La Gazzetta Online

Di Mambro Dolores

Docente e Pedagogista

Le nostre società sono tendenzialmente tutte multiculturali, nel senso che ospitano al loro interno un insieme sempre più crescente di differenze culturali, ma non tutte riescono a praticare totalmente aspetti concerni al multiculturalismo, ovvero politiche tese a proteggere, favorire e consolidare l’eterogeneità.

Le stesse migrazioni di massa hanno determinato la compresenza   di religioni, idee sociali differenti e spesso la diversità è criticata e condannata al pericolo e   alimentata da credenze, timori e pregiudizi creando vere e proprie barriere tra gli uomini o causa di conflitti, discriminazioni e disagi sociali.

Di frequente tale diversità è considerata una forma di inferiorità con il timore nei confronti di chi è portatore di una cultura diversa da quella di appartenenza, definita come la completa negazione dell’identità, intesa sotto ogni ambito.  

Quando all’interno di una società non si salvaguarda la propria cultura si avvia un profondo spaccato sociale.

Custodire le tradizioni di un Paese diventa difficoltoso in contesti caratterizzati dalla coesistenza di etnia e culture radicalmente differenti, ma il primo passo per riuscire ad integrare l’altro, ovvero lo straniero nella nostra quotidianità è quello di iniziare a considerarlo non solo come elemento da tollerare, ma come un bene da tutelare.

Tale condizione dovrebbe essere vissuta come uno stimolo ed un’opportunità per creare un punto di contatto, in grado di arricchire il bagaglio culturale e psicologico di ogni individuo.

Non esistono culture più importanti di altre, ogni Paese possiede un patrimonio culturale e salvaguardare suddette diversità culturali in un contesto multietnico è possibile solo se vi è un’integrazione, un confronto e non uno scontro per facilitare una civile convivenza.

La Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha riconosciuto che il “pluralismo “si basa sul riconoscimento e il rispetto autentico della diversità e della dinamica delle tradizioni culturali, delle identità etniche e culturali, delle convinzioni religiose, idee e concezioni artistiche, letterarie, socio-economiche e che un’interazione armoniosa fra individui e gruppi con identità differenti è essenziale al fine della coesione sociale.

Primordiale educare sin dall’infanzia ad accogliere e riconoscere la diversità, incoraggiando all’empatia si costituisce una priorità educativa mediante processi di apprendimento, strategie didattiche e obiettivi tali da favorire l’inclusione mediante il dialogo, si dà il via ad una comunicazione capace di   rispettare le specificità di ciascuno e al tempo stesso valorizzando le comunanze, nel rispetto dell’identità di ciascuno.

Seppur la convivenza delle differenze è stata sempre difficile e precaria, attualmente necessita di un progetto istituzionale importante tale da favorire   nuove politiche di integrazione civica che riportano alcuni valori tradizionali perduti negli ultimi anni, quali libertà di espressione di culto, di eguaglianza, di diritti e il rispetto delle legge.

Per un’interazione responsabile alla consapevolezza delle differenze, in vari contesti è fondamentale promuovere un sano dialogo per combattere gli stereotipi al fine di ritrovare una mentalità incline al mutamento per il superamento di qualsiasi confine, disponibilità fondamentale per ritrovare il senso originario dell’uomo prima di qualsiasi specificazione, inteso come essere umano.