Template Tools
Giovedì, 28 Marzo 2024
La geopolitica del Mar Nero PDF Stampa E-mail
Valutazione attuale: / 0
ScarsoOttimo 
Notizie - Mondo
Giovedì 31 Marzo 2022 19:16

 

 

POTEMKIN e la creazione della marina militare ai tempi di Caterina la Grande

Alla fine dell'Età del Bronzo, circa nel 1200 a.C., avvenne la prima Guerra Mondiale della Storia: la Guerra di Troia. Gli storici sono oggi d'accordo che quella guerra avvenne per un motivo molto concreto: il controllo della rotta commerciale verso il Mar Nero attraverso i Dardanelli. L’ostilità che unì i popoli mediterranei contro la città di Troia derivava probabilmente dai dazi che essa imponeva alle merci delle navi che dal Mar Egeo al Mar Nero e, viceversa, dovevano passare in quegli stretti. Il commercio era basato sullo scambio di manufatti prodotti dalle città mediterranee con i cereali coltivati dagli agricoltori della Pianura Sarmatica cui oggi fanno parte l’Ucraina, la Bielorussia, e la Moldavia, una vastissima distesa di fertilissimo terreno pianeggiante, senza montagne, irrigato dai 3 fiumi (3D), Dnepr, Dniester ed il Danubio, che sfociano nel Mar Nero.
Già allora questa vasta pianura era il più grande produttore di cereali del mondo conosciuto. Lo sbocco commerciale si trovava, e si trova tutt’oggi, negli approdi della Crimea e della costa ucraina sul Mar Nero. Il controllo di quei porti e di quel mare equivaleva al controllo del commercio dei prodotti alimentari più richiesti: grano e frumento e semi di girasole. I nove strati sovrapposti della città di Troia scoperti dall’archeologo Heinrich Schliemann sono una testimonianza inconfutabile delle numerose guerre ingaggiate soprattutto per il controllo di quelle rotte commerciali. Possiamo dire che dal tempo delle repubbliche marinare quando Genova e Venezia scorrazzavano nel Mar Nero, gli italiani sono di casa in questo mare con la costruzione di fortezze difensive e molto altro in molte città portuali. Ne sono un esempio a Odessa, il Teatro dell’Opera e del Balletto costruito con la classica architettura ottocentesca italiana. Chi ricorda il film muto di Eisenstein, “la corazzata Potemkin” ricorderà la famosa “scalinata” della carrozzina che precipita sotto il fuoco dei soldati russi in assetto antisommossa. Quella scalinata fu costruita da architetti italiani. L’italianità di Odessa è certificata anche dall’origine della canzone napoletanissima “O sole mio” che venne scritta da Eduardo di Capua, proprio a Odessa, nel 1897.

Oggi, davanti ad Odessa è in atto un massiccio embargo navale che sta strangolando ogni tipo di commercio via mare. Dai tempi della pandemia commerciare via mare non era mai stato così difficile. I danni al commercio sono già evidenti e le scorte di grano e di mais – provenienti in buona parte proprio da Ucraina e Russia - a rischio un po’ ovunque. E infatti il blocco sta già mandando i prezzi alle stelle, stoppando di fatto l'80% delle merci essenziali per l'Ucraina. Provare a uscire dai porti e avventurarsi sulle acque del Mar Nero o dell’attiguo Mar d’Azov è sempre più pericoloso.

Piovono missili anche su una petroliera della Moldova che non ha un porto sul Mar Nero

Sono già almeno cinque i cargo bersagliati da missili nonostante battessero bandiere di tutt’altri colori, provenienti com’erano da Giappone, Turchia, Bangladesh, Moldavia ed Estonia. Fa sorridere amaro il fatto che la petroliera moldava Millennial Spirit, con a bordo 600 tonnellate di petrolio e diesel, abbia preso fuoco dopo essere stata colpita da un missile: due membri dell'equipaggio sono rimasti gravemente feriti.

