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Come cercare affari tra le «penultime» novità |
Notizie - Tecnologia |
Sabato 05 Giugno 2010 06:45 |
Telefonini, macchine fotografiche, computer: in crescita il mercato parallelo del chip usato. I forzati della tecnologia non si fermano mai. Non possono farlo. Ne va della necessità di avere in tasca l’ultimo smartphone, sulla scrivania l’ultimo laptop, in salotto l’ultimo tv Led. Ma se l’«ultimo » viene mostrato con orgoglio ad amici e parenti, che fine fa il «penultimo»? A volte giace dimenticato in un cassetto o finisce in discarica. Ma sempre più spesso torna sul mercato. Creando un circuito economico dell’hi-tech parallelo a quello ufficiale, con le sue regole e le sue opportunità. Subito.it, uno dei portali di annunci online più cliccati in Italia (è nella top 10 assoluta per pagine viste, oltre 1,7 milioni le inserzioni attive a oggi), ha registrato nell’ultimo anno aumenti record nella compravendita di tecnologia: +122% nella categoria informatica e videogiochi, +103% nella fotografia, +107% nella telefonia. E secondo l’analisi di GsmExchange. com il mercato dei cellulari usati vale il 10% di quello complessivo. Il «chip» di seconda mano dunque tira sempre di più, complice forse anche la crisi. Per chi vende, l’usato hi-tech è un’occasione per recuperare parte dell’investimento e reinvestire la somma in un prodotto più nuovo. Per chi compra, è un modo per trovare sconti consistenti, anche del 50% sui prezzi di listino, portandosi a casa oggetti spesso paragonabili al nuovo e con poche ore di utilizzo alle spalle. Per chi vende vale una regola di molti mercati: più il ruolo dell’intermediario è importante, più sale la percentuale che si metterà nelle tasche. Per questo i siti di annunci, versione XXI secolo di pubblicazioni quali «Secondamano» o «Porta Portese» (che pure restano in edicola), crescono nel gradimento dei navigatori. Le regole sono poche, i controlli limitati, niente commissione di intermediazione, nessun costo per inserire gli annunci (si paga solo per quelli «premium ») e spesso neppure l’obbligo di registrarsi al sito in questione. Per la scelta ci si può sbizzarrire, dal già citato Subito.it a Bakeca.it, da Annunci. net alla sezione annunci di eBay. Proprio lo storico sito di aste online ha da qualche mese sdoppiato la sua offerta, affiancando alle vendite all’incanto una più tradizionale sezione di «piccoli annunci». «Con le aste online ci sono parecchie differenze— spiega Daniele Contini, responsabile di Subito.it —. Un’asta richiede impegno, conoscenze precise per il prezzo iniziale e tempo per seguirla dall’inizio alla fine. È adatta agli utenti Internet più evoluti e non è adeguata per tutti i prodotti». La vendita attraverso un sito di annunci spesso risolve il problema (e i costi) della spedizione: «Noi consigliamo ai nostri venditori di fare affari nella loro zona, con la consegna faccia a faccia. Si conclude rapidamente e si evitano possibili incomprensioni e truffe», aggiunge Contini. Con le aste, se impostate e seguite con criterio, si possono raggiungere prezzi più alti e si può vedere immediatamente il «rating » del compratore (o del venditore). Con l’annuncio tradizionale bisogna dunque rinunciare al sistema dei «feedback» che è uno di punti di forza di eBay. Ma la consegna a mano risolve il problema, anche se restringe l’ambito di interesse ad acquirenti della stessa area geografica. I consigli per un buon annuncio sono validi per tutti gli ambiti: inserire una o più foto dell’oggetto in vendita, elencare con precisione le caratteristiche e gli eventuali accessori, dettagliare gli eventuali difetti (graffi, danni, malfunzionamenti) per evitare spiacevoli contestazioni dell’ultimo momento che possono far saltare la vendita. Per il prezzo non ci sono regole fisse. L’ideale è farsi un’idea consultando le richieste di altri venditori per il nostro stesso oggetto, identificando la «forbice » delle cifre. E poi andare a collocarsi più o meno in alto a seconda della fretta che abbiamo e della cifra che puntiamo a realizzare. Senza svendere e senza fare richieste prive di senso. Se l’oggetto è «pari al nuovo» (privo di graffi e difetti evidenti) ed è ancora in garanzia, il prezzo richiesto può non allontanarsi troppo da quello di listino del nuovo. Il 15-20% in meno. Altrimenti bisogna scendere. L’altra discriminante la fa il marchio. Apple, ad esempio, è storicamente un brand che ha una notevole tenuta sull’usato, se non altro perché la richiesta è di solito ben superiore all’offerta e i pochi MacBook o gli iPhone che arrivano sui mercatini spariscono in pochi giorni. Proprio chi vuole un «Melafonino» potrebbe trovare a breve ottimi affari: Steve Jobs presenterà a giorni la nuova versione e molti punteranno a rivendere i «vecchi» iPhone 3G e 3GS. Nel settore però non si vive di solo online. Ci sono le catene quali Mercatino o Mercatopoli, che prendono in carico gli oggetti usati in cambio però di una commissione che va dal 35% al 50% sulla vendita. O negozi che si occupano di creare su eBay un’asta per conto del cliente, quali «Affari in vista», «Venduto», «E-Sold» e altri. (gazzetta.it - Paolo Ottolina) |
Ultimo aggiornamento Sabato 05 Giugno 2010 06:45 |
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