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Notizie - Colonnisti
Venerdì 29 Aprile 2022 09:38

 

 

Finalmente senza mezze misure e senza temere di smentita la bella stagione ha fatto il suo ingresso prorompente permettendo di spalancare le finestre e rimettere i tavoli all’aperto dove intrattenersi cercando di distrarci da tutto quello che ci circonda e che certo non ci piace.

Tutto il mondo è in ansia per le sorti del popolo Ucraino che, sembra impossibile, ma sta vivendo il suo incubo nel bel mezzo di un mondo civile che tutt’intorno a nemmeno troppi chilometri continua a vivere la sua vita come se niente fosse.

È quello che esprime la nostra società e cioè giochi di potere sulla pelle dei malcapitati di turno al solo scopo di contrattare territori, materie prime e altri beni materiali davanti ai quali mettersi la vita umana sotto i piedi non è mai troppo importante. Ma in fondo siamo abituati qual è la novità? Libia, Iraq, Siria, i Balcani, l’Afganistan, ma prima ancora Vietnam e Cambogia.

Cambiano i tempi ma la storia si ripete e il copione è sempre quello: ci sono interessi che fanno gola a qualcuno e davanti a questo un popolo con la sua cultura e tutto il suo mondo socioculturale viene spazzato via. E a poco contano tutte le scuse che di volte in volta vengono messe a cappello per dare un vestito, una giustificazione o una motivazione giusta per cui la guerra di turno debba essere svolta.

Non esiste una guerra giusta, almeno nel 2022 quando l’uomo è già andato sulla luna e raggiunto un livello tecnologico che dovrebbe dimostrare un’intelligenza capace di risolvere ogni problematica senza l’uso delle armi. E davanti a questa affermazione è ancora più ridicolo assistere al grande palinsesto dei media che si spendono per questo o per quel contendente quasi fosse una questione di tifoseria calcistica.

Naturalmente dalle finestre Romane dei salotti buoni si assiste ad un dibattito sbilanciato in cui noi, quali sudditi della Nato siamo obbligati a prendere una posizione vincolata. Intendiamoci è chiaro che l’azione di Putin va condannata a tutto tondo, ma l’obbligo di pendere dalle labbra degli stati uniti ci obbliga alla totale assenza di visione critica della reale situazione geopolitica internazionale, riducendo il dibattito a quella propaganda di cui si accusa la tv Russa, ma solamente dal verso opposto.

Utilizzare ad esempio immagini tratte dai videogiochi spacciandole per la piantina dell’acciaieria Azovstal      dove si sta svolgendo uno dei tanti drammi umani che costellano ogni guerra, rischia di rasentare il ridicolo. Eh si utilizzare senza verificare le fonti di ogni notizia o immagine che serve a sostenere a prescindere il pensiero dominante è veramente ridicolo.

Era già stato fatto nelle proteste anti Trump quando furono mostrate scene di un film di devastazione spacciandole come fatti reali che stavano accadendo in quei giorni. Un modo di influenzare le masse per incanalarle in quel “pensiero unico” che è il vero male della società moderna, forse quasi grave quanto una guerra.

Ma in fondo si è una guerra, al cervello umano, alla democrazia e al pensiero libero. Oggi se solo tenti di portare un’ipotesi fuori dalla corrente sei tagliato fuori e messo all’angolo. Con qualsiasi media e con ogni mezzo verrai screditato fino all’infamia e al pubblico ludibrio. Ne è un esempio il povero Professor Orsini, direttore dell’Osservatorio sulla sicurezza internazionale, professore associato nel dipartimento di Scienze politiche della Luiss, dove insegna Sociologia generale e Sociologia del terrorismo e titolare di un curriculum chilometrico con tanto di libri e pubblicazioni.

Un professionista che per aver solo osato una lettura critica della situazione diversa da quella accettata come “Verità assoluta” soprattutto su come si sia arrivati a questo punto, ha subito una vera e propria guerra mediatica che ha tentato di coprirlo di fango.

Contratto in Rai inizialmente cancellato e addirittura la sua pagina cancellata da Wikipedia, strumento che si fregia tanto di essere altamente democratico incorrendo spesso in scivoloni che fanno molto pensare al suo reale scopo o a come viene utilizzato. Ora che Orsini non sia un mostro di simpatia e porti le sue istanze con educata freddezza incapace di accattivarsi i più e cosa evidente, ma da li a tacciarlo di essere un putiniano e, in fin dei conti un nemico del paese solo perché tenta di fare un’analisi sull’Italia e sul suo ruolo nella NATO, bè ce ne corre.

Soprattutto fa impressione che venga evitato come la peste dalla maggior parte delle cariatidi dell’informazione da anni titolari esclusivi di talk show sui principali canali nazionali, che martellano la massa inebetita dalla mattina fino al momento di andare a dormire. Una sorta di Pifferai Magici che come nella favola dei fratelli Grimm al posto dei topi seguiti da una lunga scia dei “pensatori unici” al di fuori dei quali risulta impossibile, improbabile, inopportuno e alla fine infamante portare il proprio punto di vista.

Ma i Pifferai Magici si sa hanno sempre bisogno di suonare una musica per ammaliare tutti quelli che li seguono e adesso che il filone Covid è pressoché finito la guerra è arrivata come una manna dal cielo. Figuriamoci da oggi che in Italia la mascherina verrà praticamente rottamata rimanendo in vigore solamente negli ospedali, sui mezzi pubblici e in poche altre eccezioni, segnando di fatto la fine di un capitolo in cui si è visto il peggio del peggio da parti di tutte le componenti di questa sgangherata società, guidata da una classe politica ancor più sgangherata.

Finalmente da domenica il green pass non sarà nemmeno più necessario per andare allo stadio come nei ristoranti e negli altri luoghi chiusi. Allora forse è il caso di tornare a godere appieno di mostre e musei, liberi da quella fastidiosa pezza in faccia che toglie il piacere di respirare.

Il tepore del sole, la faccia libera, un nuovo inizio da festeggiare ripartendo dai grandi classici e allora posti come il museo della Civiltà Romana, la Galleria Borghese, o la Centrale Montemartini con la sua splendida collezione di sculture sono i luoghi adatti per reintrodurci di nuovo in un mondo che torna a mostrare una sorta di normalità… almeno apparente

 

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