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Notizie - Opinioni
Martedì 05 Aprile 2022 13:03
 

 

 Come una piovra il Penta-ATO estenderà i suoi tentacoli verso altri Stati di Frontiera con la Russia. Il primo su cui mi soffermo è la Georgia, la faranno implodere per incendiare il Caucaso. Per la Russia sarà un'altra patata bollente da raffreddare. Ma la NATO e gli Stati Uniti hanno mire ben più ambiziose, intendono occidentalizzare, nel bene e nel male le ex regioni sovietiche, applicando il solito modello liberale export, di cui abbiamo contezza, visto i precedenti, in Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Egitto, Tunisia, Libia, Siria, Ucraina. Il metodo è sempre lo stesso, quello sperimentato in Ucraina. Faranno implodere gli ex paesi dell'URSS, oggi appartenenti alla federazione russa, imporranno un presidente fantoccio per poi prendere il controllo delle forze armate. Il fine partorito dalle diaboliche menti del Penta-ATO è la balcanizzazione della ricca federazione russa, creare Stati indipendenti sotto l'influenza occidentale ad est degli Urali che gli Stati Uniti con i loro partner intendono sfruttare negli anni futuri.
A questi si aggiunge un altro ricco Stato della Russia asiatica, l'Uzbekistan, che, come l'Ucraina vuole bandire la lingua cirillica. Questa imposizione forte avverrà nel 2023. La lingua rappresenta l'identità di un paese, la sua cultura, la sua storia. Rinunciare alla lingua russa significa tagliare il cordone con la propria tradizione storica. 
Nel mondo occidentale, l'alfabeto latino dei romani serviva sia per scopi politici, che religiosi ad uso dei governi nazionali e per le Confessioni, successivamente per gli imperi e le organizzazioni paragovernative. Allo stesso modo agisce l'alfabeto cirillico per le nazioni slave, di cui la Russia con il suo vasto territorio è la nazione più influente. Altre lingue sono state utilizzate per dominare le razze. La lingua araba è stata utilizzata dagli arabi per islamizzare gli ottomani. 
Possiamo capire da ciò che il cambio di una lingua è un vero atto politico.
Siamo in un momento storico per l'Asia centrale, considerata per l'Occidente strategica per la posizione geografica che ricopre. 
Prevedo che queste regioni asiatiche, nel prossimo futuro, saranno decisive per l'esito di un grande conflitto globale. Decenni fa dopo la caduta dell'URSS, molte nazioni come il Turkmenistan, hanno deciso di lasciare il cirillico per abbracciare la lingua latina. 
Lo stesso si appresta a fare la seconda nazione più potente dell'Asia centrale dopo il Kazakistan, l'Uzbekistan, che ha deciso di abbandonare la lingua cirillica in favore di una lingua latina entro il 1° gennaio 2023.
Il governo uzbeko si è dato una tabella di marcia che si concluderà ad inizio anno 2023. 
La decisione arriva dopo che il presidente Shavkat Mirziyoev ha emesso un decreto per accelerare la piena transizione della lingua uzbeka a una lingua latina.
L'uzbeco, così come altre lingue dell'Asia centrale è stato scritto in caratteri arabi fino alla fine degli anni '20. Passò quindi alla scrittura latina come parte di una più ampia latinizzazione delle lingue turche, prima che i sovietici introdussero il cirillico nel 1940.
Nel 1993, meno di due anni dopo il crollo dell'Unione Sovietica, l'Uzbekistan ha iniziato a muovere i primi passi verso una lingua latina, pur rimanendo ufficiale quella cirillica. 
Dopo aver esaminato varie iterazioni, è stata presentata nel 2019, da un gruppo di lavoro dell'Università statale di Tashkent una bozza finale dell'alfabeto uzbeko basato sull'alfabeto latino. 
L'alfabeto aggiornato è composto da 30 caratteri: 29 lettere e un apostrofo per denotare un segno duro, suoni specifici o intonazioni.
Nel vicino Kazakistan, il processo di passaggio all'alfabeto latino è in corso dal 2017, quando l'ex presidente Nursultan Nazarbaev ha incaricato per la prima volta il governo di lavorare alla transizione verso un alfabeto latino entro il 2025. Ma con l'intervento degli Spetsnaz in gennaio 2022 le velleità di rinunciare alla lingua ufficiale cirillica, si sono smorzate. 
Un altro paese dell'Asia centrale, il Turkmenistan, è passato dalla scrittura cirillica al latino nel 1993,
come lingua riconosciuta ma non ufficiale. Altrettanto ha fatto l'Azerbaigian, stato del Caucaso meridionale un'ex repubblica sovietica, il 25 dicembre 1991. Il paese ha scelto come lingua ufficiale la lingua latina.
La scelta della lingua latina è in parte dettato da considerazioni politiche, al fine di allontanare la lingua cirillica dopo anni di influenza russa per sviluppare un'identità nazionale più forte nei giovani stati. La transizione dall'era sovietica delle lingue turche al cirillico è stata in parte implementata per allontanare gli stati dell'Asia centrale dall'influenza turca. Ataturk, il padre della Turchia moderna, ha dato una spinta  all'occidentalizzazione della Turchia, ha sostituito la lingua arabo-persiana in una latina negli anni '20. Gli Stati Uniti e la NATO da sempre hanno tentato di porre questi stati dell'Asia Centrale sotto la loro sfera di influenza. In  Kirghizistan la presenza degli Stati Uniti e NATO è diventata incombrante. La NATO fagocita i legami delle nazioni dell'Asia Centrale con la Turchia e con l'Occidente con cui sono stati stretti legami economici solidi. Mosca sta tentando in tutti i modi per mantenerli nella sua sfera di influenza. Mosca sa che non può perdere le sue ex repubbliche, se accadesse la Russia si sfalderebbe e perderebbe il 2° posto di potenza mondiale a vantaggio della Cina.

 

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