Nuovi arrivi in Giunta Renzi: Petretti e Givone a Bilancio e Cultura. |
Scritto da Giuseppe Arno |
Lunedì 04 Giugno 2012 16:59 |
Non possono passare soprattutto inosservate, è questo il pensiero degli antagonisti renziani, le parole del dimissionario Claudio Fantoni che accusa Renzi di usare Firenze come "Strumento per le ambizioni personali". Un fatto, questo, che non decadrebbe con la nomina di altri assessori, essendo, a detta di Fantoni, caratteristica del sindaco e non di un aspetto dovuto alla identità dei suoi collaboratori. Come dire.. il problema resta? Claudio Fantoni però, deteneva anche la delega alla Casa, che passa nelle mani di Stefania Saccardi, già affine per tematiche affrontate con il sociale. Ad Elisabetta Meucci, assessore all'Urbanistica, si aggiunge quella delle Politiche del territorio, già competenza dell'assessore Saccardi. Due nuovi assessori, ma nessuna donna. Due nuovi assessori e non certo trentenni, anzi, professori universitari appartenenti, se così si può dire, a quella logica paleontologica dei "dinosauri tecnicamente corretti". Una inversione di rotta da parte del sindaco yè yè? Un consiglio comunale in attesa di risposte: Valdo Spini: "Il Consiglio Comunale di Firenze ha il diritto di conoscere i contenuti politico-amministrativi sui cui tale dissenso si è verificato. Formulo quindi un appello sia al Sindaco Matteo Renzi sia all’assessore uscente Claudio Fantoni, perché ci dicano: Inoltre lo stesso Claudio Fantoni ha affermato: “Ho sempre pensato che chi è chiamato a governare Firenze sia a servizio della città e non che la città, Firenze, sia a servizio e uno strumento utile al perseguimento di ambizioni personali”. Personalmente riterrei addirittura scontato che il centro-sinistra debba fare a livello nazionale delle primarie di coalizione. La questione è un’altra. Se il Sindaco Matteo Renzi ha deciso di presentarsi alle elezioni parlamentari dell’anno prossimo 2013 è un suo diritto costituzionale. Vista la ristrettezza dei tempi, ha allora il dovere di dirlo subito, con trasparenza e lealtà alla sua città" Il commento di Lorenza Giani, segretaria Pd cittadino di Firenze sulle dimissioni di Claudio Fantoni, assessore comunale al bilancio: “Claudio Fantoni è una persona che stimo profondamente, seria e di grande spessore politico; mi stupiscono le sue affermazioni e reputo grave l’aver intrapreso una scelta così importante in totale autonomia senza consultare alcun organo politico”. Così Lorenza Giani, segretaria Pd cittadino Firenze sulle dimissioni dell’assessore comunale al bilancio Claudio Fantoni. “Da una persona così profondamente attaccata al partito e leale nei confronti dell'amministrazione, mai mi sarei immaginata una decisione così rapida, fatta senza prima avvisare il sindaco che l’ha nominato e il partito che l’ha aiutato a farsi eleggere: mi ha lasciato basita l'ultima frase da lui espressa che niente ha a che fare con il suo ruolo economico-politico. – prosegue Giani - Non metto in dubbio né contesto il suo operato svolto finora con grande serietà: ma proprio due settimane fa Fantoni ha fatto approvare un bilancio, comunicandone le criticità. Mi sarei aspettata che una persona di tale serietà lo portasse avanti fino alla sua chiusura, comunicando con il gruppo consiliare e il partito le eventuali difficoltà Sono comunque compiaciuta del fatto che si risponda con la nomina di due assessori di un alto profilo e di elevatissima qualità”. Il segretario di Rifondazione chiede chiarezza al Sindaco: “Firenze ha bisogno di atti concreti, Renzi adesso deve parlare chiaro”. Malpezzi interviene nel dibattito suscitato dalle ennesime dimissioni di un assessore della giunta Renzi: “Ritengo che la discussione sul bilancio del Comune di Firenze abbia qualcosa di paradossale! È ovvio come il problema non sia di carattere tecnico-contabile ma prettamente politico, eppure ormai la questione è situata su un piano tecnico e nessuno sembra intenzionato a spostarla. Come Rifondazione, invece, vogliamo