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Fatturato al top mondiale del Gruppo Fedrigoni PDF Stampa E-mail
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Notizie - Cronache
Domenica 04 Agosto 2024 20:01

Non tramonta mai il sole sull’impero cartario del Gruppo Fedrigoni.

Valenze d’eccellenza mondiale avviate nel 1888 dal dinamico fondatore,

Giuseppe Antonio


Giuseppe Antonio Fedrigon





logo fedrigon

 

   Verona - Affari ancora d’oro nel 2023, anche se in calo rispetto al 2022, del Gruppo Fedrigoni S.p.A., secondo quanto informa il press release diramato l’8 maggio scorso da Milano (sede operativa in piazzale Lodi 3, mentre la sede legale è in via Enrico Fermi 13/f a Verona). Nel capoluogo scaligero, poi, opera Fedrigoni Special Papers Italia, in via Tombetta 5/7.

   Brand d’eccellenza mondiale negli ambiti delle etichette e dei materiali autoadesivi, delle carte speciali per il packaging di lusso ed altre finalità creative, Fedrigoni ha concluso il 2023 con 1,8 miliardi di euro di fatturato proforma, registrando un calo dell’11% rispetto ai 2 miliardi del 2022 calcolati sullo stesso perimetro ma con 338 milioni di euro di EBITDA (acronimo di Earning Before Interest Tax Depreciation Amortization, cioè utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti, n.d.r.) proforma (in crescita dell’8% rispetto ai 314 milioni dell’anno prima).

   Evolvendosi, quindi, dal 15,4% al 18,7% di EBITDA margin (indice di redditività che misura in forma percentuale il risultato lordo della gestione operativa - EBITDA - sui ricavi di vendita, nonché indicatore di situazione finanziaria, d’autofinanziamento della gestione operativa, segnalatore della percentuale di produzione di mezzi finanziari interni da parte dei ricavi di vendita, n.d.r.) e riconfermando le proprie profittabilità e resilienza.

  Continua il press release: “Il business del Gruppo è sempre più globale, i ricavi provengono infatti al 21% dal mercato italiano, al 49% dal resto d’Europa e al 30% dal resto del mondo. Nel primo trimestre 2024 i ricavi stimati sono pari a 470 milioni di euro, in crescita del 10,9% rispetto al Q4 2023 e del 2,4% rispetto al Q1 2023. L’EBITDA stimato è pari a 81 milioni di euro, in crescita del 5,7% dal Q4 2023 e del 16,9% dal Q1 2023”.

   “Positivi anche i risultati degli ultimi 12 mesi (da aprile 2023 a marzo 2024) con ricavi stimati a 1,825 miliardi di euro ed EBITDA proforma stimato a 356 milioni di euro, in crescita del 5,3% rispetto all’esercizio 2023. L’EBITDA margin stimato si attesta al 19,5%”.

    In sintesi, “Fedrigoni riconferma la sua posizione di primo operatore al mondo nelle etichette premium per i vini e nelle carte speciali per il packaging di lusso, di terzo attore più significativo nel mercato delle etichette autoadesive e secondo nelle carte per l’arte ed il disegno”.

   Con maggioranza acquistata da Bain Capital (società di investimenti di Boston, in Massachusetts, Stati Uniti, specializzata in acquisizioni, private equity, venture capital, credito, public equity, immobiliare, che dal 2022 ha gestito circa 175 miliardi di dollari di capitale investito), Fedrigoni raggruppa (come divisione Special Papers) le cartiere storiche Miliani di Fabriano, il Gruppo Cordenons, Éclose, Guarro Casas, Papeterie Zuber Rieder, Arjowiggins China e Mohawk, mentre la divisione Self-Adhesives include Arconvert, Manter, Ritrama, l’Industria Papelera Venus, Acucote, Rimark, Divipa, Tageos, Unifol e SharpEnd. Fa parte dell’holding anche il distributore americano GPA.

    Fedrigoni produce e vende vari generi di carta, tra cui quelle di particolari valore e sicurezza (per banconote, carte valori), autoadesivi, converting o trasformazione (processo di produzione di carta, tessuti non tessuti - TNT - e simili partendo da una bobina grande per ottenere carta, carta igienica, carta cucina, fazzoletti ecc.).

   Il Gruppo, nello specifico, è il solo produttore italiano di carta per banconote accreditato dalla Banca Centrale Europea per la realizzazione di carta filigranata dell’euro, oltre ad eseguire sistemi di sicurezza e carte valori per banche centrali ed istituti poligrafici.

   Il “sistema Fedrigoni” conta 5.500 dipendenti in 28 Paesi, 73 stabilimenti produttivi, centri di taglio e distributivi ed oltre 25mila prodotti venduti e ripartiti in 132 nazioni.

   Un impero industriale dove non tramonta mai il sole, partito dall’intraprendente Giuseppe Antonio Fedrigoni (Verona, 1837 - Verona, 1910) che, nel 1888, riuscì ad avere 10mila metri quadrati di terreno in cambio di 223.300 lire in 29 rate annuali, nell’area periferica scaligera tra Basso Acquar e Tombetta, dove insediò il suo stabilimento cartario.

   Utilizzò la forza motrice generata dal canale Camuzzoni, terminato nel 1885 ed operativo dal 1887, dopo ben 15 anni di lavori interrotti dall’inondazione di Verona per la piena dell’Adige del 1882.

   Le cartiere si svilupparono in seguito, con 147 operai nel 1896 ed un volume di produzione annuale aumentato da 14mila a 20mila quintali.

   Dopo la morte dell’iniziatore la direzione passò al figlio Antonio (Verona, 1873 - Lavarone, Trento, 1931, padre di Gianfranco e Gualtiero). L’attività ebbe ulteriori espansioni nel 1934 e nel 1936, acquisendo altri terreni e forze motrici.

   Tanto di cappello, quindi, a Giuseppe Antonio Fedrigoni. Che, se non avesse già un monumento dedicato nella solenne tomba di famiglia nel Cimitero monumentale veronese, ne avrebbe comunque ben merito in ogni caso…

   Nel maestoso e ben curato complesso sepolcrale il fondatore è rappresentato nella statua in bronzo seduto mentre guarda le due allegorie in marmo di Mercurio (personificazione del Commercio) e d’una figura femminile (che simboleggia l'Industria) in atto di porgergli un ramoscello d’alloro.

   Il mausoleo è contraddistinto in alto dal motto “Vincit labor” (“Il lavoro vince”) ed è opera di Tullio Montini (Verona, 23 febbraio 1878 - Verona, 30 marzo 1964). Per creare il cielo stellato è stata adottata la tecnica del mosaico mentre parti dell’insieme sono in ferro battuto stile Liberty.

 

Servizio e foto di

Claudio Beccalossi

   

 

Ultimo aggiornamento Domenica 04 Agosto 2024 20:54
 

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