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Berlusconi, cerchiamo di non farci del male in casa PDF Stampa E-mail
Scritto da Webmaster   
Domenica 20 Giugno 2010 13:22
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Berlusconi è intervenuto telefonicamente al debutto della fondazione Liberamente.

MONIGO DEL GARDA (BRESCIA) - "Purtroppo stiamo cercando di farci del male in casa, cerchiamo di non farlo". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è intervenuto telefonicamente al debutto della fondazione Liberamente. "Non credo - ha aggiunto - che dobbiamo aprirci a correnti ma dobbiamo rimanere uniti come lo siamo sempre stati". Esperienze come Liberamente e altre fondazioni, ha aggiunto il premier, "devono concorrere a rafforzare e a rendere più forte il grande partito che è il Pdl" il grande partito in cui si riconoscono gli italiani che non si riconoscono nella sinistra.

"Vi do una buona notizia: nonostante tutto il fango che circola e che ci buttano addosso l'ultimo sondaggio di Euromedia dice che il Pdl é al 38% e passa, il governo al 48% e Silvio Berlusconi sopra il 68%". E' quanto ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo telefonicamente al debutto della fondazione Liberamente. Questo risultato, ha proseguito Berlusconi, "é quasi miracoloso se ci confrontiamo con quanto sta accadendo in Europa dove i principali leader hanno perso le elezioni di medio termine, molti sono sotto il 30% e alcuni sotto il 20% in un momento di crisi come questa".

Berlusconi ha poi aggiunto: "non siamo l'ultimo paese d'Europa, mettendo insieme i due debiti", ossia quello pubblico e quello privato "siamo il paese più ricco d'Europa, un pelino sopra la Germania". Prima di pronunciare questa considerazione il premier aveva spiegato di essere "riuscito a fare inserire nei parametri di sostenibilità" di Maastricht la "dinamica del debito e concetto della sostenibilità del debito". Sottolineando di avere ereditato dai precedenti governi un debito pubblico molto elevato, Berlusconi ha poi aggiunto che "l'Italia è un Paese solidissimo per quello che è il suo privato, con imprese che lavorano e famiglie che lavorano e risparmiano". "L'83% - ha aggiunto il premier - è proprietaria di casa: per questo il nostro sistema bancario è il più solido d'Europa".

"RIDICOLA TASSA TRANSAZIONI FINANZIARIE" - "Credo di aver reso un buon servizio al mio Paese e anche all'Europa con il veto sulla tassa sulle transazioni finanziarie", una proposta che non esita a definire "ridicola". Così, intervenendo telefonicamente al debutto della Fondazione Liberamente, il presidente del consiglio ha commentato l'idea dell'Unione Europea di apporre una imposta sulle transazioni finanziarie. A giudizio del premier questa imposizione "se fosse stata approntata solo dall'Unione Europea e non dagli altri grandi Paesi avrebbe spostato negli Usa e in altri Paesi" la mole delle transazioni finanziarie internazionali.

BERLINO, VOTO UNANIME A CONSIGLIO UE SU TASSA FINANZA - Tutti i paesi Ue hanno convenuto sulle conclusioni del Consiglio europeo di giovedì scorso, incluse quelle relative alla proposta di una tassa europea sulle transazioni finanziarie: lo ha detto oggi un portavoce del governo tedesco commentando le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, su questo tema. "Le conclusioni sono state approvate da tutti i capi di Stato e di governo del Consiglio europeo", ha detto all'ANSA il portavoce. Intervento telefonicamente durante la presentazione della Fondazione Liberamente, Berlusconi aveva detto di aver posto il "...veto sulla tassa sulle transazioni finanziarie", una proposta che aveva definito "ridicola".

Da parte sua, il portavoce ha fatto riferimento in particolare al punto 16 delle conclusioni del vertice di Bruxelles sulla proposta della tassa Ue sulle transazioni finanziarie. Secondo quanto si legge in questo paragrafo, il "Consiglio europeo conviene sulla necessità che gli Stati membri introducano sistemi di prelievi e tasse a carico degli istituti finanziari per assicurare un'equa ripartizione degli oneri e stabilire incentivi volti a contenere il rischio sistemico". L'unico paese che "si riserva il diritto di non introdurre" queste misure è la Repubblica ceca, come riportano le conclusioni del Consiglio europeo e fanno notare fonti del governo tedesco.(ANSA)

 

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