Bossi: se Napolitano non firma siamo fregati |
Notizie - Politica |
Giovedì 17 Giugno 2010 08:26 |
Incontro leader Lega e Fini sulle intercettazioni: si va avanti solo se c'è intesa tra Colle e premier.ROMA - "Se tra Berlusconi e il presidente della Repubblica si trova una soluzione si può andare avanti. Speriamo di trovare una soluzione". Lo afferma il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, al termine di un incontro alla Camera con il presidente di Montecitorio Gianfranco Fini sul tema delle intercettazioni. 'Bisogna dare un'accelerazione per travare una via d'uscita e per farlo bisogna parlare con Berlusconi e il Capo dello Stato perché se il presidente della Repubblica non firma siamo fregati". Afferma il leader della Lega conversando con i giornalisti. A chi gli chiede se ci sia già una soluzione il senatur risponde: "su alcuni punti si può lavorare, una soluzione ancora non c'é ma sono fiducioso". CENTARO, DA OSCE INTERFERENZA INTOLLERABILE OSCE, NOSTRO DOVERE INTERVENIRE - L'Osce ha respinto i rilievi mossi dal governo italiano di inopportunità della presa di posizione ieri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa sul ddl sulle intercettazioni, precisando che è "normale e consueto" che l'istituzione faccia sentire la sua voce nei processi parlamentari, ma sottolineando anche che "naturalmente il Parlamento italiano è sovrano e indipendente". Lo ha detto Roland Bless, vice della responsabile per la libertà dei media Dunja Mijatovic che ieri aveva criticato in un comunicato il ddl. FARNESINA, INTERVENTO OSCE INOPPORTUNO - "Da parte italiana, attraverso i canali diplomatici, è stata fatta notare con fermezza l'inopportunità di tale intervento". E' quanto sottolinea il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, in merito alla presa di posizione dell'Osce sul ddl intercettazioni. "Un intervento su una misura legislativa, il cui iter non è completato, che rischia - prosegue Massari - di interferire e turbare il dibattito democratico in Parlamento". PREMIER: INTERCETTATI 7,5 MILIONI D'ITALIANI. MAGISTRATI: E' FALSO
ROMA - Sulle intercettazioni si consuma un nuovo scontro tra il presidente del Consiglio e i magistrati. Stavolta e' una guerra di cifre su quanti sono gli italiani sottoposti ad ascolti. E i numeri dati dalle due parti sono in aperto contrasto: se Berlusconi quantifica in sette milioni e mezzo i cittadini coinvolti, l'Associazione nazionale magistrati corregge piu' che al ribasso la cifra: nemmeno 40mila, cioe' lo 0,07% della popolazione. Il ministro della Giustizia Angelino Alfano, da New York, ribadisce che il numero delle intercettazioni ''e' elevatissimo perche' per ciascun telefono intercettato si intercetta anche chiunque parla con quello'' E' dal palco dell'assemblea di Confcommercio che il premier lancia il suo affondo: in Italia "siamo tutti spiati, ci sono 150mila telefoni sotto controllo" e questo è "intollerabile", scandisce Berlusconi. E visto che "ciascuno di noi parla nel tempo con 50-100 persone'', basta ''moltiplicare 150 per 50 persone'', per arrivare al dato ''che ci sono 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate''. Soltanto io - si lamenta il premier - sono stato ascoltato da una piccola pretura come quella di Trani 18 volte e puntualmente sono finito sui giornali. Ci rendiamo conto che così non siamo in un paese civile, non è una vera democrazia. Non viene tutelata la libertà di parola. Non possiamo tollerarlo più". La replica del sindacato delle toghe arriva a stretto giro di posta. Nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare le iniziative di protesta del mondo giudiziario contro la manovra economica del governo, il presidente dell'Anm Luca Palamara diffonde una tabella con dati che hanno come fonte il ministero della Giustizia per dire: "i numeri sulle intercettazioni smentiscono le affermazioni del presidente del Consiglio", e' una ''vulgata'' l'idea che ''tutti i cittadini siano intercettati''. Poi il presidente dell'Anm legge le cifre piu' significative: nel 2009 sono state 119.553 le utenze telefoniche intercettate, 11.119 gli ambienti sottoposti ad ascolti, per un totale di ''bersagli'' pari a 132.384. Tenuto conto che in media ogni soggetto intercettato utilizza tre o piu' utenze (che possono arrivare sino a 10 quando le indagini riguardano spacciatori o esponenti della criminalita' organizzata), questo significa - spiegano all'Anm- che sono state intercettate in un anno 39.667 persone (l'equivalente di 119.000 diviso per tre). E visto che in Italia ci sono oltre 58 milioni di abitanti, gli intercettati rappresentano lo 0,07% della popolazione. E' un ragionamento che non convince Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, che parla di un ''autogol'' dell'Anm: "proprio le cifre diffuse dal dottor Palamara mostrano che Silvio Berlusconi aveva ed ha ragione''. Attacca invece il premier l'opposizione. Il leader del Pd Pierluigi Bersani accusa Berlusconi di aver ''contabilizzato in modo strano il numero di intercettazioni dando un'idea da Stato di polizia o peggio da Grande fratello'' e parla di ''terrorismo ad personam''. Mentre per Luigi Li Gotti (Idv), "Berlusconi continua a dare i numeri'' e a comportarsi come ''il classico venditore di tappeti''.(ANSA)
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