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Notizie - Opinioni
Mercoledì 31 Agosto 2022 14:51

 

Le ferie sono oramai agli sgoccioli, le vie della città si rianimano, i negozi riaprono e l’ingranaggio che regola la vita della metropoli lentamente si rimette in moto. Da segnalare però un fenomeno che di anno in anno cresce sempre di più, quello delle ferie di fine stagione.

Sono infatti sempre di più quelli che scelgono settembre come momento per staccare la spina.  Una volta i tg nazionali nei loro servizi di costume sulle vacanze degli italiani, intervistavano questi tardivi delle ferie ricevendo come motivazione della loro scelta la preferenza per un periodo a bassa densità di presenze per meglio godere dei luoghi di vacanza.

Una mezza verità che in molti casi mascherava l’impossibilità di sostenere economicamente i costi dell’alta stagione. Oggi però davanti all’andamento economico che ha massacrato il potere d’acquisto degli italiani ogni pudore è caduto, insieme ad ogni remora nel dichiarare apertamente di scegliere la bassa stagione per questioni di risparmio.

Addirittura negli uffici  e nei posti di lavoro dove si impone una turnazione si assiste in questi anni ad una curiosa inversione di tendenza inimmaginabile soltanto fino a pochi anni fa. Se infatti prima tra colleghi ci si scannava per avere le ferie ad agosto accampando le scuse più varie, dalla chiusura delle scuole per chi ha i bambini, fino alle ferie della badante dei genitori fino all’impossibilità di affidare a qualcuno cani e gatti, adesso ci si batte per il motivo contrario preferendo il mese di settembre per tagliare le spese.

È il segno dei tempi che modificano le abitudini. Gli ultimi anni per molti hanno significato perdita del lavoro mentre per chi ha un’attività un fermo di lungo periodo, comunque per tutti una contrazione delle spese a scapito delle risorse da dedicare agli aspetti non proprio di prima necessità.

Intanto proprio quando sembrava che il peggio fosse ormai alle spalle è arrivata la guerra e il conseguente aumento dell’energia, che ha determinato costi spropositati delle bollette aumentate fino al 40% ad affossare definitivamente il potere d’acquisto già traballante degli stipendi.

La conseguenza è che oggi si preferisce morire di caldo senza accendere il condizionatore, oppure ci si pensa due volte prima di accendere il forno in casa per fare un’arrosto. Purtroppo il conflitto Russo – Ucraino non lascia intravedere una fine a breve, ma anzi nasconde uno scontro ben più ampio tra le diverse potenze economiche mondiali che se non gestito con cautela può portare ovunque, come già avvenuto in passato ma purtroppo non si impara mai abbastanza dalla storia. Una lotta economica tra Cina e USA, che coinvolge tutto il resto del mondo riducendo le diverse nazioni a burattini di una partita a Risiko.

Viste le imminenti elezioni però, nei talk show che formattano il cervello attraverso la tv  la guerra ha lasciato il posto alla politica. Addirittura così importanti da cancellare dal palinsesto l’abituale moralizzazione stagionale, che in questo periodo si abbatte su quanti sono stati in vacanza per attribuirgli le colpe future di nuove ipotetiche ondate di covid. Elezioni che catalizzano l’attenzione vanificando persino la possibilità di terrorizzare l’opinione pubblica con il vaiolo delle scimmie o con l’invasione della vespa asiatica.  

Con il mondiale di calcio in Qatar che si giocherà a Natale e le elezioni a settembre, questo sembrerebbe proprio essere un anno particolare, ma da quello che ha saputo proporre la campagna elettorale non sembrano esserci novità a parte quella di aver animato i dibattiti in costume da bagno e sotto l’ombrellone, quasi come il calciomercato.

Per il resto si è assistito al continuo impoverimento di una classe politica ormai incapaci di essere credibile anche lontanamente. Da una parte la Destra con il suo solito programma privo di guizzi e novità che punta al cambiamento e ai temi di sempre, dall’altra il nulla che la Sinistra stavolta come non mai è stata capace di mettere in scena, proponendo una serie di temi lontani dall’interesse prioritario della gente comune che come in tutto il mondo attraversa un periodo di crisi economica.  

Soprattutto una grande istigazione all’odio verso la destra da considerare come fango insieme a chiunque la voti, quasi un invito a nascondersi perché socialmente inaccettabile, perpetrato su ogni media e da ogni militante che su tutti i social ha vomitato quotidianamente il proprio odio senza curarsi di altro. Alla faccia della democrazia e della libertà di pensiero e di voto.

Un’azione massificata che però non ha sortito l’effetto voluto, perché anche nella base dei militanti di sinistra moltissimi hanno lamentato la mancanza di un programma, invitando il PD ad un impegno politico  “reale” capace di andare oltre al discredito dell’avversario.

Effetto registrato anche dai sondaggi che ad ora vedono la coalizione di destra in vantaggio ed in progressione giornaliera. Quello che sembra dal di fuori è che la gente voglia solo il cambiamento e ad oggi pur di smuovere le acque, voterebbe qualsiasi cosa gli somigli almeno un po’.

In attesa del voto meglio cercare occasioni di distrazione e al Foro Romano è possibile assistere a un “Viaggio nell’Antica Roma”, attraverso due percorsi accompagnati nel suggestivo scenario notturno dalla visione di magnifici filmati.

A fare da guida la voce narrante dell’indimenticabile Piero Angela, che attraverso uno dei suoi ultimi progetti raccoglierà tutto l’affetto per una carriera straordinaria capace di donare tanto alla nostra crescita culturale individuale.

 

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