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Notizie - Mondo
Giovedì 06 Ottobre 2022 22:21

 

GUERRA /

Mauro Indelicato
6 OTTOBRE 2022​​​​​​​

La guerra in Ucraina è giunta davvero a un punto di non ritorno? Le recenti evoluzioni sul campo sembrerebbero confermare questa ipotesi per diversi motivi. Le avanzate ucraine hanno dato modo a Kiev di sperare in un recupero totale del territorio. Ora che l’inerzia del conflitto è a favore dell’esercito agli ordini di Zelensky, nessuno in Ucraina è disposto a rinunciare ad ulteriori avanzate per trattare su compromessi territoriali. In Russia, al contrario, con un esercito in difficoltà il Cremlino, prima di avanzare serie trattative, è intenzionato a puntare sui rinforzi che arriveranno nei prossimi mesi per via della mobilitazione proclamata a settembre. Ma soprattutto, né a Kiev e né a Mosca si crede oggi alla bontà di eventuali accordi di cessate il fuoco. Entrambi vogliono tentare il tutto per tutto per arrivare militarmente ai propri rispettivi obiettivi.

Le avanzate di Kiev

La controffensiva ucraina non era tenuta in forte considerazione fino alla scorsa estate. Gli annunci relativi a un contrattacco a Kherson, si scontravano poi con le difficoltà dei soldati di Kiev a penetrare lungo la line di difesa russa. Tutto è cambiato a inizio settembre e in special modo tra l’8 e il 10 di quel mese. Nel giro di 48 ore, gli ucraini hanno ripreso in mano città strategiche quali Izyum e si sono spinti fino al fiume Oskil, nell’oblast di Kharkiv. Attorno la seconda città del Paese poi, sempre in quei giorni le truppe di Kiev hanno terminato la riconquista, iniziata in sordina già a maggio, dell’intero hinterland.

Scenario ripetuto un mese dopo a Kherson, dove i soldati ucraini hanno ripreso circa un terzo del territorio dell’oblast. La controffensiva si è avvalsa di diversi fattori rivelatisi decisivi: la superiorità numerica delle forze di Kiev, l’effetto sorpresa provocato ai russi, la mancanza di grandi barriere difensive da parte delle truppe inviate da Mosca.

Ora l’Ucraina è nelle condizioni di proseguire. A sud di Kharkiv le prime avanguardie hanno messo gli scarponi in alcuni punti dell’oblast di Lungask, andato perso tra marzo e luglio. A Kherson gli ucraini potrebbero sfruttare un progressivo ritiro russo per arrivare a breve alle porte del capoluogo della regione. In queste condizioni nessuno a Kiev ha interesse a interrompere l’offensiva. I generali ucraini vorrebbero sfruttare l’attuale momento per prendere il maggior numero di località possibili prima dell’inverno e prima dell’arrivo dei rinforzi russi. La guerra quindi, sul versante ucraino, è destinata a proseguire.

Le annessioni russe

La stessa cosa però può essere detta per il versante di Mosca. Venerdì scorso, nel corso di una cerimonia tenuta nella sala San Giorgio del Cremlino, il presidente Putin ha firmato il decreto di annessione degli oblast di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Da quel momento, per il governo russo quelli sono territori della federazione. Anche se al loro interno si combatte e, come detto prima, gli ucraini sono in una posizione di vantaggio.

I due governi vogliono gli stessi territori. Kiev li considera, al pari della Crimea, regioni occupate. Dall’altro lato, Mosca invece considera queste aree come federate alla propria nazione. Nessuno vuole per il momento negoziare un compromesso su questi punti. Il Cremlino spera, una volta che i riservisti chiamati alle armi potranno andare sul campo, di poter invertire l’attuale andamento del conflitto.

Nessuno vuole una riedizione degli accordi di Minsk

C’è poi un altro elemento da tenere in considerazione e non soltanto per quanto riguarda l’Ucraina. L’intervento russo iniziato il 24 febbraio scorso ha probabilmente creato un precedente importante riguardo futuri accordi di cessate il fuoco. Nessun attore impegnato in una disputa, politica o territoriale, in futuro tenderà a “congelare” un conflitto. In poche parole, la guerra in Ucraina ha segnato il fallimento degli accordi di Minsk, siglati nel 2014 per porre un cessate il fuoco tra Kiev e i separatisti filorussi. E, con essi, sono destinati a fallire tutti quegli accordi volti al congelamento di una disputa.

Kiev ad oggi interpreterebbe ogni tipo di armistizio come una possibilità da offrire alla Russia per rinforzarsi e riprendere, dopo un determinato periodo di tempo, le ostilità. Allo stesso modo, Mosca vedendo il potenziamento dell’esercito ucraino dopo gli accordi del 2014, se dovesse riuscire a invertire le sorti del conflitto proverà ad andare fino in fondo.

Entrambe le parti proveranno a prevalere in modo definitivo sull’avversario. Costi quel che costi. L’Ucraina sfruttando l’attuale inerzia e una mobilitazione iniziata già prima delle operazioni del Cremlino, la Russia invece provando a dare un senso alla mobilitazione parziale proclamata a settembre.

Fonte: https://it.insideover.com/guerra/perche-ora-e-difficile-un-cessate-il-fuoco-tra-ucraina-e-russia.html

 

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