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Notizie - Opinioni
Mercoledì 14 Giugno 2023 23:01

 

ALLARGAMENTO DI UN CONFLITTO?

'Non ci resta che piangere'...e 'piove sul bagnato' sono espressioni della gente comune che assiste all'escalation della guerra russo-ucraina. Le disgrazie non vengono mai da sole. Infatti, come se non bastasse, riflettendo su una guerra che dura ormai da 16 mesi, circa 42mila persone sono a rischio inondazioni dopo che la diga Nova Kakhovka è stata colpita. A causa dell’esplosione un’enorme chiazza di petrolio viene trasportata verso il Mar Nero” prefigurando una catastrofe unanitaria e ecologica. Gli inviati delle Nazioni Unite temono il rischio di "contaminazione di mine" spostate dalle inondazioni, una situazione che potrebbe avere conseguenze estreme in Ucraina, anche per l'impossibilità di poter portare aiuto alla popolazione. Uno tsunami ha invaso l'Ucraina e sommerso villaggi fino a ricoprirli di 5 metri d'acqua. Già, perchè la portata dell'acqua del Dnieper, che è il più grande fiume ucraino, è imponente e non è minimamente paragonabile a quella dei corsi d'acqua esondati di recente nella Romagna, che pure hanno sconvolto la vita della regione italiana con la perdita tra l'altro di molte vite umane.

IL RUOLO DI ERDOGAN NELLO SCENARIO INTERNAZIONALE

Erdogan è stato il mediatore dell'accordo che ha permesso l'esportazione di grano dai porti ucraini attraverso un corridoio sicuro nel Mar Nero e dichiara che l'accordo è pronto per essere esteso per altri 2 mesi" con la Russia che accetta per ora di rimanere nel patto. Nello stesso tempo il presidente turco sente Putin e Zelensky e propone un’indagine internazionale sull'esplosione della diga Nova Kakhovka

Occorre essere molto cauti nel dar voce a certi proclami che tendono ad allargare il conflitto in essere alimentando le tensioni latenti tra la Serbia, fedele alleato di Mosca e il Kosovo popolato al 97% da albanesi di religione musulmana. Per la prima volta soldati turchi sono arrivati in Kosovo dopo l’annuncio della NATO, per sedare i crescendi disordini nel Paese. A seguito dell'escalation delle tensioni in Kosovo, la NATO ha richiesto a Erdogan di inviare truppe in Kosovo. Il Ministero della Difesa Nazionale (MSB) ha incaricato un contingente di 350 unità per contribuire al mantenimento della pace nella regione.

E poi c'è la questione tra Moldova e Transnistria, un problema irrisolto da 32 anni per la presenza nel territorio di due enclavi russofile - Transnistria e Gagauzia, quest'ultima popolata da musulmani di fede ortodossa che guardano alla Turchia di Erdogan come alla terra dei loro padri. Terra in cui l’etnia locale è differente da quella moldava rumenofona e parla in larga parte turco e russo; regione plasmata dai tempi della dominazione russa alla fede ortodossa; area della Moldova che ha visto nelle recenti elezioni la vittoria di un russofilo in una roccaforte pro-Mosca nel Paese in cui c'è chi rimpiange l’era dell’Unione Sovietica, con tutte le sue contraddizioni.

ll presidente dell’Ucraina Zelensky, intervenendo il 1º giugno al vertice della Comunità politica europea, in Moldova ha annunciato la disponibilità di Kiev a risolvere la questione della Transnistria ma, ha sottolineato, solo su richiesta di Chisinau. immediatamente, ha assicurato il presidente ucraino.

“ L’Ucraina può aiutare la Moldavia a risolvere il conflitto in Transnistria solo se c’è una richiesta politica da parte dei suoi vertici. La Transnistria non è la Svizzera, quindi dovrebbero unirsi alla Moldova. Forse Chisinau vorrà collegare la Romania o un altro paese a questo formato, non lo so. Ma so per certo che l’Ucraina svolgerà un ruolo importante in questo processo “, ha detto Zelensky

Allo stesso tempo, il presidente ucraino si dichiara certo che la questione della Transnistria sarà risolta immediatamente dopo la vittoria dell’Ucraina, dopodiché la Russia ritirerà immediatamente le forze di pace russe dalla Transnistria.

Mentre Zelensky promette alla Moldova di risolvere la 'questione Transnistria'. il Ministero degli Esteri russo ha messo in guardia sulle conseguenze delle minacce alle forze di pace russe in Pridnestrovie (Transnistria). 'Qualsiasi azione che minacci le forze di pace russe in Transnistria sarà considerata un attacco alla Russia', ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un briefing del 7 giugno. Allo stesso tempo, il servizio stampa del presidente della Moldova si è affrettato a confutare i dati sulla partecipazione dell’Ucraina alla risoluzione della questione della Transnistria. “Per quanto riguarda le informazioni apparse sui canali Telegram secondo cui il presidente Maia Sandu avrebbe annunciato la sua disponibilità a consentire all’esercito ucraino di utilizzare il territorio della Moldova per scopi militari, sottolineiamo che questi messaggi sono falsi”, ha dichiarato l’ufficio stampa di Sandu.

