indaga sulle stragi ha seguito un orientamento di indagini che oggi, alla luce dei fatti, pare destituito di ogni fondamento. Stiamo cercando di dare una lettura alle ragioni di questo colossale depistaggio. Si deve verificare se è stato un depistaggio colposo o doloso, e nella seconda ipotesi quali siano le ragioni di questa deriva istituzionale". E' quanto dichiara in un intervista al Giornale di Sicilia Sergio Lari, capo della Procura di Caltanissetta che indaga sulle strage di via D'Amelio, dove nel '92 furono uccisi Paolo Borsellino e gli agenti di scorta della polizia di Stato. ''Stiamo cercando di comprendere quali sono state le ragioni per cui un segmento così importante della strage di via D'Amelio - dice Lari - sia stato ricostruito sulla base di dichiarazioni di personaggi del sottobosco criminale come Candura, Scarantino e Andriotta che mai e poi mai sarebbero stati ammessi in un contesto criminale così alto da poter offrire una ricostruzione così importante dei fatti". Secondo il procuratore di Caltanissetta "questa è l'ultima spiaggia per capire cosa sia successo". "O si riesce a trovare oggi una chiave di lettura sulla strage di via D'Amelio - aggiunge - o negli anni a venire non si potrà più sapere nulla, tranne che qualcuno dei protagonisti di quegli anni bui decida di collaborare con la giustizia".
 
Nel giorno dell'anniversario della strage via D'Amelio è deserta, una decina di persone partecipa al presidio organizzato nel luogo dell'eccidio dall'associazione '19 luglio', iniziativa che apre le manifestazioni palermitane in memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta. Ma anche oggi - ieri la marcia delle 'Agende rosse' aveva avuto una scarsissima adesione -, i palermitani hanno scelto di restare a casa. "Questo era solo un presidio - commenta Marco Bertelli, dell'associazione '19 luglio' - sono certo che il resto della giornata andrà diversamente. Alle 12 qui arriveranno gruppi di studenti che verranno intrattenuti in giochi e per le 12 sono stati organizzati degli spettacoli". La maggiore attesa è per il pomeriggio: alle 16.55, ora della strage, l'associazione ha organizzato un minuto di silenzio, sempre in via D'Amelio. E alle 18 partirà un corteo, a cui hanno aderito 12 associazioni nazionali e cittadine, tra le quali anche Libera, che arriverà all'albero Falcone, altro luogo simbolo di Palermo. Al corteo dovrebbe prendere parte l'esponente di Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Questa sera alle 20,30, infine, Giovane Italia ha organizzato una fiaccolata a cui parteciperanno il presidente della Camera Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Nessun esponente del governo sarà a Palermo il giorno del diciottesimo anniversario della strage. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano farà celebrare, alle 18, una messa in suffragio, al ministero per ricordare Paolo Borsellino.(ANSA)
 

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