essere chiari e affermare che la nostra contrarietà al bilancio deriva dal fatto che esso non risponde ai bisogni concreti della città, così come non risolve i problemi che la crisi ha sollevato e le nuove povertà che ha sviluppato. Trovo ridicolo l’atteggiamento di Renzi che, mentre accusa Bersani di lasciare troppo spazio ai tecnici in Parlamento, fa esattamente la stessa cosa a Firenze: la sua giunta ormai è piena di tecnici, il ruolo della politica viene sistematicamente negato. Il Pd cittadino è continuamente messo in imbarazzo, le decisioni sono assunte in maniera unilaterale da un sindaco che, ormai è chiaro, ha mire nazionali. Firenze ha bisogno di concretezza e di chiarezza, soprattutto in questo momento di crisi: Renzi ha il dovere di informare i fiorentini se ha effettivamente intenzione di candidarsi alle prossime elezioni politiche, scelta legittima ma che deve essere esplicitata il prima possibile. I risultati di quest’atteggiamento ambiguo sono infatti sotto gli occhi di tutti: le diatribe interne alla maggioranza, ed in particolare al Pd, sono all’ordine del giorno, mentre i reali problemi di Firenze e i progetti per il rilancio della città vengono ignorati.” “Italia dei Valori, alla luce delle due nuove nomine nella Giunta Comunale di Firenze, i neo assessore Alessandro Petretto al Bilancio e Sergio Givone alla cultura, auspica che possa tenersi al più presto un incontro politico per valutare la situazione. Riteniamo - scrivono nella nota Giuseppe Scola, capogruppo del partito in Consiglio comunale, e Alessandro Cresci, coordinatore provinciale fiorentino – che le dimissioni di Fantoni e le seguenti nomine non siano solo un problema di ordine economico ma anche e forse soprattutto politico. Precisiamo che le persone nominate sono assolutamente degne di coprire tale carica. Facciamo fatica a comprendere come mai Fantoni prima ha presentato il bilancio, lo ha fatto approvare affermando che andava tutto bene e poi si è dimesso in disaccordo su di esso. Se c'erano problema ci aspettavamo una discussione di maggioranza prima di presentarlo. E anche prima di effettuare le nuove nomine in conseguenza di ciò. Adesso, alla luce dei nuovi fatti, questo incontro diventa quanto mai urgente e necessario”. Ornella De Zordo: "Le dimissioni di Fantoni vanno prese sul serio anche da chi non fa parte del Partito Democratico, anzi vanno ben capite da tutta la cittadinanza visto che sono motivate da critiche ad un bilancio che è quello del Comune, cioè basato su soldi he sono dei fiorentini e che andrebbero spesi per il bene della collettività. Per questo vanno chiarite le specifiche motivazioni del dissenso con il sindaco Renzi, al quale Fantoni rimprovera di voler anteporre una peraltro innegabile ricerca di visibilità e prestigio personale, rispetto ad una oculata amministrazione delle “Sembra oramai pratica diffusa degli amministratori del Partito Democratico – conclude Cresci in un suo ulteriore commento personale - nominare nuovi assessori senza coinvolgere nè il consiglio nè le forze politiche componenti la maggioranza, che coerentemente al voto degli elettori e degli impegni presi prima delle elezioni hanno sostenuto e sostengono sindaci o Presidente di Regione, come è successo per le dimissioni della Scaramuccia e conseguente nomina del nuovo assessore alla Sanità regionale da parte di Rossi. Ci vogliono in maggioranza per portare voti ma non per governare insieme evidentemente”.
Apprendiamo che il nuovo assessore individuato dal sindaco Renzi per sostituire il dimesso Claudio Fantoni sarà Alessandro Pedretto, che oltre a essere docente dell'Università di Firenze è ex presidente Irpet nonché nome di spicco dei cosiddetti riformisti Pd.
Proprio una visione all'avanguardia, in un momento in cui in Europa c'è all'ordine del giorno un dibattito sui beni comuni e sul rapoporto tra privato e nuova gestione pubblica dei servizi! E' cominciata anche qui la stagione dei presunti "tecnici" che in realtà difendono li grandi interessi?
