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Notizie - Opinioni
Domenica 22 Agosto 2021 09:08


 

Un cambiamento della Politica passa attraverso la centralità del cittadino 

Non si può pensare di riformare la politica facendo affidamento sempre sui soliti tromboni. C'è bisogno di una nuova classe dirigente, costituta da uomini nuovi e non nuovi uomini. Anteporre il sostantivo all'aggettivo ha un significato tangibile. I primi rispecchieranno un atteggiamento necessario per trasformare il paese, i secondi saranno solo rimpiazzi che assumeranno gli stessi comportamenti dei predecessori. Il core della Politica la spiega bene il filosofo greco Aristotele, essa deve elevare la felicità dei cittadini condividendola con gli altri.
Il cittadino è felice quando lo stato gli da le opportunità di godere in serenità il proprio benessere  senza confliggere con i paritetici. La società verso cui stiamo andando non è quella dei nostri genitori, è molto più complessa, multietnica, multireligiosa, multiculturale e i governi non sono pronti ad adattarsi a questa rapida trasformazione, data dalle controversie mai sedate in aree del pianeta, dove i conflitti hanno storie lunghe. Per governare una società così articolata, è urgente formare nuovi dirigenti politici, in grado di affrontare e risolvere attraverso le azioni politico-amministrative le problematiche di cui la nostra società globalizzata necessita. 
Solitamente si afferma che la Politica deve essere servizio, che il politico deve esercitare per il bene di tutti i cittadini. In questo momento storico, il Paese ha urgenza di una riforma nel suo impianto, per superare la crisi della democrazia, diversificata da due correnti di pensiero, quella populista che ha nel M5S il massimo rappresentante e quella sovranista espressione di Lega e Fratelli d'Italia. 
La nuova classe politica dovrà andare oltre, perseguendo alternative nuove, basate sul principio di sussidiarietà, sulla modalità partecipativa e rappresentativa del suo stato.
Il principio di sussidiarietà (art. 118 della Costituzione) va definito e realizzato, coinvolgendo i tre attori della vita sociale e politica: le imprese, il terzo settore e le Istituzioni politiche. 
Attuando queste norme, la democrazia sarà anche partecipativa in quanto i cittadini si riapproprieranno della loro sovranità, che eserciteranno nell'esercizio del voto.
Il sistema politico che andrà a profilarsi, non si raffigura ne come decentramento statale e neppure come welfare state, ma come autonomie territoriali e come welfare society.
Ovvio che affinché tale visione si realizzi, occorre una classe politica nuova, che abbia contezza di realizzare il fine ultimo, del principio filosofico aristoteliano per veder sbocciare una democrazia compiuta. 
Penso ad una classe politica ispirata da idealità profondamente umane, che abbia capacità, professionalità e che sappia rispondere ai bisogni dei cittadini. 
Non da meno la classe politica di cui necessita il paese non deve essere litigiosa. Ci deve essere unione di pensiero, pur nelle diversità ideologiche, sia negli Enti Locali, che nello Stato centrale, non dimenticando mai che il fine ultimo è il benessere dei cittadini.
Le persone che rappresentano organismi amministrativi e politici, devono essere in grado di collaborare tra loro, ognuno per le proprie competenze, per  realizzare quegli obiettivi necessari per la funzionalità di una società. Come una grande orchestra in cui ogni membro è  compartecipe alla realizzazione del successo.
Non sarà un cammino semplice se i cittadini, non prenderanno coscienza che il cambiamento passa attraverso il loro voto. L'astensione da troppo tempo ha alterato la democrazia di questo paese. I politici in questi anni, che la disaffezione andava crescendo, nulla hanno fatto per convincere i cittadini a tornare al voto. C'è bisogno che i cittadini esercitino la loro sovranità nelle forme più compiute e dirette della democrazia, dando vita a comitati territoriali, raccolta delle istanze dei cittadini da produrre alla classe politica per adeguare gli interventi nei territori. La politica non è un mestiere come lo è stato fino ad ora, c'è bisogno di una politica nuova in cui il cittadino torni ad essere centrale. 


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