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Notizie - Opinioni
Lunedì 08 Febbraio 2021 22:58


 

 

Quando la politica era passione e competenza… che ricordi! 

A tal proposito, ci viene in mente una simpatica espressione del drammaturgo canadese, Douglas Coupland: ”Ci sono tre cose che non puoi simulare, e sono le erezioni, la competenza e la creatività”. Orbene, se la competenza non può essere simulata abbiamo visto però che la faccia tosta porta laddove spesso neanche la competenza ci arriva. La politica è un esempio notevole, tant’è che a volte ci si domanda, vista la realtà che ci circonda e fatte le debite eccezioni, se per diventare un “politico” si debbano possedere due requisiti: faccia tosta e incompetenza a piacere.

V’è di più, per giustificare a dritta e a manca la malapolitica e i conseguenti fallimenti governativi, c’è sempre una buona scusa. Oggi, ad esempio, si sente dire attraverso i media, i talk show e le reti sociali, che si sta attraversando una grave crisi pandemica ed economica e che questo stato di cose rende difficile la soluzione dei problemi che affliggono le popolazioni, sottacendo che, in realtà, la vera crisi potrebbe essere l’incompetenza, che - di fatto - precede di gran lunga la pandemia.

Non vorremmo essere tanto maliziosi come Woody Allen quando afferma: “Purtroppo, i nostri politici sono o incompetenti o corrotti. Talvolta tutt’e due le cose nello stesso giorno”, ma non potremmo neanche esimerci dall’affermare che la causa prima dei guai di questo mondo sia l’improvvisazione di chi governa, tradotta in incompetenza sul palcoscenico del teatrino della politica, dove il capocomico suggerisce le battute…

D’altronde, che sia tutto uno spettacolo (politica, giustizia, vita privata e via dicendo) ce lo conferma da quarant’anni un noto pensatore critico della società moderna, il francese Guy Debord in un suo libro intitolato La società dello spettacolo”.

In sostanza, ahinoi, siamo dappertutto spettatori nella “Società dello spettacolo” e viviamo nel disordine, nell’indifferenza e nell’incompetenza più assoluta, nonostante esistano delle eccellenze, non ancora destinate al servizio della società, che potrebbero tutto d´un colpo spazzare via il fuligginoso presente dando luogo a migliori prospettive future.

Dobbiamo, una volta per tutte, renderci conto che la politica, d’accordo con quanto insegna Max Weber, è “professione” e che per essere un buon politico, anzitutto, è necessario avere profonda conoscenza, passione e un vero interesse per le questioni economiche, sociali e amministrative del proprio Paese oltreché – seguendo il pensiero del Papa Karol Wojtyla - agire con una perfetta integrità morale e con un energico impegno contro le ingiustizie. È alquanto difficile trovare personaggi con siffatte caratteristiche con i tempi che corrono, è vero, ma non impossibile!

Mario Draghi, restringendo il discorso all´Italia, ex presidente della Banca centrale europea e invitato dal presidente Mattarella a resettare la politica italiana, è – guarda caso - una di quelle eccellenze capaci di salvare il salvabile dove la politica ha fallito. È un esperto in politica, un illuminato economista e viene definito, a buon diritto, come il salvatore dell’Europa a causa della saggia politica economica esercitata al governo della Bce e non solo.

L’Italia deve ora affrontare oltre che la pandemia, la sfida del Recovery Fund e molto di più. Ciò stante, chi meglio di Draghi potrebbe guidare con autorevolezza e capacità il nostro Paese in queste imprese?

La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu”. Questa è una recente  dichiarazione di Mario Draghi alla stampa. “Se le risorse saranno sprecate - ha inoltre avvertito - il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita”. Frasi ad effetto? No, chiara visione di sostenibilità economica.

Quindi avviene che, non a caso, il presidente Mattarella, nell’affidare l’incarico a Mario Draghi di formare il nuovo esecutivo abbia auspicato per il nostro Paese un governo di altissimo profilo. L’allusione potrebbe essere: stop alla mediocrità, avanti alla competenza?

A voi ogni considerazione!

di Redazione

 

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