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Notizie - Cronache
Giovedì 04 Maggio 2023 19:44

Reportage dal Donbass in guerra

 

Momenti di tensione e sentore di bufale a Mariupol’




















 

   29 gennaio 2023

   L’edilizia di rinascita nel quartiere “Nevskij” - Lasciata l’estensione di dolore e raccapriccio  del cimitero di Staryi Krym (con le sue migliaia di tombe di vittime di guerra non identificate) ci siamo diretti ancora verso l’area dell’acciaieria “Azovstal’” necessitando d’ulteriore documentazione. Per arrivarci abbiamo ripercorso il tragitto attraverso zone di distruzione e macerie fermandoci per delle foto, poi, all’estrema periferia di Mariupol’, in un quartiere in fase d’edificazione dai russi, il microdistretto “Aleksandr Jaroslavič Nevskij”, con abitazioni, scuole, ospedale ecc. Il lavoro di rinascita dalla tragedia bellica ferve, di pari passo alla feroce campagna russofobica dell’Occidente ed all’ingrasso con soldi ed armi del regime fratricida di Kyïv…

   L’acciaieria “Azovstal’”, ultima resistenza ucraina - Dopo esserci rifocillati in uno snack bar nei pressi del Teatro d’arte drammatica dell’Oblast’ di Donetsk (o Teatro Drama, dove, dietro i teloni, stanno proseguendo i lavori per il suo rifacimento sui pochi resti sopravvissuti alle bombe), ci siamo rimessi in marcia per raggiungere, passando accanto al municipio della città danneggiato e ad una lunga teoria di fabbricati nella devastazione e senza anima viva, l’impianto metallurgico dell’ultima resistenza delle truppe ucraine, composte soprattutto da appartenenti al Reggimento “Azov”.

   Ancor prima dell’ingresso principale, a destra, quasi al termine del ponte sul fiume Kal’mius, hanno abbandonato ancora lì, su un attraversamento secondario interrotto, gli automezzi ormai rottami finiti sotto il fuoco dei belligeranti. Il piazzale d’accesso, nonostante sia stato parzialmente sgomberato, è ingombro di veicoli squarciati, detriti ferrosi, frantumi di razzi, pallottole cariche, proiettili, avanzi vari di rabbia bellica.

   Ad un’altra entrata al vasto labirinto dell’“Azovstal’”, dove ci ha condotto il reporter Vittorio Nicola Rangeloni, lo scenario è stato, di nuovo, da devastazione biblica. Con edifici semi abbattuti o diroccati dalla contrapposizione armata, caterve di bossoli d’artiglieria pesante sull’asfalto, carcasse di autoveicoli, grandi buche provocate dall’esplosione di razzi e granate, perfino indumenti militari abbandonati. Tutto nel silenzio più assoluto.

   Le intimazioni d’un guardiano armato - Superato uno sbarramento a proseguire (con cavalli di Frisia e barriera chiodata per scongiurare i più ostinati), ci siamo inoltrati poco oltre, facendo attenzione al pericolo di  mine o quant’altro ancora presenti nell’immensa superficie non del tutto bonificata dall’enorme quantitativo di ordigni utilizzati di cui molti inesplosi.

   Appena il tempo di qualche foto ed ecco che, da qualche postazione ad un centinaio di metri di distanza, è sbucato fuori un guardiano armato che è venuto verso di noi con fare minaccioso, urlando concitato in russo. Vittorio, di madrelingua russa, dopo aver imprecato contro Mihailo e me per esserci avventurati incoscientemente in angoli a rischio, è andato incontro al tizio per poi spiegargli chi eravamo (giornalisti) e mostrargli i nostri pass stampa che ci erano stati rilasciati dalle autorità della Repubblica Popolare di Donetsk e che ci siamo portati sempre appresso.

   Per nulla tranquillizzato e, a mio parere, per niente interessato alla nostra incolumità personale nell’area in risanamento militare e ritenendoci spie, l’interlocutore armato ci ha ordinato di cancellare le foto fatte in precedenza all’interno ed abbiamo accondisceso per non creare problemi.