La nave a è stata colpita al largo della città di Odessa da un missile nelle ''acque neutrali'' del Mar Nero, dove la Moldova non ha un porto effettivo. Sul Mar Nero si affacciano infatti Turchia, Bulgaria, Romania, Russia, Ucraina, Georgia e la piccola repubblica separatista dell’Abkazia mentre la Moldova non ha sbocchi sul mare se si escludono, i 400 metri di porto fluviale sul Danubio in località Giurgiulesti, concessi negli anni ’90 dall’Ucraina (in cambio di un lembo di terra moldava), come apertura verso il Mar Nero. Al riguardo, è utile precisare che la parte meridionale della Bessarabia (Budjak, o Bessarabia vecchia) e le punte di accesso al Mar Nero dal delta del Danubio (nei pressi della città di Ismail, Ucraina) all’estuario del Dniester (dove oggi c’è la città di Belgorod, Ucraina) furono infatti cedute il 2 agosto 1940 dall’URSS all’Ucraina, togliendo di fatto l’accesso al mare alla Moldava quando faceva parte del Principato di Moldavia, un principato situato nella zona tra i monti Carpazi e il fiume Dniester che ebbe vita dal XIV al XIX secolo. Inutile sottolineare che si è trattato di una vera e propria regalia a vantaggio di una nazione – l'Ucraina – che ha un territorio 18 volte quello della Moldova (RM). Da notare che il Porto Internazionale Libero di Giurgiulesti (PILG), l’unico porto della Repubblica Moldova (RM) è situato al km.133,8 del Danubio (quindi non sul Mar Nero) a sud della RM, al confine con la Romania e l’Ucraina. La superficie totale di 120 ettari del PILG ha uno statuto di zona economica e consiste di un terminale petrolifero, un porto di merce e di una zona industriale libera.

 

Localizzazione del Porto Internazionale Libero di Giurgiulesti (PILG), l’unico porto della Repubblica Moldova (RM) situato sul Danubio (quindi non sul Mar Nero) a sud della RM, al confine con la Romania e l’Ucraina.

 

Potëmkin Grigorij Aleksandrovič, grande colonizzatore nell'attuale Ucraina

 

La statua di Potëmkin Grigorij Aleksandrovič di fronte al monumentale memoriale militare a Bender in Transnistria

 

A Bender (Tighina in rumeno) - la porta principale della Transnistria - a due chilometri del confine con la Moldova c’è un monumentale memoriale militare, un cimitero che contiene le tombe di soldati di molti Paesi: russi, venuti alla fine del XVIII secolo al seguito di Potemkin; svedesi, arrivati all’inizio XVIII secolo con il re Carlo XII nella guerra contro la Russia di Pietro il Grande; e poi francesi, tedeschi, ungheresi morti da queste parti durante la Seconda Guerra Mondiale. Il nome corretto di questo memoriale storico, molto ben tenuto, è “cimitero di chi è morto per il proprio paese". Di fronte all'ingresso monumentale, si erge la maestosa statua del generale Potëmkin , che catturò – così si racconta da questi parti - la fortezza di Bender in mano agli Ottomani. Ma chi era veramente Potëmkin, nome conosciuto in Occidente quasi unicamente per il film sulla celebre corazzata che porta il suo nome?

Distintosi nella 1a guerra turca (1768-74), nel 1776 assunse l'amministrazione della Russia meridionale con la nomina a governatore della Novorossija (Nuova Russia) (cioè delle terre appena conquistate ai Turchi e Tartari), al fine di rendere più sicuri i nuovi territori, di tenere sotto la sua direzione le truppe non regolari di queste regioni e di organizzare la nuova vita. Il termine è stato ripreso nel 2014 da parte dei secessionisti dell'Ucraina del Sud-est, che aspirano in futuro ad unire le autodichiarate Repubbliche Popolari di Donetsk e di Luhansk nello Stato federale della Russia.

Si trattava, innanzi tutto, di ripopolare le campagne e crearvi centri culturali e amministrativi. P. dimostrò grandi doti amministrative, avendo attuato grandi piani per attrarre coloni dall'Albania, Bulgaria e Valacchia. Quanto alla servitù della gleba, egli vietò di riconsegnare ai proprietari terrieri i loro servi fuggiti nella Novorossija. Riuscì poi ad ottenere lo spazio di manovra per proseguire la marcia verso i mari caldi sopprimendo il khanato di Crimea che era sotto il controllo dei tartari, approfittando di una guerra civile interna e soprattutto prendendo la Crimea senza colpo ferire, e annettendola alla Russia (21 luglio 1783).

