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Sabato, 20 Aprile 2024
La Corea spaventa il Brasile, Dunga ringrazia Maicon PDF Stampa E-mail
Scritto da Webmaster   
Martedì 15 Giugno 2010 18:02
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Più di tempo senza gol e i brividi finali: la Seleçao vince 2-1, ma soffre l'organizzazione dei nordcoreani. In avvio di ripresa il terzino dell'Inter sblocca la partita e scaccia le paure. Di Elano il raddoppio, che rende vana la rete di Ji Yun Nam.

OHANNESBURG (Sudafrica), 15 giugno 2010 - Brasile batte Nord Corea 2-1. Il risultato è quello previsto. Ma non è stato così facile per la Seleçao, che nei pronostici della vigilia avrebbe dovuto massacrare i misteriosi asiatici. Dopo un primo tempo molto deludente, proprio quando il cronometro autorizzerebbe le prime paure, Dunga ringrazia una prodezza di Maicon. Poi arriverà anche il raddoppio di Elano, prima dello storico gol finale di Ji Yun. Tutto bene quindi? Mica tanto, perché la squadra vincente e creativa promessa dal c.t. brasiliano resta negli spogliatoi per troppo tempo. Rimangono i dubbi su Melo e Gilberto, troppo poco illuminanti nell'impostazione. Su Kakà, distante anni luce da una buona condizione fisica. Su Luis Fabiano, che non è certo quello della Confederations di un anno fa. Chissà che a Dunga verrà qualche rimpianto su Pato e Adriano.

ARMI DEI POVERI — Dei blindatissimi nordcoreani si sa poco o nulla. Ma ci vogliono pochi minuti per capire le armi operaie del c.t. Kim. I suoi giocatori sono atleticamente preparati, velocissimi, ma con lacune tecniche evidenti. E soprattutto sono stati ben ammaestrati tatticamente. Linee molto corte, raddoppi che scattano puntuali e rare iniziative offensive che sono affidate a Hong Yong e al "Rooney di Pyongyang" Jong Tae Se, che durante l'inno scoppia in lacrime.

TROPPO PREVEDIBILI — Il Brasile nel primo tempo facilita il compito alla Corea del Nord nel freddo di Johannesburg. Che quella di Dunga sia una squadra di contropiedisti che può soffrire le squadre chiuse è risaputo. Ma tenendo i ritmi bassi chi si difende fa meno fatica. Melo e Gilberto Silva sono solidi ma scolastici, Elano va a sprazzi, Robinho fa cose discrete ma poco produttive, e Kakà è ancora quello poco brillante dell'ultima stagione al Real. Così il taccuino delle occasioni resta desolatamente vuoto.

GRAZIE MAICON — Nella ripresa il Brasile cresce e alza il ritmo, perché la Corea cala un po' fisicamente e difende un po' troppo bassa. Robinho ci prova su invito di Kakà, ma ci vuole il colpo di uno dei grandi campioni di Dunga per sbloccare la gara. Elano premia Maicon, che arriva sul fondo da dentro l'area. Tutti si aspettano il cross al centro, compreso il portiere nordcoreano Ri Myong Guk. Peccato che Maicon abbia un tasso di qualità tale da permettergli di inventare un tiro di esterno che si infila nel buco lasciato da Ri. Cross sbagliato o gol voluto? Prodezza o errore del portiere? Difficile stabilire il confine tra meriti di chi ha segnato e demeriti di chi ha subìto. Noi rendiamo merito al fuoriclasse, anche se le scuse rivolte dal portiere ai compagni sono giustificate. Il primo palo in quelle circostanze deve essere blindato.

PIU' AGEVOLE — Finiscono qui i patemi del Brasile. La Corea ovviamente deve alzare un po' il baricentro, anche resta un certo ordine tattico. La Seleçao però adesso ha un po' di campo e può far emergere il talento dei suoi campioni. Al 27' Robinho si ricorda dei tempi del Santos e serve un gioiello in area per Elano, che non sbaglia il raddoppio.

STUZZICANTE — Dunga sfrutta gli ultimi minuti per provare insieme i due migliori terzini destri al mondo, Maicon e Dani Alves. La Seleçao non affonda più di tanto. Chiedere alla Corea di provare anche a fare la partita sarebbe troppo, invece gli asiatici non vogliono finire di stupire e al 44' si tolgono anche la soddisfazione di segnare con il 34enne Ji Yun, che batte Julio Cesar di sinistro dopo una bella azione corale. Nella circostanza Lucio non è impeccabile. Ma non c'è più tempo: alla Corea resta la sconfitta, ma anche 92' storici.
(gazzetta.it)
 

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