Gourmet: Chef Antonio Arfè |
Notizie - Culinaria |
Domenica 29 Maggio 2022 17:17 |
Oggi parliamo di un grande della ristorazione napoletana, amico dell’Associazione e dei suoi componenti ma soprattutto un immenso cuoco ed una grande persona, uno di quelli a cui si può essere grati per averlo conosciuto. Creare un nuovo piatto, ci dice Antonio Arfè, significa esprimere se stessi. Quando si cucina si esprimono le sensazioni più nascoste per narrare la propria natura, mettendo insieme le “note” della personalità di ognuno, quasi creando una sinfonia. Infatti, in cucina tutto avviene secondo un ritmo metodico e, da appassionato di musica, ha sempre sostenuto che chi cucina è come se realizzasse una melodia, come un compositore. Il complimento migliore che si possa ricevere, continua lo Chef Antonio, è la totale soddisfazione del cliente. Le sue creazioni sono legate al bagaglio culturale culinario basato sulla tradizione napoletana e propone, infatti, piatti della cucina partenopea ma rivisitati secondo il suo gusto creativo ma che, comunque, mantengono un legame indissolubile con Napoli. Il piatto a cui è più legato, ci confessa, è la parmigiana di melanzane, una debolezza assoluta, alla quale si lascerebbe andare anche tutti i giorni. Secondo sempre Antonio, la parmigiana di melanzane dovrebbe essere riconosciuta come patrimonio gastronomico del territorio per la sua assoluta “napoletanità”: melanzana cima di viola, fior di latte di Agerola o mozzarella di bufala, ragù preparato con pomodori San Marzano, e basilico tipo napoletano. L’unica nota fuori dal coro è il parmigiano, non esattamente di origine campana, ma che lui ha provveduto a sostituire con il provolone del monaco stagionato grattugiato per rendere la ricetta del tutto autoctona. La pastiera ha un profondo significato religioso, infatti tra gli ingredienti, abbiamo il grano paragonato alla vita ossia morte e risurrezione, le uova che stanno a simboleggiare la fecondità, l’acqua di fior d’arancio che ci riporta ai profumi dei giardini napoletani colmi di alberi in fioritura. La storia ci narra che questo dolce caratteristico pasquale ricco di tradizione napoletana fosse stato elaborato proprio dalle suore in un convento presso San Gregorio Armeno. Ingredienti Per la pasta frolla 1,200 kg di farina 00 600 grammi di burro 400 grammi di zucchero 8 tuorli d’uova Buccia di arancia e limone grattata qb. Ingredienti per la crema 1kg di ricotta 1kg. di zucchero 2 scatole di grano da gr.500 1litro di latte 150 grammi di burro Scorza di arancia e limone 3 bottigline di acqua di fiore d’arancio 10 grammi di vaniglina 8 grammi di cannella 12 uova 300 grammi di corteccia di arancia e zucca candita a cubetti. Procedimento Per fare la pasta frolla bisogna preparare la sabbiatura con burro ammorbidito e zucchero. Porre la farina a fontana e mettere nel centro la sabbiatura aggiungere i tuorli ed impastare a piccole dosi fino a completo assorbimento della farina. Poi passare al ripieno bollendo su fiamma moderata il latte con il burro, il grano e la buccia di arancia e limone. Togliere dal fuoco quando il tutto avrà preso la consistenza di una crema. Dividere gli albumi dai tuorli e montarli a neve con l’aggiunta di un pizzico di sale e a montatura avvenuta porre in frigo. In planetaria con la frusta a palla emulsionare la ricotta, i tuorli, lo zucchero, aggiungere gli aromi (acqua di fior di arancia, vaniglina e cannella), far girare fino a completa emulsione, ed aggiungere il grano cotto. Far girare ancora la frusta e a mano, mescolando dal basso verso l’alto, aggiungere l’albume montato ed infine i canditi. Foderare di pasta frolla i ruoti trattati prima con uno staccante, riempire con la crema lasciando 5-6mm. di bordo libero, tirare le strisce ed infornare a 170/180° per 50-60 minuti.
Articolo di Alex Ziccarelli |
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