“Una scelta nei nomi dei neo Assessori che assomiglia sempre di più al Monti style, dove i tecnici prendono i posti dei politici nelle Giunte o nei Ministeri, reinterpretato in peggio - molto peggio - da Renzi, nella versione 2.0, che vede a loro volta i politici assumere cariche che non sarebbero a loro proprie: basti pensare che se in Giunta con le deleghe alla Cultura e al Bilancio, siederanno Givone e Petretto, a capo delle Direzioni comunali corrispondenti invece troviamo i due fedelissimi ex-politici De Siervo e Palumbo.” “Siamo davvero preoccupati peraltro dalla incapacità e passività dei partiti di maggioranza, PD in testa, che sembrano impassibili di fronte a qualunque atto che il Sindaco porta avanti a Firenze e a livello nazionale: quando capiranno che a Firenze ormai il centro-sinistra è stato sostituito in toto dal partito personale di Renzi e dei suoi fedelissimi ?" "Augurando buon lavoro ai due nuovi Assessori, sottolineiamo come ormai ormai c’è solo il Sindaco al comando di tutto il Comune e chi ha una idea anche solo leggermente differenziata, questo è costretto ad andarsene.” - conclude Tommaso Grassi. Mario Razzanelli: “Le dimissioni di Fantoni sono il sintomo di un malessere che serpeggia da tempo in città” Questo l’intervento del capogruppo di Lega Nord Toscana “Quanto è successo è grave: l’addio di Fantoni ha delle precise motivazioni politiche. Se l’assessore al Bilancio, non alle varie ed eventuali, sente il bisogno di lasciare vuol dire che la situazione è anche peggiore di quello che pensavamo. Le dimissioni di Fantoni sono il sintomo di un malessere che serpeggia da tempo in città: i fiorentini hanno l’impressione che il sindaco sia concentrato solo sul piano nazionale. La sua campagna elettorale contro Bersani e contro il suo stesso partito, è iniziata da tempo. Ma se da un lato l’immagine di Matteo Renzi nazionale ha via via acquistato appeal e consensi, la sua credibilità come sindaco di Firenze sta avendo delle battute d’arresto. Le promesse fatte in campagna elettorale sono state spesso dimenticate. Il Consiglio Comunale in pratica non ha alcun potere decisionale e la Giunta è sembrata debole e soggetta al volere di Renzi, fino a essere dimezzata a suon di diserzioni, volute o imposte. La politica non è un’azienda (e a dirlo è un imprenditore!), non si può governare a suon di atti di forza. Il decisionismo di un sindaco può essere un pregio, quando questo è finalizzato al bene della città; ma peccare di protagonismo è altra cosa. E se davvero lo scopo fosse unicamente accendere su di sé i riflettori, allora ci si domanda se sia veramente questo il metodo giusto di svecchiare la politica e i partiti.
Abbiamo appreso stamani dell’ingresso in giunta di due persone di grande spessore e di elevata cultura, ma siamo certi che ciò, da solo, non garantisca che saranno due buoni amministratori della cosa pubblica. Quando c’è stato bisogno e su scelte che abbiamo considerato oculate non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno, ma ora è giunto il momento di dare risposta ai fiorentini su temi non più rinviabili: tramvia, parco della musica, aeroporto, termovalorizzatore, e non ultimo accompagnare verso l’area Mercafir in tandem con l’istituzione la proprietà della Fiorentina calcio affinché si porti a compimento il progetto del nuovo stadio e dei servizi annessi”.