 

Potëmkin avviò la creazione della flotta militare russa nel Mar Nero

 

Come fondatore-costruttore fondò varie città e vi attrasse commercianti e artigiani: nel 1778, sorse Kherson; nel 1780, Nicolaev, fornita di cantieri navali; nel 1784, Sebastopoli nella Crimea; nel 1785, Ekaterinoslav sul Dnepr, destinata a diventare la capitale di tutta questa nuova regione. E poi fondò Sinferopoli e Dnepropetrovsk, riempendo di coloni presi in giro per l'Europa le terre che la guerra e le razzie dei turchi avevano svuotato. Iniziò anche la riprogettazione di Odessa dopo la sua conquista dai Turchi che doveva rivelarsi il suo più grande trionfo urbanistico.

 

Novorossija (Nuova Russia, zona in color giallo), l’area a nord del Mar Nero che fu conquistata dall'Impero Russo alla fine del XVIII secolo. Il confine occidentale è a ridosso del fiume Dniester, includendo l’odierna Transnistria (i numeri indicano l’anno di occupazione delle aree tolte ai turchi e tatari)

 

L'iniziativa di P. nel popolamento del paese fu coronata da un pieno successo, spingendosi nella colonizzazione dei territori fino al Dniester che Caterina II considerava come confine naturale della Russia Proprio a Nicolaev avviò la creazione della flotta militare russa nel Mar Nero inserita in un vasto programma militare.

In Ucraina, uno dei fronti caldi della guerra si trova in questi giorni fra Nikolaev, la città celebre per i suoi cantieri navali e Kherson, importante porto marittimo sul delta del fiume Dnepr. Due città che devono la loro nascita a quel Potemkin, arrivato quando al Sud c'era solo desolazione e lande desertiche, che lascia enormi testimonianze di sé in quella striscia - di capitale importanza per l'Impero - che va da Donetsk a Odessa fino al Dniester che delimita l'attuale Trannsistria. Prendono nome da lui i nuovissimi villaggi che vennero mostrati nel 1787 a Caterina durante il suo viaggio; una corazzata che avrà un certo ruolo nella rivoluzione russa del 1905 e nel cinema mondiale; e la scalinata di Odessa, costruita da un italiano.

Da cortigiano e favorito di Caterina la Grande a generale, da governatore a comandante in capo e Grande Ammiraglio della flotta navale nel Mar Nero, da costruttore a colonizzatore... e persino fondatore di un giornale - Le Courrier de Moldavie, Potemkin ha incarnato lo spirito più eroico e avventuroso di tutto un popolo slavo che viveva a quel tempo nella pianura sarmatica, nascendo a Smolienk in Russia, andando a morire a Iasi nel Principato di Moldavia e venendo sepolto a Kherson nell'attuale Ucraina, la città che fu la sua casa e il suo regno per vent'anni. Se mai potesse guardare dall'aldilà lo strazio della guerra fratricida Ucraina-Russia in essere, si rigirerebbe senza pace nella sua tomba. Due secoli fa il mondo cristiano aveva nei Turchi il suo nemico storico, oggi troviamo il turco Erdogan con le funzioni di mediatore nel tentativo di interrompere una guerra sanguinaria tra cristiani 'figli dello stesso letto'.

 

Copertina del libro 'Transnistria: alle nozze d'argento con la secessione', che ritrae la fortezza di Bender, dove Potemkin trasferì nel 1790 la sua corte e dove, nelle vicinanze sul Dniester, per la sua morte avvenuta nel 1791, il generalissimo Suvorov lo sostituì e sconfisse l'anno dopo i turchi costringendoli alla 'pace eterna'

 

Ultime Notizie

la newsletter del Cittadino Canadese
Il punto del mezzogiorno. A mezzogiorno in punto, dal lunedì al venerdì, la... Leggi tutto...
Non c’è limite all’orrore
Non ci sono parole sufficienti per descrivere quanto successo in Israele la... Leggi tutto...
Novità librarie, Krishan Chand Sethi
Una nuova opera pubblicata da Krishan Chand Sethi, in India Un prezioso volume... Leggi tutto...
Ottava edizione del Fitce
Nasce il Consulting hub in Florida: alleanza strategica per il prossimo Florida... Leggi tutto...
Bonaccini e Porta a Buenos Aires
  (8 maggio 2023) - Accompagnato da Fabio Porta, deputato eletto in... Leggi tutto...

Rivista La Gazzetta

 
Edizione 41
La Gazzetta 41
 

40 | 39 | 38 | 37 | 36 | 35 | 34 | 33 | 32

31 | 30 | 29 | 28 | 27 | 26 | 25 | 24 | 23

22 |