   Avevo scattato immagini sia con la macchina fotografica che col cellulare e, quindi, le foto da me eliminate davanti alla persona concitata sono state solo un paio del primo apparecchio, riuscendo a salvare le altre del secondo.

   I pass fotografati - Sempre in tono esagitato (e, quindi, pericoloso per una sua recrudescenza comportamentale, tra l’altro in assenza di testimoni) ha voluto registrare col suo cellulare i nostri pass per poi lasciarci andare, sempre su pressioni alla calma di Vittorio. Il momento di tensione è stato recepito da noi come dovuto alla nostra (cosiddetta) negligenza nell’accedere ad un’area proibita. Un azzardo che, comunque, avrebbe potuto assumere risvolti funesti…

   Mar d’Azov ghiacciato e treni bruciati - Scampati alla stretta aggressiva armata, siamo rientrati nei... ranghi. Forse un po’ umiliati, forse un po’ censurati… E, quasi per inghiottire il brutto rospo, ci siamo spostati lungo il litorale del mar d’Azov (in russo Azovoskoe more) per una breve sosta su un pontile da dove s’è potuta osservare la superficie ghiacciata. Nei pressi abbiamo constatato i giganteschi danni alle infrastrutture ferroviarie di Mariupol’. Quali monumenti alla brutalità militare d’ambo le parti, su binari poco lontani dall’assetto principale della stazione della città, hanno posizionato convogli bruciati, drammatica memoria dell’acuta fase di conflitto russo-ucraino. Stigmate di storia recente, recentissima...  

   “Attacco aereo russo” su un ospedale? - Prima di tornare a Donetsk, ho pregato Vittorio di condurmi nell’ospedale bombardato su cui i media occidentali, durante il sanguinoso battagliare russo-ucraino, s’erano particolarmente accalorati, fornendo versioni discordanti se non fake news. Il 9 marzo 2022 il consiglio municipale di Mariupol’ aveva diramato la notizia che i reparti di pediatria e maternità erano stati colpiti da un attacco aereo russo, uccidendo 3 persone e ferendone almeno 17. Erano stati mostrati e rimostrati alla nausea (a sbandierata “riprova” della “barbarie” russa) video e foto d'una donna incinta trasportata su una barella e quella che pareva la stessa in piedi, apparentemente smarrita. Donna data poi per morta assieme al bimbo che portava in grembo.

   La versione di Facta - Secondo quanto accertato dal sito Facta (https://facta.news) si sarebbe trattato di due pazienti in gravidanza e non della stessa (https://facta.news/articoli/2022/03/11/il-debunking-della-propaganda-russa-sullattacco-allospedale-pediatrico-di-mariupol/ - https://facta.news/notizia-falsa/2022/03/16/la-foto-della-donna-incinta-dellospedale-di-mariupol-non-e-una-messinscena/ ).

   Due situazioni uguali, quindi, con finali purtroppo diversi: ad una donna il parto sarebbe andato bene, all’altra avrebbe portato tragiche conseguenze alla madre ed al bambino. Il condizionale rimane comunque d’obbligo. Anche perché l’ennesimo “marchio d’infamia” nei confronti dei russi potrebbe essere stato creato a tavolino dagli strateghi di parte esclusivamente ucraina, con due incinte fatalmente simili nell’aspetto, fatalmente ricoverate nello stesso ospedale e, sempre fatalmente, prossime a partorire… Troppe o strane coincidenze?

   Lo stato degli immobili ospedalieri (parzialmente in ristrutturazione), “visti da vicino”, hanno fatto dubitare, inoltre, sulla realtà del cosiddetto “attacco aereo russo” che, se si fosse effettivamente verificato, avrebbe arrecato danni ben maggiori (soprattutto sui tetti) di quelli da me certificati con varie foto. Invece, quanto ho attestato con immagini mostra coperture pressoché intatte e rovine alle parti anteriori delle strutture, come per effetto di colpi a gittata orizzontale ravvicinata e non provenienti da incursioni aeree. Ma, con simili incongruenze, la macchina della disinformazione e della sceneggiatura scritta altrove può veramente trasformarsi in tabù?

 

Servizio e foto di

Claudio Beccalossi
Ultimo aggiornamento Venerdì 05 Maggio 2023 19:08
 

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