Renzi ha tentato oggi di gettare acqua sul fuoco, tirando fuori dal cappello i nomi di due tecnici, ma così facendo dimostra di essere alle corde. In clamorosa difficoltà, viste le dure parole di Fantoni, si rifugia sui tecnici, quello stesso espediente che a livello nazionale egli aspira a far sparire. Che contraddizione sindaco! Si erge a candidato nazionale, ma non si accorge che dietro di lei ha solo discorsi e pochissimi fatti. Se ne rende conto che qui non ne ha fatta una intera? La sua Sant’Orsola è li che boccheggia, il can can sui dehors ha prodotto la bruttura di Piazza della Repubblica, Via Venezia sembra ancora Beirut, la Movida l’ha vista con 3 anni di ritardo, sullo stadio ogni settimana c’è un proclama ma siamo ancora a nulla. Anche della lista dei suoi finanziatori ce ne ha svelata solo la metà e ancora mancano tutti i nomi veri del suo folto gruppo di grandi elettori. Concludendo torniamo a Fantoni e alle sue dimissioni. Dimissioni immagine di forte contraddizione. Fantoni è stato un cattivo assessore e un ottimo professionista. Sempre presente in consiglio, mentre lei non c’è mai. Sempre puntuale, mentre nessuno dei suoi progetti di mandato sa cosa sia la puntualità. Ma Fantoni è stato colui che ha difeso il bilancio renziano dai tanti attacchi (motivati) dell’opposizione. L’ha difeso strenuamente fino a portarlo all’approvazione. Poi, probabilmente sfinito nella dignità, ha ceduto all’insostenibile ed ha lasciato. Se non ha retto un professionista come Fantoni, come può reggere questo consiglio? Fantoni avrebbe dovuto fare più rumore dicendo quel che ha detto prima del voto al bilancio. In questo modo resta “sul groppone” della città un piano che prevede mostruosi nuovi mutui da 90 milioni. Scelte che pregiudicano il futuro di Firenze”.
Cosa sono quelle 52 delibere fuori sacco ? C'era la copertura finanziaria ?
“Firenze non è il bancomat di Renzi. Il sindaco dica chiaramente dopo le accuse di Fantoni cosa vuole fare, rimanere a lavorare per la città o candidarsi a livello nazionale? Se Renzi vuole andare via lo faccia pure, ma non usi Firenze ed i soldi dei fiorentini per farsi campagna elettorale. La prima sulla tenuta dei conti del Comune; Fantoni parla di divergenze in ordine alle procedure, di quali procedure si tratta? Cosa intende l’ex assessore nella sua lettera di dimissioni?
Per aver rispetto e tentar di comprendere il fastidio dilagante nella popolazione nei riguardi della politica – lascio perdere quelle espressioni come il palazzo, la casta, gli intoccabili – e tentare una vicinanza che è doverosa e dovrebbe animarci tutti nei confronti di chi esprime il voto in una urna, faremmo bene a ricordarci che siamo qui non perché c’è stata l’incoronazione di un re, ma l’elezione di un sindaco a capo di una coalizione politica che, qui a Firenze, può contare ancora sul consenso popolare di maggioranza. Renzi è uno spendaccione e Fantoni gli ha messo dei paletti alla Merkel? Si è tagliato troppo nei servizi sociali e c’è voglia di fare i paperoni su qualche opera pubblica che finisca sulle pagine dell’Herald Tribune? La gente tira la cinghia e vuol sapere come si spendono i suoi soldi, soprattutto a poco tempo dall’approvazione del bilancio in consiglio comunale. Cos’è successo fuori dal Salone dei Duecento, in qualche altra stanza, passato quella scadenza? Dalle parole di Fantoni riportate dalla stampa sembra di capire che si stanno prendendo o si siano prese delle decisioni nuove rispetto a quella decisione assembleare di poche settimane fa non «in una logica di servizio alla cosa pubblica quindi in favore della collettività», ma per il «perseguimento di ambizioni personali» e al fine di una sovraesposizione nazionale. Le ripetute difficoltà del sindaco nel gestire rapporti sani con il proprio amministratore al bilancio, com’è avvenuto quand’era presidente della Provincia con l’assessore Lo Presti e qui con gli assessori Falchetti prima e ora Fantoni non possono essere presi sottogamba o sottovalutati in un momento di grandi difficoltà della finanza pubblica e di avvicinamento delle scadenze elettorali: dobbiamo mantenere gli impegni presi con i cittadini, far fronte alle emergenze, essere virtuosi e rigorosi e garantire che non lasceremo alle generazioni future debiti sulle spalle. |
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