Trastevere, dove nacque Sordi |
Notizie - Cronache |
Mercoledì 27 Marzo 2024 21:20 |
Nel cuore di Trastevere, dove nacque l’Albertone nazionale
Servizio e foto di
Claudio Beccalossi
Roma - Trovarsi nei pressi del luogo di nascita del grande Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 - Roma 24 febbraio 2003, attore, regista, doppiatore - sua la voce italiana di Holiver Hardy/Ollio - , sceneggiatore, compositore, cantante) e non saperlo. Galeotta è stata la trattoria “Da Vittorio a Trastevere”, in via San Cosimato 14, nel caratteristico rione XIII della capitale che pullula di osterie e ristoranti che propongono menù, cucina e pizze della tradizione enogastronomica romana trasteverina. Hanno acceso curiosità alcune foto (anche quella del calciatore Francesco Totti, capitano della “magica Roma”) e locandine di interpretazioni cinematografiche dell’Albertone nazionale appese all’interno del locale: dalla famosa mangiata di spaghetti di “Un americano a Roma” (diretto da Steno, 1954) alla divisa indossata in “Il vigile” (regia di Luigi Zampa, 1960) ed all’ottocentesco abbigliamento ne “Il marchese del Grillo” (di Mario Monicelli, 1981). E, vanto tra i cimeli, la riproduzione dell’atto di nascita originale di Sordi, sotto la scritta “Omaggio al grande Albertone che è nato qui”. Per la cronaca, non esattamente tra quelle mura, come hanno precisato in trattoria, ma nel prospiciente edificio in via San Cosimato 7, in cui l’attore abitò con i genitori fino al 1930 e che venne demolito per far posto alla costruzione del palazzo delle Sacre Congregazioni Romane. Appena fuori dal ristorante, a destra in alto, sulla facciata davanti a dove sorgeva la casa natale del protagonista di tante versioni dell’italianità, è stata collocata una lapide che ricorda: “Qui di fronte al civico 7 di una casa che non c’è più il 15 giugno 1920 nasceva: ALBERTO SORDI attore ed indimenticabile interprete della storia di ogni italiano .. parte ormai indelebile di ognuno di noi.. Municipio 1° A ricordo Trastevere pose A.D. MMXII Rione XIII”. La famiglia Sordi era composta dal padre Pietro (1879-1941) da Valmontone, Roma, professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbasso dell’orchestra del Teatro dell’Opera, dalla madre Maria Righetti (1889-1952) da Sgurgola, Frosinone, insegnante elementare, sposatisi a Pesaro il 30 luglio 1910. E dai figli Savina (1911-1972), Giuseppe (1915-1990), Aurelia (1917-2014) e, appunto, Alberto. Un terzogenito, lui pure chiamato Alberto, morì il 24 maggio 1916 a pochi giorni dalla nascita. Da via San Cosimato i Sordi traslocarono in un appartamento in via Venezia e, poi, deceduto il papà Pietro, in un altro in via dei Pettinari, sempre a Roma. La residenza di Alberto che diventò un suo “regno privato”, con tanto di teatro e sala di proiezione, dal 1958 fino al decesso, secondo la propria visione della carriera e dell’esistenza (comunque da inguaribile scapolo), fu la villa progettata dall’architetto Clemente Busiri Vici ed edificata nel 1932 in via della Ferratella in Laterano (ora via Druso), nei paraggi delle Terme di Caracalla, per conto di Alessandro Chiavolini (Milano, 29 luglio 1889 - Milano, 9 agosto 1958, giornalista, scrittore, politico, noto soprattutto per essere stato segretario particolare di Benito Mussolini). Albertone vi visse assieme alle sorelle, al fratello, che l’assisteva come amministratore ed alla segretaria Annunziata Sgreccia, coordinatrice per qualche tempo, dopo la sua scomparsa, del copioso archivio personale. Ora, la villa in via Druso 45 è sede della Fondazione Museo Alberto Sordi (https://www.fondazionemuseoalbertosordi.org/) e, compreso quanto conserva di valore artistico, ha avuto formale dichiarazione di “bene d’interesse culturale”, quindi sottoposta al vincolo del ministero dei Beni Culturali e Ambientali (oggi ministero della Cultura). Così come l’archivio della sua vita lì custodito, parzialmente interessato da un restauro, è soggetto allo stesso obbligo in quanto “d’interesse storico particolarmente importante”. |
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