EDITORIALE LUGLIO 2025 |
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Notizie - Editoriale |
Domenica 29 Giugno 2025 14:37 |
La Cina ci prova, ma l’Europa ha già scelto l’America (e pure il suo cow boy) Pechino seduce, ma a Bruxelles piace il cavallo di Trump. La crisi in Medio Oriente rafforza il richiamo dell’Occidente: militare, culturale e persino affettivo. E alla fine, l’Europa si riscopre americana dentro.
Pechino ci corteggia. A febbraio, il diplomatico Wang Yi, con il sorriso di chi sa vendere anche il deserto ai beduini, ci ha proposto un futuro “luminoso” insieme, una meravigliosa alleanza per guidare il mondo verso pace, prosperità e progresso. Bellissimo, sulla carta. Peccato che, quando bisogna comprare, le auto cinesi ancora non fanno battere il cuore europeo, che continua ad andare in brodo di giuggiole per Tesla, SUV americani e, ovviamente, per il mito del made in USA. La verità è che l’Europa, da Trump in poi, ha riscoperto il suo DNA: occidentale fino al midollo. Certo, il tycoon ci tratta come scrocconi, ci insulta a giorni alterni e parla come un oste alla sagra della porchetta, ma alla fine, senza di noi, lui sarebbe poco più di un passero solitario. E noi, senza di lui, ci sentiremmo un po’ orbati. Poi, ci sono i fatti. L’attacco americano ai siti nucleari iraniani ha ricordato al mondo chi comanda davvero: gli USA e i loro bombardieri strategici – cento per parte tra Washington e Mosca – sono ancora la colonna vertebrale della deterrenza globale. La Cina ci sta lavorando con il futuribile bombardiere H-20, ma la strada per raggiungere la capacità di colpire ovunque è ancora lunga. E senza muscoli militari, anche la più solida economia barcolla. Così, tra una carezza cinese e una spallata americana, l’Europa ha deciso di stringere ancora di più il suo storico patto d’amore con Washington e i suoi alleati: Giappone, Canada e quella vecchia combriccola occidentale che, tra uno sgarbo e una pacca sulle spalle, rimane pur sempre la casa naturale del Vecchio Continente. E siccome a Bruxelles ci piacciono le scelte decise (quando le facciamo), eccoci pronti a investire il 5% del PIL per ammodernare la NATO e costruire un futuro esercito europeo degno di essere chiamato tale. Perché, quando vogliamo, sappiamo fare le cose bene. Anzi, all’eccellenza ci siamo abituati. Dopotutto, bisogna ammetterlo, anche Trump ogni tanto ci sorprende con quella sua imprevedibile grandezza. Come direbbe Mina: "Grande, grande, grande, come te sei grande solamente tu." Anche se ogni tanto, purtroppo, ci tocca pure cantargli il resto della canzone. G. & G. ARNÒ |
Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Luglio 2025 14:59 |
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