Cosa fare allora con le due enclavi russofile che hanno legami tra l'altro con la Turchia e non vogliono la presenza della NATO nel loro territorio in quanto anticostituzionale? E che vogliono essere ascoltate in un Paese filoeuropeista guidato dal partito PAS (Partito Azione e Solidarietà)?

In questo contesto il ruolo della Turchia sembra importante per favorire un spiraglio di trattativa verso una pace pur brutta ma che è meglio di una guerra in stallo che dopo la rottura della diga Nova Kakhovka si sta combattendo in buona parte in un territorio ridotto ad una palude. Non si può nascondere che la vittoria di Erdogan nelle elezioni del 28 maggio in Turchia, è un grattacapo per l'Occidente.

Tra i primi a congratularsi è stato proprio il leader del Cremlino:ritenuto da Erdogan un 'caro amico', "La vittoria elettorale è stato il risultato naturale del Suo lavoro disinteressato come capo della Repubblica di Turchia, una chiara prova del sostegno del popolo turco ai Suoi sforzi per rafforzare la sovranità dello Stato e condurre una politica estera indipendente", ha detto il presidente russo in un messaggio a Erdogan. "Apprezziamo molto il suo personale contributo al rafforzamento delle amichevoli relazioni russo-turche e alla cooperazione reciprocamente vantaggiosa in vari settori", ha aggiunto Putin.

Se da una parte il leader turco ha condannato l'anno scorso l'invasione dell'Ucraina, ha nel contempo rifiutato di aderire alle sanzioni occidentali, aumentando il commercio con Mosca e fornendo al Paese anche una scappatoia per aggirare alcune delle misure punitive imposte dall'Unione europea. Negli ultimi mesi ha anche ostacolato gli sforzi della Nato per espandersi ad est, ritardando l'ammissione della Finlandia e rifiutandosi ancora ora di accettare quella Svezia. Sia l'Alleanza Atlantica che l'Ue dovranno ora continuare a fare buon viso a cattivo gioco, e a sopportare questo alleato scomodo ma necessario.

Ad impedire un'escalation verso una possibile guerra nucleare non sembra attendibile ritenere che Putin attenda che Biden perda le elezioni statunitensi, anche se questo appare possibile data la sua avanzata età e una diffusa insofferenza dei vertici statunitensi nel continuare a fornire aiuti all'Ucraina che nelle previsioni raggiungeranno la cifra iperbolica di 130 miliardi di dollari!

Sul versante dei diritti umani e dello stato di diritto in Turchia, ci sono molte preoccupazioni. Erdogan ha accentrato i poteri su di lui, aumentando il suo controllo sul parlamento, sul potere giudiziario, sul governo, così come quello sui media, e ha ristretto pesantemente la libertà di espressione. Il gruppo Reporter senza frontiere piazza la nazione al 165esimo posto per libertà di stampa in una classifica di 180 Paesi. Nel suo World Report , Human Rights Watch ha affermato che lil partito Akp del presidente ha fatto arretrare di decenni la situazione dei diritti umani.

CONTRASTO DI OPINIONI SULLA VITTORIA FINALE

Sono in molti a non credere nella vittoria finale dell'Ucraina auspicata del blocco occidentale Nato-US-UE, cui si contrappone una lettura contrapposta da parte del blocco asiatico. E' ben noto che Pechino e Mosca hanno ripetutamente affermato che la loro amicizia "non ha limiti".La Cina ha pesantemente criticato le sanzioni imposte a Mosca: essa stessa, in realtà, è stata colpita dalla guerra, sotto forma di interruzione della catena di approvvigionamento e aumento vertiginoso dei prezzi degli idrocarburi. E poi c'è l'India che come la Cina, ha aumentato le importazioni di greggio e gas naturale dalla Russia dall'inizio della guerra. il Paese anche se ha condannato le azioni della Russia in Ucraina ha legami di lunga data con la Russia, acquista molte armi dal Cremlino, che insieme ai crescenti acquisti di idrocarburi contribuisce a finanziarne la guerra. "L'era di oggi non è un'era di guerra", ha dichiarato il primo ministro indiano, Narendra Modi, implorando Putin di "incamminarsi su un cammino di pace".

Molti altri Paesi, in particolare in America Latina e in Africa, hanno cercato di camminare, per così dire, sul filo del rasoio, facendo vaghi appelli alla pace senza criticare apertamente la Russia. Alcuni hanno persino aumentato i legami economici e militari con il Cremlino. In Brasile, il presidente, Luiz Inacio Lula da Silva, ha parlato dei legami "strategici" del Paese con la Russia, in particolare del suo crescente commercio di gasolio e fertilizzanti.

E poi non sfugge la crescente amicizia di Mosca con alcune Nazioni africane

Dall'invasione dell'Ucraina, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha cercato di allontanare le Nazioni africane dall'Occidente, affermando che nutrivano ancora "istinti coloniali". In pratica quasi tutti i Paesi africani hanno collaborazioni militari con la Russia, con mercenari del gruppo russo Wagner nel Mali, Sudan e Repubblica Centroafrica.

Ha portato questo messaggio a diverse grandi Nazioni, come la Repubblica Democratica del Congo, l'Etiopia e il Sudafrica.In quest'ultimo Stato, che ha una lunga storia di amicizia con la Russia a causa dell'opposizione sovietica al regime dell'apartheid, si sono svolte esercitazioni navali con Mosca e la Cina, al largo delle sue coste.

 

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